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21 mar 2006'Adnkronos Confronti', Boniver e Danieli sulla politica estera

Il sottosegretario agli Esteri: ''Rafforzate le relazioni con gli Usa''. Il senatore della Margherita: ''Vogliamo lavorare per un nuovo protagonismo italiano''
*
Nella foto Margherita Boniver e Franco Danieli al Palazzo dell'Informazione (Adnkronos)ROMA 21 MAR -(Italia Estera) -  La politica estera dell'Italia ma anche le parole del cardinal Ruini riguardo al prossimo appuntamento elettorale, e poi la questione irachena e il problema Iran. Questi i temi di discussione affrontati oggi nel confronto ospitato al Palazzo dell'Informazione tra Margherita Boniver, sottosegretario agli Esteri, e il senatore della Margherita Franco Danieli, vicepresidente della commissione Affari Esteri di Palazzo Madama e responsabile del dipartimento  degli italiani all’estero per la Margerita. A condurre in studio Alessia Lautone; ospiti, Pino Buongiorno, vicedirettore di 'Panorama', Paolo Graldi, editorialista del 'Messaggero' e de 'Il Mattino', e Maria Grazia Napolitano, dell'agenzia Adnkronos.

Sostanziale concordanza tra i due sulle parole del presidente della Cei. ''Sono indicazioni di voto conosciute da decenni'', ha detto in apertura di dibattito il sottosegretario agli Esteri. ''E' legittimo che Ruini dia precetti ai cittadini italiani: indicazioni di comportamento che - ha aggiunto la Boniver - possono essere seguite o disattese''. Sulla stessa linea Franco Danieli, per il quale il cardinal Ruini ''non ha dato indicazioni di voto, ma dei precetti ai cittadini, esprimendo per l'ennesima volta il punto di vista della Chiesa cattolica e fornendo indicazioni di comportamento. E' assolutamente legittimo che questo avvenga dopodiche' gli elettori nella loro liberta' ne terranno conto o meno. Non è un'interferenza e non è un'indicazione di voto''. Per Danieli il tema dell'insegnamento della religione islamica nelle scuole e' ''una partita ancora aperta su cui tutte parti devono raggiungere una mediazione utile all'inclusione dei migranti. Anche nella Chiesa cattolica -ha aggiunto- c'e' una pluralita' di posizioni. C'e' bisogno di una intelligente opera di contemperamento tra diversi interessi e diverse esigenze, tra cui la sicurezza dello Stato e l'inclusione, che non deve significare indottrinamento ma non puo' essere neanche una
ghettizzazione''.

Ma la diversità di posizioni viene subito fuori quando si parla di immigrazione clandestina. Il senatore della Margherita, attacca la legge Bossi-Fini spiegando che ''ha funzionato male per quanto riguarda il rispetto degli standard posti dalle convenzioni internazionali. C'è il tema delicato dei minori non accompagnati, quello dei richiedenti asilo, delle procedure da mettere in atto quando arrivano enormi masse di migranti disperati. E' una legge molto d'immagine, di bandiera, - ha concluso Danieli - che ha prodotto dei rimpatri consistenti ma frequentemente indiscriminati''. In netto dissenso la Boniver: ''Nessuno può dire che l'Italia abbia violato il codice internazionale e che non sia un Paese che assicura la prima accoglienza. Certo - ha aggiunto il sottosegretario - c'è il problema della clandestinità, ma credo che questo governo abbia rimpatriato un numero altissimo di clandestini anche perché ha continuato sulla strada degli accordi bilaterali con quasi tutti i Paesi rivieraschi: sono circa 28 o 30 gli accordi bilaterali di riammissione che hanno funzionato''.

Sul tappeto anche la questione aperta con la Libia. La Boniver ha affermato che ''certamente il contenzioso storico con il Paese nordafricano dovrà essere chiuso'', ma, ricordando quanto detto ieri da Gianfranco Fini in risposta alle affermazioni fatte da Gheddafi in un'intervista, ha sottolineato: ''Il contenzioso non è 'one way': c'è anche quello dei risarcimenti agli italiani''. Mentre Danieli ha chiesto che ''il presidente del Consiglio Berlusconi faccia conoscere quali impegni sono stati assunti'' con il leader libico. Nelle recenti dimostrazioni anti-italiane a Bengasi, Danieli vede anche ''elementi di contestazione al regime libico, che hanno indotto a 'cavalcare' la protesta individuando un nemico esterno''. Il tema dei risarcimenti ''e' molto antico, afferma Danieli, ci sono questioni ancora aperte. Non so quali siano stati gli accordi raggiunti nel corso delle reiterate visite compiute da Berlusconi, e non solo da lui, in Libia''.

