SAN DIEGO, 29 mar. (Italia Estera) - "Questa prima campagna elettorale nella ripartizione del nord e centro America passerà sicuramente alla storia per i soldi spesi dai partiti e dai candidati. A causa della vastità del territorio da coprire e della polverizzazione degli elettori sullo stesso, la posta ed il telefono, più della carta stampata e dei media radio televisivi in lingua, l'hanno fatta da padrone e la gente è stata bombardata come e più che in Italia da posta pubblicitaria e telefonate computerizzate asettiche". È Massimo Seracini, candidato alla Camera dell'Udc, che commenta oggi i costi della campagna elettorale e quanto l'impegno economico a disposizione di ogni candidato possa condizionare i risultati delle elezioni che, sottolinea, "nessuno può predire con certezza, ma sicuramente l'esposizione avrà contato e chi ha mandato 3 lettere ed una telefonata ad ogni elettore (erano circa 400 mila) avrà più chances di essere eletto di quello che non ha potuto spendere quelle cifre".
Contro questi "bombardamenti" Seracini ha scelto "per convinzione e necessità" un diverso approccio: quello "porta a porta" con "veri incontri personali con la gente tramite dibattiti con tante strette di mano, messaggi internet, telefono e lettere personalizzate, spiegando sempre chi ero, perché mi ero presentato candidato, chi era l'UDC di Casini, il partito che rappresentavo e quali valori portava avanti, e sopratutto quali erano gli obiettivi che ritenevo fondamentali per il nostro mondo di emigrati da perorare nel Parlamento Italiano".
"Insomma - spiega - ho sempre cercato di dimostrare il mio senso di responsabilità e di rispetto verso di loro, dimostrando che ero e sono "uno di loro" e non un professionista della politica. È stata - commenta ancora il candidato - una cavalcata entusiasmante, che rifarei immediatamente perché mi ha fatto conoscere tanti amici, tante situazioni personali e collettive (siciliani, calabresi, napoletani, piemontesi, veneti, friulani, abruzzesi e i miei toscani), e mi ha fatto veramente capire chi sono i gli emigrati italiani del XXI secolo e che cosa aspirano da questo voto e dai loro rappresentanti che manderanno a Roma".
"Questo voto - conclude Seracini - è unico e non assomiglia assolutamente a quello in Italia anche se i partiti sono gli stessi e la percentuale dei votanti sarà l'indicatore fondamentale del successo di questo storico evento per la democrazia italiana che darà voce ai suoi emigrati nel mondo. Vedremo se i soldi conteranno più dei valori". (Italia Estera) -