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Il voto degli Italiani all'Estero

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18 apr 2006L’UNAIE all’indomani del voto

CATANIA,18 APR. (Italia Estera) - Con il voto degli italiani all’estero si sono accesi i riflettori sull’altra Italia che vive fuori dalla Penisola, tanto spesso decantata come “risorsa” nei discorsi di circostanza e tanto poco ricordata nella quotidianità nonostante lo scenario di 60 milioni di italiani presenti in tutti i continenti tra naturalizzati, oriundi e discendenti di cui quasi 4 milioni con passaporto e cittadinanza italiana.
Su questa considerazione va trovata la chiave di lettura di un voto divenuto decisivo per la governabilità dell’Italia e dalle potenzialità tutte da scoprire. E non è stata una sorpresa.
Oggi gli italiani nel mondo rappresentano una realtà diversa dalla emigrazione di ieri, una realtà perfettamente integrata ai livelli medio-alto nelle società dove vivono, occupano larghi strati nei settori delle libere professioni e sono spesso al centro del potere economico, culturale e anche politico dove ci sono arrivati da soli. Ovviamente non mancano le sacche di povertà in alcune aree geografiche.
Non abbiamo mai avuto dubbi sulla loro maturità politica e, quindi, sulla consistenza della loro partecipazione all’appuntamento elettorale.
La ragione è molto semplice. Gli italiani che mantengono la cittadinanza all’estero appartengono a quei connazionali che sentono forte l’attaccamento e l’orgoglio della propria identità, seguono la cultura, le tv e la stampa locale sulle cose italiane, rigettando ogni forma di assimilazione culturale al prezzo della rinunzia ai diritti ed ai privilegi della cittadinanza locale.
L’attesa del voto era forte non solo per loro ma per l’intera comunità italiana non votante, sparsa nei vari continenti  che si è sentita sentimentalmente coinvolta.
Sulla conoscenza di questa realtà andava calato l’organigramma elettorale.
Ha vinto la coalizione che ha saputo cogliere meglio questa attesa di partecipazione proponendosi con un programma unico di rivendicazioni precise e sentite dalle  comunità italiane, con candidati comuni, conosciuti per il loro passato operativo. Ha vinto soprattutto perché ha saputo meglio coinvolgere l’associazionismo, i patronati e le forze sociali.
Ha mancato il risultato l’altra coalizione per la sua impostazione elettorale piuttosto dispersiva, con più candidati in concorrenza tra di loro e con programmi separati. Ma ha giocato in negativo anche la sottovalutazione della generale attesa degli elettori considerati quasi una riserva facilmente mobilitabile sui temi affettivi e nostalgici. Nonostante i tanti voti dei candidati, è mancato il risultato finale.
L’UNAIE aveva raccomandato fortemente la partecipazione alle urne, la ricerca dei valori guida nei programmi elettorali e la scelta su candidati che fossero espressione vera della comunità e dei suoi interessi.
Oggi esprime soddisfazione per una affluenza alle urne che cancella ogni residuo dubbio sulla esigenza reale  di aggancio e coinvolgimento delle nostre comunità all’estero alla politica italiana .
Soddisfazione anche per le scelte degli eletti. Li conosciamo quasi tutti. Provengono dall’associazionismo, dai patronati, dal CGIE, tutti con passato operativo e tutti con cultura, capacità e carisma per farsi valere in Parlamento. Li consideriamo anche ottimi rappresentanti di quei valori della nostra civiltà e della nostra storia che gli italiani hanno portato, custodito e diffuso in tutto il mondo e che, ancora oggi, fanno parte del loro dna culturale.
Gli italiani all’estero sono stati determinanti nella recente tornata elettorale. Ma da loro potrebbero arrivare anche profondi cambiamenti nella politica italiana.
All’indomani del voto ci si domanda: quale peso potrà avere il piccolo manipolo dei 18 parlamentari arrivati dall’estero nel Parlamento italiano e nel contesto politico nazionale?
E’ questo un argomento che va approfondito e sul quale ritorneremo.
Una cosa è certa. Porteranno la voce proveniente dalle comunità italiane dei vari continenti. Ma porteranno anche tutte le diversità culturali delle società dove sono vissuti e dove vivono, cioè le esperienze che nascono dal confronto quotidiano con quelle società.
Avranno le capacità di portare il meglio del loro vissuto nella politica e nella società italiana?
In questo caso, non si tratterebbe soltanto di portare voti in Parlamento, in ogni caso sempre determinanti, ma di un prezioso valore aggiunto di civiltà, di conoscenze e di aggiornamento da tutto il mondo,  cioè l’apporto di una ulteriore ricchezza di livello internazionale per il Parlamento italiano, il mondo politico e la stessa cultura italiana. (Italia Estera) -




 
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