Intervista con il candidato di Vancouver scelto dall’Unione nella Circoscrizione Nord-Centro America
a cura di Alfredo IANNACCONE
VANCOUVER, 26 feb - (Italia Estera) - Da anni si batte per le problematiche degli Italiani nel Mondo e si attiva per tutelare gli interessi dei nostri connazionali all’estero. Prima a Londra e poi a Vancouver, l’irpino di Calabritto Rocco Di Trolio, attraverso il locale Comites (del quale è stato presidente per un decennio) e di recente attraverso il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ha raccolto quei consensi che lo hanno portato ad essere stato scelto dall’Unione di Romano Prodi come candidato per il Senato nella Circoscrizione Nord- Centro America per le prossime elezioni politiche.
Lo abbiamo intervistato ascoltando dalla sua voce con quali prospettive sta vivendo l’esperienza della candidatura per il parlamento italiano.
L’Unione ha ufficializzato qualche giorno fa le liste dei candidati per la Circoscrizione Estero. Lei è l’unico a concorrere dal Canada per il Senato. Da italiano e da irpino, quali sono le sue sensazioni a caldo riguardo a questa nuova esperienza che si accinge a intraprendere?
Posso dire con certezza di essere prima di tutto onorato che l’Unione punti su di me, e poi avverto dentro di me sentimenti come orgoglio e responsabilità, per il ruolo che potrei avere la possibilità di occupare. In ogni caso la candidatura rappresenta di per sè già una grande vittoria per me, comunque vada. Il coronamento all’impegno profuso.
Come emigrato e come italiano lei da anni si batte e convive con le problematiche degli italiani all’estero. Cosa significa concorrere per rappresentare i suoi connazionali nel Parlamento?
Vuol dire che se sarò eletto avrò la possibilità di essere non solo la voce degli italiani all’estero, ma farò in mondo che gli elettori partecipino attraverso di me a tutte le problematiche italiane, vivano insomma con me a pieno titolo quell’Italia alla quale sono rimasti così legati.
Quali sono i punti essenziali della sua campagna elettorale? Sicuramente il punto numero uno è la riapertura dei termini della cittadinaza italiana. Attraverso questo spinoso problema credo di non sbagliare dicendo di farmi interprete della voglia di italianità di tanti, di quel desiderio di avvicinarsi alla madrepatria che cresce sempre di più nei nostri connazionali.
Gli altri punti sono i seguenti: rafforzamento delle reti consolari, delle associazioni e degli Istituti di Cultura, sostegno sempre maggiore ai mezzi di informazione in lingua italiana all’estero, perchè ritengo che radio e giornali siano grandi veicoli di italianità e quindi si deve fare il possibile per evitare che possano sparire aumentando magari il contributo in loro favore. Poi mi batterò per il rafforzamento e l’ottenimento di maggiore dignità e autonomia da parte dei Comites e del Cgie e infine mi adopererò per la crescita sempre maggiore della cooperazione Italia-Canada.
Tante sono le battaglie che lei ha sostenuto per gli italiani in Canada prima da presidente del Comites di Vancouver e poi ora come consigliere del Cgie. Quali sono stati i traguardi piu significativi della sua carriera?
Io ricordo quando sono arrivato per la prima volta a Vancouver e un organo come il Comites neanche esisteva. Ho dato il mio contributo per creare un gruppo promotore, e oggi il Comites di Vancouver è espressione per eccellenza della società civile. Mi sono cioè adoperato per la creazione di un gruppo omogeneo, perchè questo organo oggi rappresenta a mio modo di vedere la più bella espressione della comunità, grazie alla presenza di imprenditori, operai, casalinghe.
Senza alcun dubbio, poi, tra i traguardi ottenuti c’è il sempre maggiore coinvolgimento delle donne nella vita comunitaria, perchè quella femminile è una tematica alla quale tengo particolarmente e infine come non posso citare la battaglia vinta per il ritorno in Canada di Rai International con le tante firme ottenute a Vancouver e il successo raggiunto dopo anni davvero difficili.
Coloro i quali da sempre non sono d’accordo con il voto degli italiani all’estero sostengono la tesi secondo la quale un emigrato che da anni vive lontano dalla propria patria non è coinvolto e non si sente legato alle problematiche del proprio paese, di conseguenza un suo voto non rappresenta una scelta idonea. Cosa ne pensa?
Secondo me non è vero, tutt’altro. Siamo nell’era della globalizzazione, ci si sposta da un continente all’altro in poco tempo, le persone viaggiano per lavoro e per piacere, e poi i mezzi di informazione come i giornali e internet ci consentono di conoscere le notizie in tempi brevissimi, anche quelle della nostra terra di origine così lontana. In quest’ottica il voto degli italiani all’estero è importante e fondamentale perchè il futuro candidato sarà la loro voce in Italia, insomma i nostri connazionali saranno presto chiamati a scegliere qualcuno che incarnerà i loro desideri di conoscenza, qualcuno che renderà con il suo operato ancora più saldo il filo che li lega alla madrepatria.
Le rivolgo una domanda riguardo ad una tematica molto scottante ed attuale che in questi giorni sta tenendo banco in Italia. Una sentenza della Cassazione ha decretato che nei casi di stupro di minorenni, se la vittima ha già avuto rapporti sessuali, lo stupro viene considerato meno grave. Cosa ne pensa?
Sono assolutamente esterefatto, si tratta di una sentenza scioccante,lo stupro resta stupro, è una violazione della dignità di una donna in tutte le forme possibili e immaginabili, e in quanto tale va sempre condannato e punito
Di questi tempi si discute molto di fanatismo religioso e di Islam. Siamo alle prese con fenomeni di intolleranza che rischiano di incrinare gli equilibri già difficili di molti paesi. Quale la sua opinione a riguardo?
Io penso che dobbiamo cercare il dialogo e il rispetto delle altre religioni, perchè prima di tutto conta la libertà di espressione in ogni sua forma. Occorre quindi instaurare una tolleranza e un equilibrio che ci portino a sanare queste incomprensioni così pericolose. Non esiste un dio maggiore o minore, più importante o meno importante, e nel caso del Ministro Calderoli sia la CdL che l’opposizione hanno fatto bene a dissociarsi dal suo comportamento in quanto è intollerabile che un Ministro agisca in questo modo.