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Il voto degli Italiani all'Estero

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Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
14 feb 2006La Voce d'Italia di Caracas intervista il Ministro Tremaglia

ROMA, 14 FEB. - La Voce d’Italia, alla vigilia delle prossime elezioni politiche, ha presentato il Ministro degli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia, in un’intervista curata dalla giornalista Edda Cinarelli, come un combattente vero che non conosce ostacoli. Generoso ed entusiasta, tutto proteso a "lanciare il suo cuore oltre l’ostacolo" nel raggiungimento della battaglia che ha caratterizzato tutta  la sua vita. Pubblichiamo qui  il testo integrale che apparirà sul giornale in lingua italiana edito a Caracas.

D. Come si sente alla vigilia delle elezioni?
R.
Come un combattente che deve arrivare a vincere quella che è stata la battaglia di tutta la sua vita.

D. L’ing. Franco Livini è il suo candidato per l’area sud americana. Livini è una persona che apprezzo immensamente, presidente di Pirelli Sociedad de Mandatos Argentina, dell’Ospedale Italiano e dell’Associazione Culturale Cristoforo Colombo, ma pensa che ce la farà contro la sinistra e contro Pallaro?
R.
Sicuramente, perché se lo merita ed è visto con entusiasmo da tutti gli italiani. Potremmo dire che Buenos Aires è la capitale di tutto l’impegno di questi anni ed è simbolo e segnale di una nostra netta vittoria.

D. Riferendoci proprio a Buenos Aires, mi sembra invece, che la vittoria, non sia poi così tanto assicurata. Non bisogna sottovalutare la sinistra: ho l’impressione che stia facendo un buon lavoro, attraverso alcuni parlamentari argentini di origine italiana con un grande ascendente sul cittadino medio. Altrettanto fa Pallaro con il Movimento delle associazioni italiane in Sud America. Francamente, mi sembra che oggigiorno, tra tutti i candidati, sia quello con più possibilità di essere eletto senatore.
R.
Lei sa che si gioca su un avvenimento straordinario, che è quello del voto degli italiani all’estero. Far votare milioni di italiani è un merito, ed è un merito mio. Io ho portato democrazia nel mondo, per far questo ho fatto cambiare due volte la Costituzione ed ho fatto approvare la legge 459 del voto per corrispondenza. Tutte queste cose le ho ottenute io. Allora se c’è una lista che si chiama: Per l’Italia nel mondo con Tremaglia, ecco, questo "con" dovrebbe essere vincente, perchè tutti gli italiani all’estero, sanno che questa possibilità la devono a me. È un fatto storico. E lo ripeto: se non ci fossi stato io, tutti quelli che voteranno non lo avrebbero potuto fare, perciò se c’è una lista, chiamiamola civica, dove ci sono persone eccezionali, che si chiama Per l’Italia nel mondo con Tremaglia dovrebbe vincere.

D. Chi c’è nella lista, a parte Livini?
R.
Squillari, rappresentante del Coni ed Angeli, presidente della Camera di Commercio italiana di Rosario. Sono super candidati.

D. Non crede di sottovalutare Pallaro, che da anni ha stretto patti ed alleanze con rappresentanti delle associazioni italiane di tutta l’area sud americana?
R.
Loro hanno fatto le elezioni del Comites, i referendum, non hanno fatto le politiche. Se Lei leggesse un’indagine, che è stata realizzata sulle elezioni all’estero e sulla fiducia a Tremaglia, che io non faccio altro che riportare, non la penserebbe così. Tremaglia ha un consenso, in generale, secondo questa indagine, del 72 per cento. La percentuale cambia secondo i singoli Paesi, ma è proprio in Argentina, dove la fiducia nei riguardi di Tremaglia arriva al 91 per cento.