Ricordando poi la questione dell'approvvigionamento del petrolio (il 30% di quello utilizzato in Italia viene fornito dal Paese nordafricano), il senatore ha sottolineato: ''E' assolutamente necessario promuovere in Italia una politica di diversificazione delle fonti energetiche''. E la Boniver, deplorando la sudditanza dell'Italia per quanto concerne il fabbisogno energetico, ha affermato che il referendum italiano sulle centrali nucleari è stato un ''errore'' commesso ''sull'onda emotiva post-Chernobyl''. Il sottosegretario ha aggiunto che la decisione di allora, adesso ''costringe l'Italia ad acquistare dalla Francia, che ha decine di centrali nucleari''.

Affrontato anche il tema complesso della situazione in Iraq: ''Il neonominato Parlamento iracheno ha enormi difficoltà a fronteggiare l'ondata di terroristi armati, finanziati e ben addestrati non soltanto per compiere stragi, ma anche per fomentare una guerra civile e per impedire che venga costituito un ordine democratico. L'obiettivo infatti è sempre quello: colpire al cuore l'Occidente nelle sue organizzazioni democratiche'', ha affermato la Boniver. Che ha poi ribadito: ''E' un momento critico, non c'è alcun dubbio, ma l'impegno del governo è per il ritiro entro il 2006 e per la rimodulazione della missione in chiave solo civile''. Mentre Danieli ha osservato che ''se in Iraq siamo alle porte di una guerra civile bisognerebbe restare nel Paese con una presenza militare molto a lungo. C'è quindi una contraddizione con quanto affermato dal ministro Martino'', che ha appunto annunciato il passaggio a una missione civile.

''Noi - ha poi aggiunto il senatore - vogliamo lavorare perché ci sia un nuovo protagonismo italiano'' che possa promuovere ''la ripresa di una dimensione coesa dell'Unione Europea, un patto atlantico su basi paritarie e non subalterne agli Stati Uniti''. L'esponente della Margherita ha poi criticato ''la riduzione degli ambiti di autonomia e di valutazione di giudizio dell'Italia rispetto ad alcune scelte di Bush''. Nettamente contraria la Boniver, che ha ribadito: ''Credo che la politica estera sia in assoluto uno dei punti di maggior successo del nostro governo. Tra le altre cose ha continuato nella tradizione delle relazioni con gli Usa, rafforzandole come credo nessun altro governo nella storia italiana abbia potuto fare''.

E a proposito della crisi iraniana la Boniver ha affermato: ''Crediamo che ci sia molto spazio di dialogo. Lo spazio della diplomazia non è chiuso''. L'unica cosa da fare, dopo ''l'ennesimo scacco per la Ue'' e ''il buco nell'acqua'' del presidente russo Vladimir Putin, ha poi aggiunto il sottosegretario, è ''mantenere un fronte unito''. Mentre sulla questione della concessione del permesso di sorvolo dello spazio aereo italiano nell'eventualità di un'operazione militare nei confronti dell'Iran, Danieli ha precisato che ''potrebbe verificarsi soltanto se ci fosse una deliberazione dell'Onu che ci chiedesse un impegno. Allora sì, ma solo con queste pre-condizioni, che abbiamo sempre posto alla base di ogni coinvolgimento italiano''.
 
Piu' in generale, Danieli ha fatto poi riferimento ai ''tagli dolorosissimi alla cooperazione italiana'', che hanno causato per l'esponente della Margherita ''un depauperamento dell'immagine internazionale dell'Italia''.
A proposito del convertito afgano che rischia la vita :  é  ''un'infamia'' per Margherita Boniver la notizia che rischia la pena di morte per apostasia un afghano che si era convertito al cristianesimo 16 anni fa. Boniver ha sottolineato che oggi in Afghanistan ''e' festa nazionale, ma gia' per domani mattina l'Italia ha convocato una riunione per vedere di fare un primissimo passo'' per accertare la veridicita' della notizia.  ''Spero che possa essere smentita'', ha aggiunto il sottosegretario agli Esteri, ricordando di essere stata per 11 volte a Kabul. ''Non ho problemi ad alzare telefono e parlare con qualsiasi ministro -ha assicurato Boniver- prima per accertare la verita' e poi per condannare una infamia''
Beppe Nisa/Italia Estera



 
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