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22 mar 2006VOTO ALL'ESTERO, MERLO :“I Consolati oggi sono carceri. Devono diventare municipi al servizio dei cittadini”

RICARDO MERLO, CAPOLISTA ALLA CAMERA DELLA LISTA “ASSOCIAZIONI ITALIANE IN SUD AMERICA”: Ai candidati dei partiti, che dicono che non potranno fare niente a Roma, risponde che le minoranze possono essere decisive nelle scelte dei Parlamenti. “Una differenza importante con gli altri candidati è che Pallaro ed io abbiamo già fatto cose: assistenza sanitaria per gli anziani veneti, borse di studio per imparare l’italiano, corsi di formazione per giovani dirigenti ed altro. Dal Parlamento potremo fare molto di più per tutti gli italiani del Sud America”.
 
BUENOS AIRES, 22 MAR. (Italia Estera) - Ultimi giorni di campagna elettorale, ma il primo candidato alla Camera della Lista Associazioni Italiane in Sud America, Ricardo Merlo, continua ad incontrare i connazionali che gli chiedono appuntamento nella sede del Comites di Buenos Aires, del quale è presidente da due anni. Un impegno assunto fin da quando si è insediato, nel quale è aiutato dal vicepresidente Santo Ianni e dagli altri membri dell’esecutivo. Nel Comites di Buenos Aires, migliaia di connazionali hanno trovato risposte alle loro attese. Come le hanno trovate seicento anziani veneti che beneficiano del piano di salute ideato da Merlo  e finanziato dalla regione
 
D.- Tutti i candidati dei partiti insistono nel sottolineare che la vostra lista non essendo legata a nessun partito, non avrà possibilità di influire nelle scelte del Parlamento e quindi neanche in quelle che riguardano gli italiani all’estero.
R: E’ fondamentale capire che quello italiano è un sistema parlamentare di governo, non presidenzialista come l’argentino. Ciò significa che le minoranze hanno una grande forza e infatti, ministri che appartenevano a partiti col 2 o 3 per cento dei voti, sono stati titolari di ministeri importanti, come quello degli Esteri. Allora, noi avremo molta più forza di loro, che dovranno, per disciplina di partito, accettare le scelte dei rispettivi partiti e cosa votare di volta in volta, anche a scapito degli interessi delle comunità che li voteranno, cioè degli interessi degli italiani all’estero.
Noi invece voteremo secondo gli interessi degli italiani in Argentina e quando richiederanno per altre questioni, chiederemo che votino le cose che ci interessano in quanto rappresentanti degli italiani all’estero. Questa è la strategia.
In altre parole, in un sistema parlamentare di governo, le minoranze definiscono molte delle scelte dei parlamenti. Noi faremo parte del gruppo parlamentare misto dove ci saranno  le liste indipendenti di altri paesi e in essa difenderemo gli interessi degli italiani nel mondo. Questa è la strategia e per questo che diciamo che non possiamo darci il lusso di stare all’opposizione. anche perché dovremo dialogare con le regioni, che sono in mano a forze politiche di destra e di sinistra e  con tutte dovremo dialogare, per ottenere dei risultati per gli italiani all’estero, soprattuto per quelli che risiedono in Sud America. Questo è il nostro obiettivo. Noi non andiamo a Roma per fare partitocrazia. Io mi domando come voteranno i candidati che si propongono di essere eletti nei partiti, finanziati dai partiti, se il governo del loro partito chiedesse di tagliare le pensioni degli italiani all’estero?
 
D:Sta pensando a quando il ministro Tremaglia chiese al CGIE di votare la parametrazione?
R.: La parametrazione è stato un esempio. La parametrazione danneggia i pensionati del Sud America e allora (il CGIE nel 2002, del quale faceva parte Merlo)  siamo stati solo otto i consiglieri che non l’abbiamo votata. Noi non saremo sottoposti alla disciplina di partito. Noi avremo il nostro proprio partito. Difatti il nostro movimento ha già la sua sede a Roma.
 
D: Non importa chi vincerà le elezioni in Italia e formerà il nuovo governo?
R: Nelle associazioni ci sono persone che hanno ideologie e modi di pensare diversi. Noi non vogliamo dividere le associazioni, vogliamo rappresentarle. Un movimento come il nostro rappresenta idee diverse. Questa è la differenza con la partitocrazia italiana che in un certo senso, vuole vincere queste elezioni all’estero con persone che a Roma risponderanno automaticamente.
 
D: C’è anche chi accusa Merlo e Pallaro di utilizzare la struttura delle associazioni come trampolino per arrivare a Roma.
R.: Io praticamente sono nato in una associazione. Quando cominciai a lavorare in una associazione non c'era la possibilità di votare e non pensavo neanche lontanamente di arrivare a questo punto. Pallaro lavora nelle associazioni da oltre quaranta anni. Lei crede che allora potevamo pensare al voto, al Parlamento?
 
