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24 feb 2006L’Italia è stata fatta, gli Italiani non ancora… di Gennaro Buonocore

Lettera aperta di Gennaro Buonocore, Vice Coordinatore CTIM-USA:

PHOENIX, 24 FEB. - (Italia Estera) - Avere assistito al “Porta a Porta” di lunedì sera non ha proprio giovato al mio sonno. Un’ennesima gara di insulti, facezie ed urla mi ha mandato a letto con il magone. A quarant’anni dovrei essere abituato alla classica aria pre-elettorale ma quest’anno non riesco proprio a digerirla. Vi prego di credere che non ce la faccio più. Sono convinto che questo “Porta a Porta” finirà per giovarmi nel medio e lungo termine. La verità e che la solita maniera di fare politica è diventata completamente anacronistica nel terzo millennio. Quante volte siamo stati incoraggiati a basare le proprie scelte sul timore di quello di cui sarebbero capaci gli avversari politici? E lo abbiamo fatto.

Dov’è finita la nostra integrità?
Ora mi chiedo: come si può essere lucidi, equi ed integri quando ci vediamo impossessati da un profondo timore di perdere, da una paura degli altri? Porre l’attenzione di noi Italiani sulle immancabili carenze dell’avversario è immaturo, fuorviante e soprattuto non aiuta a raggiungere il tanto anelato sogno: l’unità nazionale. È mai possible che i nostri rappresentanti non si siano resi conto di chi siamo in realtà. Perchè la politica attuale cerca ancora, nel 2006, di riscoprire timori antichi ai fini del confronto elettorale: il siciliano contro il leghista, il comunista contro il fascista, il cattolico contro l’ateo e si perde di vista il nesso della Patria.

Gli Italiani che ho imparato a conoscere e che amo con tutta la mia anima non hanno paura. Gli stessi Italiani che hanno sempre avuto il coraggio di dimostrare la propria unica grande ricchezza: il sapere amare il prossimo. Gli Italiani che non riescono ad essere cinici, quelli che sanno essere solidali con tutti, quelli che fanno tesoro delle tragedie della vita e che sanno piangere e sorridere nello spazio di pochi momenti. Gli Italiani che sanno morire per la salvezza degli altri.
Gli Italiani che difendono i più deboli, Gli Italiani compassionevoli.

Il vero export dell’Italiano nel mondo non consiste nellle piastrelle di ceramica o nel vino doc, è la capacità di saper vivere e di amare facendo dimenticare all’interlocutore tutte le limitazioni autoimposte dell’essere umani. Siamo usciti dalle tragiche ceneri della Seconda Guerra Mondiale ma ne portiamo ancora le cicatrici sociali. A voi tutti cari connazionali chiedo di pensare ai nostri figli, dando l’esempio più eroico che è quello di stringere la mano a colui che consideriamo un avversario e di farlo con onore e soprattutto con vero amore. Lasciamo ai nostri figli un’Italia ed un Mondo migliori. Essi non sanno cosa sia il Fascismo o i “Polentoni” e continuano a ridere delle nostre incomprensibili “bagarre” e della comicità delle nostre discordie. Chiunque vinca alle elezioni andrà bene basta che ricordi e faccia sue le parole di un nostro grande conterraneo. San Francesco d’Assisi diceva: “esco a cambiare il mondo, e comincio da me.”

L’anno scorso so di avere consciamente attaccato il Console Generale d’Italia a Los Angeles con una satira inutile e poco edificante. A Diego Brasioli vanno tutte le mie più sentite scuse e voglio che sappia che sono sinceramente dispiaciuto di avergli potenzialmente causato dispiacere.
Pubblicamente, estendo le mie scuse a tutti coloro che ho turbato con la mia polemica fuori luogo. Vi prometto che a dispetto delle mie passioni dalla mia penna non uscirà mai più una polemica oltraggiosa. Vi prego di accettarle in nome della vera italianità quella che sono certo ci accomuna. Sono fiero di essere un vostro connazionale.

Con sincerità, Gennaro Buonocore




 
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