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02 mar 2006FRANCO NARDUCCI su "Famiglia e programmi elettorali"

 
Prodi: 2 mila e 500 euro all'anno per ogni bambino
 
ZURIGO, 2 MAR. (Italia Estera) - È veramente difficile ritrovarsi nella marea di promesse che il Presidente del Governo Silvio Berlusconi elargisce agli italiani; promesse per lo più contraddittorie, perché meno tasse mal si concilia con nuove spese. Pensioni a 800 euro per i più anziani, massicci investimenti nella ricerca scientifica, defiscalizzazione del lavoro straordinario, abolizione del canone tv, bonus per gli affitti, libri di scuola gratis, illuminazione delle strisce pedonali, la casa per tutti, e altre donazioni che non si sa con quali risorse saranno finanziate, perché il dissesto dei conti pubblici è destinato ad aumentare  ulteriormente se il paese non uscirà dalla stagnazione che lo sta schiacciato in questi ultimi anni. Senza sane e lungimiranti politiche economiche, sarà impossibile mantenere le "promesse elettorali", ma soprattutto evitare il tracollo dell'economia nazionale.
Mi pare più credibile e assolutamente serio, dunque, ridurre il costo del lavoro, con un taglio di 5 punti del cuneo fiscale, proposta che Prodi ha messo al centro del programma dell'Unione. La riforma del mercato del lavoro e l'alleggerimento del cuneo fiscale sul lavoro stesso hanno avuto una forte centralità nell'ultimo mandato di Gerhard Schröder e la signora Angela Merkel ha ereditato una situazione che definire incoraggiante è rendere onore all'impegno dell'ex cancelliere tedesco.
Anche le politiche per la famiglia occupano uno spazio di primo piano nei discorsi e nei programmi che partiti e politici stanno presentando agli italiani. Tralasciando gli slogan creati per catturare il consenso elettorale e concentrando l'attenzione sulle proposte fattibili, ha destato grande interesse il bonus di 2 mila e 500 euro l'anno che Prodi vuole introdurre, già a partire dalla prossima finanziaria, per i bambini da zero a tre anni, con l'intenzione di estenderlo progressivamente fino al compimento del diciottesimo anno.
La proposta merita considerazione anche tra gli italiani che vivono in Svizzera, perché gli assegni familiari sono un aspetto cardine  per le politiche della famiglia, che devono sempre di più confrontarsi con le difficoltà economiche crescenti. La notizia dell'aumento delle difficoltà finanziarie,  come prova la crescita dell’indebitamento e  le stime della Caritas sull'aumento della povertà in Svizzera - un settimo della popolazione totale vive nella precarietà e il trend rivela una sua progressiva accentuazione - ha destato grande scalpore all'inizio di quest'anno. Con molta probabilità la forbice tra chi guadagna sempre più e chi sempre meno non si arresterà. Dunque, il rafforzamento delle politiche a sostegno delle famiglie dovrebbe occupare un posto di rilievo nell'agenda politica del Parlamento elvetico.
Gli assegni familiari attuali sono insufficienti e ingiusti. In alcuni Cantoni ammontano a 150 Franchi mensili per bambino, mentre nel Vallese l'importo è di 260 Franchi per i primi due figli e di 344 Franchi a partire dal terzo. Si deve inoltre considerare che per 300 mila bambini, figli di lavoratori autonomi o di genitori senza occupazione, non vengono corrisposti assegni.
Questa realtà frammentata aveva indotto  la confederazione sindacale Travail.Suisse a lanciare l'iniziativa popolare "Più giusti assegni per i figli" per uniformare la normativa dei Cantoni a livello di prestazioni erogate, portandole a 450 Franchi per ogni bambino, con un esborso supplementare per Confederazione e Cantoni, calcolato in 4,4 miliardi di franchi annui, poiché si prevede di lasciare inalterato il contributo dei datori di lavoro, pari a 3,9 miliardi di Franchi.
"I bambini sono il nostro avvenire": questo slogan ha accompagnato la raccolta delle firme per l'iniziativa popolare di Travail.Suisse. Ma in una fase di trasformazioni radicali come quelle che stiamo vivendo, in cui le famiglie socialmente deboli sprofondano sempre più nella povertà, i bambini sono considerati da molte coppie come un rischio di povertà. Lo confermano il trend dello sviluppo demografico e le previsioni sulla popolazione scolastica del prossimo decennio.
Questo quadro a tinte fosche, fa precipitare in secondo piano i valori rappresentati dai bambini, fonte di rinnovo della società, capaci di dare forza all'appartenenza alla famiglia e alla società, al futuro dell'economia e al nostro sistema di previdenza sociale.
Anche dalla Svizzera vogliamo incoraggiare Prodi e L'Unione a non demordere sul bonus per i bambini e a dare concretezza, una volta al Governo, a quelle che per ora sono pagine di un programma elettorale.
Franco Narducci
 



 
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