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21 mar 2006Chianello (F I) incontra gli italiani dello Stato di Rio

RIO DE JANEIRO, 21 MAR (Italia Estera) - Antonio Chianello, candidato al Senato per Forza Italia nella circoscrizione America Meridionale, continua la sua campagna per il Brasile, incontrando le comunità italiane che lo accolgono con molto entusiasmo. Parlando agli elettori di Nova Friburgo, ha ribadito la sua determinazione ad operare per risolvere i problemi della collettività. I punti essenziali rimangono sempre l’istruzione, l’assistenza sociale, la salute, oltre allo snellimento della burocrazia, soprattutto per il conseguimento della cittadinanza. Chianello si è messo a disposizione, ricordando che il motivo della sua entrata in politica si deve esattamente al fatto che lui stesso, e i suoi genitori prima di lui, hanno dovuto affrontare gli stessi ostacoli e solo con la forza della determinazione e della perseveranza sono riusciti a raggiungere l’obbiettivo di una vita dignitosa per loro e per i loro figli. L’insegnamento della lingua italiana a tutti gli italo-americani, desiderosi di abbeverarsi alla nostra secolare cultura, deve essere offerto con il minimo onere a carico degli alunni. Chianello pensa di avere già una soluzione che sia poco onerosa anche per il governo italiano, dato che qualsiasi altra alternativa diventerebbe utopica se si dovesse basare su finanziamenti che provengono dall’Italia. Sarà presentata una proposta di legge per l’utilizzo di professori italiani neolaureati, volontari, che offrano sei mesi del loro tempo a favore degli italiani all’estero. Esistono migliaia di volontari che affrontano pericoli e difficoltà per portare il loro contributo per alleviare le sofferenze delle popolazioni bisognose dei paesi del terzo mondo, a maggior ragione dovrebbero prestarsi, volentieri, ad aiutare i propri connazionali a riaccedere alle loro radici culturali. Così come giovani medici, anche loro neolaureati, potrebbero cedere parte del loro tempo per assistere, sempre come volontari, gli italiani indigenti che vivono nei paesi dell’America meridionale, presso gli ospedali italiani, o convenzionati con questi, avendone essi stessi un beneficio diretto a livello di esperienza professionale e umana. Ha quindi ricordato che quasi tutti gli antichi emigranti erano analfabeti e conoscevano appena il dialetto della propria regione. Lui stesso ha dovuto affrontare enormi difficoltà all’accedere al sistema scolastico sud americano, in quanto non capiva assolutamente quello che dicevano i professori. L’italiano lo ha imparato da autodidatta e con grande sacrificio personale. Per questo oggi, che è presidente dell’ente che amministra i corsi di italiano per gli oriundi, desidera, e ne farà un punto programmatico determinante, offrire ai suoi compatrioti che desiderino riavvicinarsi alla lingua e alla cultura italiana, la possibilità di accedervi senza grandi sacrifici. E, come presidente dell’Ospedale Italiano, del suo Centro Filantropico e della Casa di Riposo, conosce ed è in grado di porre in pratica le sue idee e i suoi progetti a favore delle persone indigenti. (EPacelli)
 



 
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