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17 gen 2006Ferretti (CTIM) interviene sull'articolo pubblicato da Repubblica a firma di Guido Rampoldi

ROMA, 17 GEN. (Italia Estera) - Anche  Gian Luigi Ferretti Coordinatore Generale del CTIM (Comitati Tricolori degli Italiani nel Mondo) interviene sull'articolo pubblicato da Repubblica a firma di Guido Rampoldi "QUEGLI ITALIANI CHE SOGNANO MONTECITORIO":  (vedi Italia Estera )

Il giornalista de “La Repubblica” Guido Rampoldi  pare sia stato a Buones Aires per scrivere il suo pezzo, ma avrebbe potuto tranquillamente scriverlo standosene a casa, visto che è chiaramente opera di un prevenuto che ha visto quello che voleva vedere, ha ascoltato quello che voleva ascoltare.
Ha ripetuto tutte quelle baggianate usate un tempo dalla sinistra per negare il voto agli italiani all’estero (non pagano le tasse, non capiscono nulla di politica, non parlano neppure un italiano forbito) che pensavo ormai sepolte da tempo.
Intanto un giornalista serio ed informato non dichiarerebbe, come riportato in un’intervista ad una agenzia di stampa: 18 seggi non sono pochi. Se ci fosse un pareggio tra Berlusconi e Prodi, potrebbero essere assegnati a chi avesse anche solo due voti in più per diventare presidente del Consiglio”.
Infatti un giornalista serio e preparato dovrebbe sapere che la nuova legge elettorale italiana prevede che alla coalizione che ottiene 1 voto in più dell’altra sul territorio nazionale (non c’entrano i 18 parlamentari eletti nella circoscrizione esteri) venga assegnato un premio di maggioranza che le permetta di governare.
Il nostro pare affetto da una vera e propria sindrome: vede democristiani dappertutto. Da uomo di sinistra che scrive su un giornale di sinistra si è mai accorto di un Mastella, un Castagnetti, una Rosi Bindi o di un Prodi?
Se sì, perché  continua a definire democristiani  Luigi Pallaro, che forse lo fu, ma che nel sito www.azzurrinelmondo.it  è indicato come responsabile di Forza Italia in Argentina o Riccardo Merlo, che so per certo non essere mai stato né diventato democristiano ?
Dice che alcuni di loro parlano “un buon itagnòl, quell’italiano ibridato con l’espagnol che si può comprendere facilmente”. Io ho sempre compreso con grande difficoltà la parlata italo-nuschese di un De Mita, che pure è stato persino Presidente del Consiglio.
Quando poi pontifica: “ Nel Parlamento italiano bisognerebbe far politica non aggiustare gli interessi di certe categorie”  a quale Parlamento si riferisce? A quello marziano?  Non certo a quello italiano. Non credo ci sia bisogno di fare esempi di singoli parlamentari, di correnti e di partiti che quotidianamente fanno “gli interessi di certe categorie”. Ha mai sentito parlare di forti lobby quali Confindustria o Cooperative rosse? Per non parlare dei partiti che dichiarano di fare gli interessi dei lavoratori dipendenti, dei cattolici, delle minoranze linguistiche o quant’altro.
Se comunemente si definisce  “politica”  quella attività umana, che si esplica in una collettività, il cui fine ultimo - da attuarsi mediante la conquista e il mantenimento del potere - è incidere sulla distribuzione delle risorse materiali e immateriali, non vedo nulla di abominevole nel fatto che gli eletti dalle comunità italiane nel mondo si prefiggano di incidere sulla distribuzione delle risorse a favore degli italiani all’estero.
Nulla di strano che qualcuno si prefigga di usare “il voto come potere di scambio per ottenere un’attenzione particolare per gli italiani all’estero”. E’ quanto i rappresentanti di altre minoranze (valdostani, altoatesini) fanno apertamente da sempre a favore delle loro comunità.
Non riesco pertanto a capire cosa ci sia di tanto brutto nel fatto che Graziella Laino, da molti anni iscritta al CTIM (altro che l’affermazione “di politica non so nulla” che le viene messa in bocca) e che parla un buon italiano (come si può verificare ascoltando il suo programma radiofonico “Italia eterna”), vorrebbe battersi per l’assegno sociale.
L’impressione è che Rampoldi abbia voluto girare un film di fantasia dal titolo “Sotto il folclore niente”.
Ma 9 aprile dovrà  accorgersi anche lui che la realtà è un’altra e che i Parlamentari degli italiani nel mondo, di destra e di sinistra, saranno una grande ricchezza per l’Italia perché rappresenteranno un formidabile strumento di collegamento organico dei 4 milioni di cittadini italiani residenti all’estero ed i 60 milioni di oriundi (il nostro Commonwealth ) con la Madrepatria.
Questa è la meravigliosa intuizione del padre del voto, Mirco Tremaglia, che cita sempre i 395 Parlamentari di origine italiana, i Ministri, i Sindaci, gli imprenditori, gli scienziati, gli artisti, i missionari, i ristoratori e tutti coloro che, riportati nel Sistema Italia, possono contribuire ad incidere profondamente anche nella politica estera per costruire un grande ponte politico, culturale ed economico tra l’Italia ed i Paesi del mondo, soprattutto tra l’Europa e quell’America Latina.
Sì, quell’America Latina che Rampoldi ha visitato ma non ha capito, o voluto capire.
Lui ha solo incontrato un tale che diceva: “ Nunn ‘o saccio pe’ chi vvota”.
 
 
Gian Luigi Ferretti
Coordinatore Generale del CTIM
 
 



 
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