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03 apr 2006Magliaro fa marcia indietro sulle 6558 ore di informazione: erano solo minuti di Eugenio Marino*

ROMA, 3 apr. (Italia Estera) - Il Direttore di Rai International, Massimo Magliaro, richiamato alla realtà dopo alcuni momenti di ingiustificato entusiasmo, si è dunque corretto: alla “comunicazione politica” per gli italiani all’estero, chiamati a pronunciarsi per posta alle consultazioni politiche, infatti, non ha dedicato 6558 ore – come ha dichiarato alle agenzie e in un’intervista al Tempo di venerdì scorso – ma 6558 minuti. Fortemente ridimensionata la quantità dell’informazione, dunque, resta il problema della sua tempestività ed efficacia oltre che del suo equilibrio. Si sapeva da mesi, infatti, che le elezioni si sarebbero svolte tra aprile e maggio: per quale motivo Rai International non si sia mossa per tempo, predisponendo l’adeguata programmazione che le consentisse di farsi trovare preparata al momento opportuno, resta un mistero.
Quanto all’efficacia della comunicazione, se fossero solo gli esponenti de L’Unione a sottolineare l’inadeguatezza dell’informazione politica fornita agli italiani all’estero, si potrebbe sostenere che verso Magliaro, amico e sodale politico del Ministro per gli italiani nel mondo, L’Unione sia mossa da un pregiudizio politico. Il fatto è però che le critiche, forse addirittura le più severe a Rai international e alla sua Direzioone, sono venute e continuano ad arrivare anche dal centrodestra, e in particolare dagli uomini di AN. Dopo Luigi Santellocco, è stato Aldo Di Biagio, anche lui candidato della lista Tremaglia, a stigmatizzare l’informazione politica di Rai Iternatrional sostenendo che “è mortificante dover apprendere dai connazionali che incontro quotidianamente quanto sia negativa l'immagine che stanno dando le trasmissioni di Rai International […] è inammissibile l'assenza dell'emittente nel settore dell'informazione politica, soprattutto in questo periodo di campagna elettorale che prelude per la prima volta al voto degli italiani residenti all'estero”. Giudizi che si commentano da sé. Queste denunce e le conseguenti richieste, infatti, andavano fatte ai vertici di quel partito che sostengono e che, se non se ne fossero accorti, è stato al Governo del Paese per cinque anni, senza far nulla per rimediare ai disastri di cui essi stessi parlano. Noialtri, come chiedeva qualcuno, negli anni scorsi eravamo all’opposizione, completamente inascoltati da quella maggioranza di Governo a cui venivano rivolte interrogazioni parlamentari, articoli e proposte di legge sul potenziamento e miglioramento di molti servizi per gli italiani nel mondo.
L’ultima questione, ma non la meno importante, è quella della par condicio. Aspetto per il quale ci rimettiamo al giudizio dell’osservatorio di Pavia, fermo restando che il Direttore di Rai International non può continuare a nascondersi dietro la foglia di fico di ritrasmettere quello che lui stesso sceglie dalle altre reti Rai. Inoltre, per ciò che concerne le tribune televisive, ci si appella alla Commissione di vigilanza quando si parla di presenze in studio, ma non si fa menzione all’equità dei tempi da assegnare alle coalizioni, così come prevede il regolamento della stessa Commissione. Un po’ di selezione critica, suvvia signor Direttore! in nome di quell’equilibrio previsto, almeno in campagna elettorale, dalle norme parlamentari che per lo meno nel servizio pubblico dovrebbero trovare rispetto.
 
*Responsabile Comunicazione
Coordinamento de L’Unione Italiani nel Mondo



 
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