ROMA, 8 MAR.(Italia Estera) - In un editoriale intitolato "La scelta del 9 aprile", il direttore del Corriere della Sera, Palo Mieli, scrive oggi che l'Unione "ha i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni". Il direttore del quotidiano di Via Solferino spende giudizi positivi per Francesco Rutelli (che ha creato "un grande partito liberaldemocratico") e per Piero Fassino, che ha traghettato i postcomunisti nel campo riformista; ma anche per Rifondazione Comunista, di cui ricorda la svolta pacifista e l'impegno contro la scalata del "Corriere". Parole di apprezzamento anche per la Rosa nel Pugno, definita "la novità più rilevante" della campagna elettorale. Nelle ultime parole dell'editoriale, una coda velenosa per Silvio Berlusconi: Mieli dice che sarà un bene se nel centrodestra cresceranno le due punte alternative al premier, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini.
''Anche adesso dopo le polemiche che ci sono state non cambierei nulla del mio editoriale. Forse lo scriverei più lungo e brodoso anche se rimango convinto che fare una cosa semplice e asciutta sia il miglior modo per scrivere un editoriale''. Così il direttore del 'Corriere della Sera', Paolo Mieli, commenta le reazioni di oggi in un'intervista esclusiva a Gad Lerner, all'Infedele su La7.
''Ogni volta che ho diretto un giornale nei momenti topici ho sempre dato indicazioni di voto e le copie sono sempre aumentate e non diminuite - ha proseguito Mieli -. Io esprimo costantemente le mie opinioni; potevo essere ipocrita e far passare le mie idee tra le righe invece ho scelto di essere sincero e di dire quello che penso. Poi ovviamente i nostri lettori avranno libertà di pensarla liberamente e credo che il giornale non perderà una sola copia''.
In merito all'accusa di aver seminato zizzania nella coalizione di centrodestra, Mieli ha osservato che ''se An e Udc, per il modo in cui sono guidati, aumenteranno la loro forza faranno del bene al centrodestra. L'auspicio di una vittoria del centrosinistra non vuol dire che debba finire il bipolarismo: se il centrosinistra fallirà mi auguro che ci sia un forte centrodestra pronto a governare''.
"I lettori del Corriere già sapevano di leggere qualcosa di vicino all'Unità", è il secco commento di Berlusconi. I suoi fedelissimi lo descrivono come parecchio contrariato per l'affondo del quotidiano milanese. Il premier, racconta chi lo ha incontrato, è convinto che si tratti di una sorta di "ritorsione" alle sue critiche al presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo.
Gianfranco Fini vede nell'editoriale del "Corriere" "uno smaccato tentativo di seminare zizzania nel centrodestra". Il leader di An respinge gli apprezzamenti di Mieli: "Noi non abboccheremo all'amo, memori dell'antico 'timeo Danaos e dona ferentes' ". Anche Pier Ferdinando Casini giudica "inconsueto" l'editoriale di Mieli, e respinge anch'egli l'apertura di credito verso l'Udc. In ogni caso, dice il presidente della Camera, la scelta di campo del "Corriere" dimostra che sono false le accuse della sinistra a Berlusconi di aver leso la democrazia, "visto che il più importante giornale italiano dice di preferire i suoi avversari". La Lega Nord non nasconde il proprio sconcerto. Per Roberto Calderoli l'intervento di Mieli "é un intervento a gamba tesa sulla caviglia dell'arbitro, cioé del popolo".
Il coordinatore nazionale di Forza Italia Sandro Bondi dice: Con l'editoriale di Paolo Mieli il Corriere della Sera conferma "il progressivo distacco dagli elettori moderati" e sancisce "il venir meno dell'indipendenza" del quotidiano di via Solferino. Ed osserva che "l'annuncio del direttore del Corriere della Sera di schierare in questa competizione elettorale il primo quotidiano italiano a favore della sinistra da una parte è una decisione di trasparenza, conseguente e coerente con il venir meno da tempo dell'indipendenza del quotidiano di via Solferino". "Dall'altra parte - aggiunge Bondi - è la conferma del suo progressivo distacco rispetto alla volontà della maggioranza degli elettori moderati, laici e cattolici, e del drammatico abbandono del suo ruolo storico di propulsore della modernizzazione civile ed economica del nostro Paese"
Il Presidente emerito della Repubblica Cossiga dice:"moralmente onesto, giornalisticamente corretto e politicamente coraggioso articolo di fondo di Paolo Mieli sul Corriere della Sera, con cui dichiara la sua 'propensione di voto' per il centrosinistra e dichiara che il giornale da lui diretto si schiera a favore de L'Unione". "Ricordo - prosegue il senatore a vita - che la stampa americana, compresi il Washington Post ed il New York Times, prendono sempre posizione a favore di candidati e di partiti nelle elezioni americane, da quelle per la presidenza a quelle per il Congresso, a quelle anche per il sindaco ed il governatore di New York o, per gli altri giornali, per altri Stati ed altre città
Romano Prodi con il suo il sorriso: "Sono contento. Va bene l'editoriale e va ancora meglio la maretta che ha creato". Secondo Francesco Rutelli, la scelta del "Corriere" dimostra che "una parte importante del paese è con il centrosinistra". In più Rutelli dice di essere "lieto e onorato" del giudizio positivo del giornale milanese. Ringrazia caldamente anche Fausto Bertinotti con uno "chapeau" al direttore del "Corsera" e al suo "grande gesto di trasparenza democratica". Piero Fassino si prende l'incarico di difendere Mieli, "attaccato brutalmente dal centrodestra". Gli attacchi al direttore del "Corriere della Sera", secondo il segretario della Quercia, dimostrano "l'affanno e la disperazione" della coalizione guidata da Berlusconi. La Rosa nel pugno, sull'onda del riconoscimento venuto da Mieli, chiede all'Unione di seguire con più decisione la strada del riformismo. Mentre Clemente Mastella, il cui partito non è stato citato nell'articolo di fondo del "Corriere", dice: "Mi dispiace, forse Mieli ha in mente altre cose, come il partito democratico".