CATANIA, 8 LUG. (Italia Estera) - Sicilia Mondo, - informa una nota - dopo la pubblicazione del primo elenco, non si fermano i messaggi da parte dei siciliani di tutto il mondo a sostegno del Ponte di Messina.
Sicilia Mondo assicura che sta facendo la sua parte nei confronti del Governo Nazionale, della Regione siciliana, dell’UE e dei parlamentari siciliani dell’Unione.
Per un aggiornamento ai tantissimi corregionali - informa Sicilia Mondo - che ci chiedono di saperne di più, riportiamo di seguito un articolo del Presidente della Regione Cuffaro, pubblicato nel quotidiano la Sicilia del 6 Agosto scorso.
È importante che i siciliani all’estero abbiano una corretta informazione sul Ponte e si rassicurino sulla giustezza della nostra battaglia per la Sicilia.
Cuffaro: un confronto sul Ponte
“Cosa pensano le migliaia di automobilisti per ore in coda agli imbarcaderi di Villa San Giovanni? Cosa pensano del no al Ponte pronunciato da alcuni esponenti del centrosinistra che pur di tenere in piedi una traballante alleanza rinnegano quanto affermato fino a qualche tempo fa sulla importanza strategica della realizzazione di un’opera essenziale ad assicurare un collegamento stabile tra due sponde dello Stretto?
Tutti i parlamentari siciliani e calabresi debbono far sentire la propria voce di sostegno alla realizzazione dell’opera, di cui conoscono la straordinaria importanza. Non basta più accampare l’alibi, come stanno facendo in queste ore alcuni esponenti del centrosinistra, che i soldi per la realizzazione del Ponte non ci sono. Mentono sapendo bene di mentire e quando affermano che con quei soldi potrebbero essere costruite altre opere accampano scuse forse per tranquillizzare le proprie coscienze, trovandosi a giustificare l’ingiustificabile.
Il Ponte è l’unica delle grandi opere ad essere già totalmente coperta da finanziamento (salvo il 5 % circa del valore facilmente reperibile sul mercato durante i sei anni necessari alla sua costruzione).
Se esiste un problema di gradualizzazione della spesa si concertino le priorità con la Regione e saremo ben felici di incontrare il Presidente del Consiglio ed il Ministro dei lavori pubblici per indicare loro le nostre priorità. Priorità che siamo disposti a sottoporre al vaglio dei cittadini siciliani tramite un referendum che dimostrerà, senza ombra di dubbio, come la nostra gente ritenga indispensabile e non più rinviabile la realizzazione del Ponte e delle opere che da esso naturalmente discendono.
Riteniamo, inoltre, che il criterio di individuazione non può non tenere conto della precedenza nella realizzazione delle opere già indicate dai programmi europei (T.E.N.), fra cui figura il corridoio I Berlino-Palermo, imperniato, non a caso, sul Ponte e senza il quale l’Italia perderebbe milioni di euro di cofinanziamento dall’Unione Europea.
Per affrontare questo argomento a Settembre incontrerò a Bruxelles il commissario per i trasporti Barrot e gli ex commissari De Palacio e Van Miert, preposti alla realizzazione dei corridoi prioritari, con i quali individueremo una linea comune in difesa della Sicilia e dell’Europa.
Già nei prossimi giorni, invece, insedierò una task force tecnico-giuridica che avrà la missione di elaborare e formulare le proposte alternative della Sicilia affinché questa opera – che non è affare privato di un Governo ostaggio di una sparuta minoranza – venga comunque realizzata come patrimonio tecnologico dell’intera area euromediterranea.
Al fine di chiarire con il Governo nazionale questi e tanti altri punti controversi, auspico un incontro tra il Presidente del Consiglio ed il Governo regionale siciliano, alla presenza di tutti i parlamentari siciliani, delle parti sociali ed economiche e dei rappresentanti delle 1600 associazioni di siciliani nel mondo che sono già pronte ad intervenire nella privatizzazione della società dello Stretto e per coprire gli ultimi 273 milioni di euro che mancano alla realizzazione del Ponte.”
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Ora il governo ammette: “Il Ponte è gia finanziato”
Riportiamo altresì la prima parte dell’articolo del giornalista Tony Zermo pubblicata nella stessa pagina de La Sicilia del 6 Agosto:
“Non lo diciamo noi che siamo fautori dello Stretto, lo dice anche il Governo (forse non se n’è accorto): è l’unica opera interamente finanziata, con la copertura pressoché totale. Guardate la tabella delle grandi opere: sono tutte senza copertura finanziaria o ce l’hanno molto parziale, con la sola eccezione del Ponte a cui mancano solo 273 milioni. Su 4.957.986 ne ha ben 4.684.300. A questo punto la Regione dovrebbe dire provocatoriamente al Governo: i 273 milioni che mancano ce li mette la Sicilia e così la finiamo con le discussioni sulla mancanza dei soldi.
Ma come fa Prodi a dire di non voler fare il Ponte perché “non ci sono i soldi”?
Dica invece onestamente che gli servono i 2,6 miliardi della “dotazione fissa” della società Stretto di Messina per finanziare altre opere e che il ponte “non può farlo” perché altrimenti i Ministri Pecoraro Scanio e Diliberto farebbero il diavolo a quattro con il rischio di spaccare il Governo.
È sotto ricatto, lo vedono anche i ciechi. Per cui la Sicilia si gioca il suo futuro solo perché gli ambientalisti non vogliono, come se nel resto del mondo non si facessero i ponti che accelerano mobilità e sviluppo di traffici.
C’è di più. Molti non sanno o dimenticano una cosa fondamentale: le ferrovie sono socie della società del Ponte e siccome perdono 100 milioni di euro con i traghetti Fs in servizio sullo Stretto (che tra l’altro inquinano), hanno firmato un accordo in base al quale per fare transitare i treni sul ponte pagherebbero 100 milioni di euro l’anno per 30 anni, il che fa 3 miliardi.
Se si conteggiano i pedaggi ed il contributo dell’Unione Europea che vuole il completamento del corridoio Berlino-Palermo, c’è anche da guadagnarci perché la verità è che il Ponte è l’unica opera appetibile dai privati che da decenni sono pronti all’investimento (giapponesi ed americani).
Non vogliamo aggiungere altro per non battere sempre sullo stesso chiodo, ma Prodi commette un errore politico e questo governo punisce ingiustamente la Sicilia vietando una grande opera che si finanzia da sola e che purtroppo è stata avvelenata dalle polemiche politiche.” (Italia Estera) -