D: Quale sarà la vostra posizione riguardo ai rapporti tra l’Italia e l’Argentina che, certamente, attraversano una situazione di freddezza.
R: Penso che anche in questo abbiamo un grande vantaggio. Luigi Pallaro è uno specialista nel creare clima di affari, clima di investimenti. E’ un imprenditore presidente della camera di commercio italiana più importante del Sud America. Noi vogliamo essere un ponte perché i rapporti tra l’Italia e l’Argentina siano ottimi, che ci siano delle relazioni molto particolari fra i due Paesi e penso che a partire dal prossimo governo questi rapporti sono destinati a migliorare perché tornino a crescere i numeri degli interscambi che oggi sono di trecento milioni di dollari, per ritornare due miliardi, come era prima del default.
 
D: I candidati del centrosinistra dicono che solo se loro vinceranno i rapporti si riprenderanno, perché danno colpa al governo del centrodestra dei problemi tra i due Paesi.
R.: Io credo che il governo argentino sarà sufficientemente maturo per intrattenere rapporti col governo che democraticamente eleggerà il popolo italiano.
 
D: Conosciamo i vostri programmi, ma quali saranno le vostre priorità quando arriverete al Parlamento?
R.: Anzitutto credo che bisogna ricordare che la differenza principale con gli altri candidati è che noi abbiamo già fatto cose concrete, prima ancora di essere candidati. Abbiamo fatto assistenza sociale, abbiamo promosso la lingua italiana, abbiamo fatto corsi di formazione. Sono cose concrete che abbiamo già fatto, che si stanno realizzando. Io vedo che ci sono candidati che non conosciamo che ora promettono molte cose. Mi sembra bene, io rispetto tutti e tutti abbiamo lo stesso diritto a partecipare e ad essere eletti. Credo comunque che la differenza tra loro e noi sta nel fatto che noi abbiamo già dimostrato con fatti concreti ciò che possiamo fare. Ci sono molte persone che hanno già ottenuto le borse di studio per imparare l’italiano grazie al progetto finanziato da Fondazione Cassamarca  che abbiamo fatto noi. Ci sono seicento anziani che hanno un'assicurazione sanitaria di alto livello, finanziata dalla Regione Veneto, e anche questo è un nostro progetto. Ci sono giovani dirigenti che hanno frequentato il corso per dirigenti che abbiamo noi. C’è della gente che è assistita dall’Ospedale Italiano, c’è della gente che ha ricevuto assistenza dal Consolato dopo il nostro intervento. Tutte cose che abbiamo fatto in risposta alla fiducia che la gente ci ha dato prima che ci fosse la possibilità di votare. Credo che in questo Pallaro ed io, che siamo stati i dirigenti maggiormente votati alle ultime elezioni dei Comites, siamo differenti dagli altri candidati. E penso che se saremo eletti, dal Parlamento avremo la possibilità di fare molto di più in favore dei nostri connazionali.
 
D.: E su quali temi lavorerete?
R.: Ci sono temi sui quali siamo tutti d’accordo e quindi potremo lavorare insieme. Uno di questi è la pensione sociale, mensile, in euro. I periodi di apprendistato nelle ditte italiane, per i giovani, perché imparino, perché possano applicare ciò che hanno imparato nelle imprese argentine e, perché no, perché trovino anche un socio italiano. Borse di studio nelle numerose università italiane. Intensificare i rapporti con le università argentine perché ci sia un flusso costante di docenti  e studenti italiani verso l’Argentina e argentini verso l’Italia.
Poi la riforma sostanziale, totale, della rete consolare italiana in Argentina. Oggi i Consolati sono carceri e devono diventare municipi al servizio dei cittadini.
 
D: Sabato scorso, alla presenza di Tremaglia, è stata inaugurata la nuova sede consolare in Buenos Aires. Cambierà la situazione?
R.M.: L'inaugurazione del consolato credo che sia necessaria ma non sarà la soluzione perché sarà un consolato vuoto. E’ una struttura di 2.500 metri vuota. Avrà lo stesso organico insufficiente di 50 persone, per cui se il governo italiano non prende la decisione politica di triplicare o quadruplicare il personale, forse ci sarà più spazio, ma gli inconvenienti resteranno.
 
D.: E la  visita del Ministro?
R.: E’ una visita politica che è assolutamente legittima, sta facendo la campagna elettorale e non ho niente da dire al riguardo.
 
D.:C’è il rischio che ci siano inconvenienti, brogli, denunce?
R.: Penso che dobbiamo stare molto  attenti a come si svolgono queste elezioni,.che si fanno con un metodo differente, qual'è il voto per corrispondenza e perché sono in gioco interessi molto forti. Allora dobbiamo essere molto, ma molto attenti per evitare che ci sia qualcosa di strano.
 
D.: E’quasi certo che molta gente non riceverà la busta elettorale a casa. Cosa gli diciamo a questi connazionali?
R.M.: Che vadano a votare ai Consolati, tra il 26 e il  29 marzo. Purtroppo il governo italiano non è riuscito a risolvere questo problema. Noi non abbiamo la possibilità di intervenire, ma certamente a noi come lista e come comunità, ci conviene che voti il maggior numero possibile di connazionali.
 
D.:Se la sente di fare un pronostico sul risultato?
R.: Siamo certi che faremo una grande elezione. 
(T.I./Italia Estera)



 
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