D. Signor Ministro, credo che in Argentina questo dato rispecchi il sentimento di una parte della popolazione italiana, ma Le ripeto che non si devono sottovalutare i rivali politici, tra cui Pallaro, che secondo un articolo apparso sul giornale La Repubblica, circa un mese fa, avrebbe affermato di essere apolitico, apartitico e, nel caso fosse eletto, di stare dalla parte della coalizione vincitrice per ottenere il maggior numero di benefici per gli italiani all’estero. Qual è la Sua opinione in proposito?
R.
Bella morale! Anche Pallaro deve capire che ci troviamo di fronte ad un episodio storico, che non lo ha ottenuto lui, ma io. Da anni lotto per i diritti degli italiani all’estero, ho sempre detto che devono avere gli stessi diritti di quelli in patria. Tutto l’aspetto legislativo, questa grande operazione li ho seguiti io. A parte il voto, ho lottato anche perché avessero la pensione minima di un milione di lire al mese. Dal 2003, godono di questa pensione, tradotta poi nei singoli Paesi, ed ora voglio che abbiano anche gli arretrati.  Sono certo che i nostri connazionali all’estero hanno la memoria lunga e non si fanno fuorviare. Sanno benissimo chi ha lottato negli anni perché oggi loro possano avere la possibilità di votare.

D. È così, ma pensa che la gente al momento opportuno se ne ricorderà o non voterà piuttosto chi le conviene?
R.
Ho fiducia nella gente, nessuno riesce a cambiare due volte la Costituzione, io l’ho fatto.

D. Dopo questo traguardo se ne prefigge un altro?
R.
Con queste elezioni, gli italiani all’estero diventano una componente essenziale della politica italiana, nessuno qui se ne era accorto, ma gli italiani nel mondo sono eccezionali. Oltre i confini nazionali, abbiamo tre milioni e mezzo di votanti, 60 milioni di persone sono di origine italiana, così come 395 parlamentari in tutto il pianeta. Questo è il Sistema Italia e si articola ovunque, sia sul piano culturale, che su quello economico e scientifico: è una grande ricchezza. Ho portato a termine una serie di convegni: dai parlamentari agli scienziati, dai ristoratori ai missionari italiani. Ho fatto istituire la Confederazione degli imprenditori italiani all’estero, sono circa 20mila, con un Consiglio direttivo che esprime un fatturato di otto miliardi di euro: una vera potenza economica! Vede in questi giorni si è celebrato il giorno della Memoria, che riguarda i nostri esuli, le foibe. Se non me ne fossi occupato io, chi lo avrebbe fatto? Ho realizzato il Convegno dei missionari italiani nel mondo e concludo la settimana prossima, con un convegno delle donne. Lungo questi anni ho cercato anche di promuovere lo studio della lingua italiana all’estero, mi sono battuto per gli Istituti Italiani di Cultura, ho fatto un accordo con la signora Cuomo per insegnare italiano in 500 scuole negli Usa. Le sembra poco?

D. Mi sembra uno sforzo immane, ma è già stato istituito il giorno dell’emigrante italiano nel mondo?
R.
L’8 agosto, il giorno della tragedia di Marcinelle, in cui 136 italiani sono morti in una miniera maledetta in Belgio. Questo giorno è dedicato al lavoro degli italiani nel mondo. Anche questo l’ho proposto io, mica la sinistra e questo Governo con un decreto ha istituito questa giornata.

D. Ministro, Lei crede veramente che i trattati prevedessero uomini a cambio di carbone? In Argentina erano uomini a cambio di grano?
R.
Può darsi, è stato così in tutto il mondo. I nostri emigranti sono stati trattati in questo modo. Dopo hanno fatto cose eccezionali, strade, scuole per arrivare a 395 parlamentari di origine italiana. Tutto questo non è importante? Nella lista ho messo persone valide, io non mi metto come partito.

D. Non crede in fondo di fare le stesse dichiarazioni di Pallaro?
R.
Da una vita mi batto per gli interessi degli italiani nel mondo, chi mi vota sa perfettamente come sono, ho sempre avuto una linea di condotta coerente con il mandato che mi sono prefisso, quello di dare pari dignità, eguali diritti agli italiani all’estero.

D. Come vede il panorama post elettorale?
R.
L’Europa deve guardare più a sud, verso l’America Latina. Nell’UE c’è anche la Spagna, che come l’Italia conta molte persone nel sud, l’Europa deve guardare da quella parte per stringere grandi alleanze: culturali, politiche, scientifiche ed economiche.

Edda Cinarelli, La Voce d’Italia/Italia Estera




 
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