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Il voto degli Italiani all'Estero

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27 feb 2006Di Trolio: “Sono orgoglioso di concorrere per il Senato”

Intervista con il candidato di Vancouver scelto dall’Unione nella  Circoscrizione Nord-Centro America
 
a cura di Alfredo IANNACCONE
 
VANCOUVER, 26 feb  - (Italia Estera) -  Da anni si batte per le problematiche degli Italiani nel Mondo e si attiva per tutelare gli interessi dei nostri connazionali all’estero. Prima a Londra e poi a Vancouver,  l’irpino di Calabritto Rocco Di Trolio, attraverso il locale Comites (del quale è  stato presidente per un decennio) e di recente attraverso il  Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ha raccolto quei  consensi che lo hanno portato ad essere stato scelto dall’Unione di  Romano Prodi come candidato per il Senato nella Circoscrizione Nord- Centro America per le prossime elezioni politiche.
 Lo abbiamo  intervistato ascoltando dalla sua voce con quali prospettive sta  vivendo l’esperienza della candidatura per il  parlamento italiano.
 
L’Unione ha ufficializzato qualche giorno fa le liste dei candidati  per la Circoscrizione Estero. Lei è l’unico a concorrere dal Canada  per il Senato. Da italiano e da irpino, quali sono le sue sensazioni a caldo riguardo a questa nuova esperienza che si accinge a  intraprendere?
Posso dire con certezza di essere prima di tutto onorato che  l’Unione punti su di me, e poi avverto dentro di me sentimenti come  orgoglio e responsabilità, per il ruolo che potrei avere la  possibilità di occupare. In ogni caso la candidatura rappresenta di  per sè già una grande vittoria per me, comunque vada. Il coronamento  all’impegno profuso.
 
Come emigrato e come italiano lei da anni si batte e convive con le  problematiche degli italiani all’estero. Cosa significa concorrere  per rappresentare i suoi connazionali nel Parlamento?
Vuol dire che se sarò eletto avrò la possibilità di essere non solo la voce degli italiani all’estero, ma farò in mondo che gli  elettori partecipino attraverso di me a tutte le problematiche  italiane, vivano insomma con me a pieno titolo quell’Italia alla  quale sono rimasti così legati.
Quali sono i punti essenziali della sua campagna elettorale? Sicuramente il punto numero uno è la riapertura dei termini della cittadinaza italiana. Attraverso questo spinoso problema credo di non  sbagliare dicendo di farmi interprete della voglia di italianità di  tanti, di quel desiderio di avvicinarsi alla madrepatria che cresce sempre di più nei nostri connazionali.
Gli altri punti sono i seguenti: rafforzamento delle reti consolari,  delle associazioni e degli Istituti di Cultura, sostegno sempre  maggiore ai mezzi di informazione in lingua italiana all’estero,  perchè ritengo che radio e giornali siano grandi veicoli di  italianità e quindi si deve fare il possibile per evitare che possano  sparire aumentando magari il contributo in loro favore. Poi mi batterò per il rafforzamento e l’ottenimento di maggiore  dignità e autonomia da parte dei Comites e del Cgie e infine mi  adopererò per la crescita sempre maggiore della cooperazione Italia-Canada.
 
Tante sono le battaglie che lei ha sostenuto per gli italiani in  Canada prima da presidente del Comites di Vancouver e poi ora come  consigliere del Cgie. Quali sono stati i traguardi piu significativi  della sua carriera?
Io ricordo quando sono arrivato per la prima volta a Vancouver e un  organo come il Comites neanche esisteva. Ho dato il mio contributo per creare un gruppo promotore, e oggi il  Comites di Vancouver è espressione per eccellenza della società  civile. Mi sono cioè adoperato per la creazione di un gruppo  omogeneo, perchè questo organo oggi rappresenta a mio modo di vedere  la più bella espressione della comunità, grazie alla presenza di  imprenditori, operai, casalinghe.
Senza alcun dubbio, poi, tra i traguardi ottenuti c’è il sempre  maggiore coinvolgimento delle donne nella vita comunitaria, perchè  quella femminile è una tematica alla quale tengo particolarmente e  infine come non posso citare la battaglia vinta per il ritorno in  Canada di Rai International con le tante firme ottenute a Vancouver e il successo raggiunto dopo anni davvero difficili.
 
Coloro i quali da sempre non sono d’accordo con il voto degli  italiani all’estero sostengono la tesi secondo la quale un emigrato  che da anni vive lontano dalla propria patria non è coinvolto e non  si sente legato alle problematiche del proprio paese, di conseguenza  un suo voto non rappresenta una scelta idonea. Cosa ne pensa?
Secondo me non è vero, tutt’altro. Siamo nell’era della  globalizzazione, ci si sposta da un continente all’altro in poco  tempo, le persone viaggiano per lavoro e per piacere, e poi i mezzi  di informazione come i giornali e internet ci consentono di conoscere  le notizie in tempi brevissimi, anche quelle della nostra terra di  origine così lontana. In quest’ottica il voto degli italiani  all’estero è importante e fondamentale perchè il futuro candidato  sarà la loro voce in Italia, insomma i nostri connazionali saranno  presto chiamati a scegliere qualcuno che incarnerà i loro desideri di  conoscenza, qualcuno che renderà con il suo operato ancora più saldo  il filo che li lega alla madrepatria.
 
Le rivolgo una domanda riguardo ad una tematica molto scottante ed attuale che in questi giorni sta tenendo banco in Italia. Una  sentenza della Cassazione ha decretato che nei casi di stupro di  minorenni, se la vittima ha già avuto rapporti sessuali, lo stupro  viene considerato meno grave. Cosa ne pensa?
Sono assolutamente esterefatto, si tratta di una sentenza scioccante,lo stupro resta stupro, è una violazione della dignità di una donna  in tutte le forme possibili e immaginabili, e in quanto tale va  sempre condannato e punito
 
Di questi tempi si discute molto di fanatismo religioso e di Islam. Siamo alle prese con fenomeni di intolleranza che rischiano di  incrinare gli equilibri già difficili di molti paesi. Quale la sua  opinione a riguardo?
Io penso che dobbiamo cercare il dialogo e il  rispetto delle altre religioni, perchè prima di tutto conta la  libertà di espressione in ogni sua forma. Occorre quindi instaurare  una tolleranza e un equilibrio che ci portino a sanare queste incomprensioni così pericolose. Non esiste un dio maggiore o minore, più importante o meno importante, e nel caso del Ministro Calderoli   sia la CdL che l’opposizione hanno fatto bene a  dissociarsi dal suo  comportamento in quanto è intollerabile che un Ministro agisca in  questo modo.



 
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