WASHINGTON, 8 FEB. (Italia Estera) - “Non c'è dubbio che chi fa parte del CGIE abbia a cuore inequivocabilmente gli interessi delle comunità italiane all'estero; dopo tutto (a parte i nominati per i quali ci ha pensato il TAR) sono stati, in primo luogo, eletti ai Comites e poi, (eletti dagli eletti) selezionati per il CGIE. Il CGIE è parte integrale dei Comites: COMITES/CGIE - CGIE/COMITES”.
E’ quanto ribadisce il Presidente del Comites di Washington, Carmelo Cicala (che è anche coordinatore dei Comites USA), facendo riferimento all’intervento di Giorgio Mauro (v. Inform n. 26) in difesa del ruolo dei Comites, un ruolo che secondo Mauro si rafforzerà dopo che saranno stati eletti i diretti rappresentanti degli italiani all’estero nel Parlamento italiano.
Sostiene invece Cicala: “Come espresso nel mio intervento del 24 gennaio (vedi Italia Estera ???????) - riaffermo che dalle prossime elezioni politiche gli italiani all'estero saranno rappresentati oltre che a livello locale dai Comites, a livello nazionale dai neo-eletti. E i nostri parlamentari potranno interloquire direttamente con i Comites, veri e soli rappresentanti delle comunità. Questa la palese verità, perché il CGIE non ha scopo di esistere”.
“Ribadisco, il CGIE non ha scopo di esistere nella presente forma – prosegue Cicala -, in quanto, nel mio stesso intervento, nella ‘ricetta’ per rilanciare i Comites, (di cui il CGIE è ‘un offspring’) faccio appello alla riforma della legge istitutiva dei Comites e CGIE, auspicando fra l'altro che...omissis...2) I Comites saranno eletti a suffragio universale come da presente legge. Continueranno ad avere il Comitato dei Presidenti, che unitamente a 4 colleghi nominati dagli stessi eletti ai Comites per i 4 collegi elettorali, costituiranno il Consiglio dei Comites con i quali i parlamentari del Gruppo degli Italiani all'Estero si consulteranno semestralmente a Roma...” .
“Insomma, smettendo di fare il gioco di parole, chiamiamolo come volete, un gruppo essenzialmente ridotto a 20 che continui il ruolo del presente CGIE, selezionato in modo da rappresentare al massimo tutti i connazionali nelle area geografiche dei collegi elettorali e non ristretti alle aree di maggiore densità demografica, eliminando tutte le spese inerenti a ulteriori elezioni, trasferte, diarie, che sono state la triste realtà della presente struttura CGIE. L'ex consigliere Zuccarello (vedi Italia Estera ) è stato molto eloquente nel suo intervento”.
“Questa la strada indicata dai Presidenti Comites degli USA – precisa Cicala - , che esprimono la quasi unanimità degli eletti ai Comites delle varie circoscrizioni. Un Comites a due livelli: Circoscrizioni locali e Consiglio di rappresentanza generale. Si chiameranno CGIE, COMITES, COEMIT, chissa? Non è relativamente importante. Quel che conta sono i compiti che gli saranno assegnati e come saranno svolti”.
“A parere non solo mio – conclude il Presidente del Comites di Washington e coordinatore dei Comites degli Stati Uniti - il CGIE della presente legislatura (come pure delle passate) non ha riportato pagelle meritorie di lodi, tutt'altro, e come tale (errare è umano, perseverare diabolico) deve essere rimandato a casa e l'intera struttura riesaminata. Senza se, senza ma”.