ZURIGO, 31 dic. (Italia Estera) - "Con il voto all’estero, ottenuto grazie alla legge 459/2001, si era venuta a creare un’evidente discriminazione nei confronti di tutti quegli italiani che si trovavano temporaneamente all’estero e che erano esclusi dagli elettori beneficiari di quella legge non essendo iscritti all’AIRE". È l’opinione di Dino Nardi, Presidente ITAL-UIL in Svizzera e membro del CGIE, secondo il quale si trattava di "una discriminazione inconcepibile, perlomeno per tre categorie di cittadini italiani che, comunque, si trovavano anch’essi all’estero unicamente per motivi di servizio e quindi di lavoro. Innanzitutto i dipendenti del MAE che, oltretutto, dovendo provvedere nella rete consolare all’organizzazione delle stesse elezioni nella Circoscrizione Estero, non potevano rientrare in Italia per esercitare il loro diritto di voto, neppure se lo avessero voluto; gli insegnanti di ruolo all’estero che, per rientrare in Italia a votare, dovevano addirittura chiedere dei giorni di ferie ed infine i militari italiani in missione all’estero. In tutto circa 20mila persone alle quali, di fatto, era impedito l’esercizio del voto".
"Finalmente – aggiunge Nardi - le proteste degli stessi interessati e, non ultime, anche quelle nostre hanno avuto successo. Infatti il parlamento italiano, sia pure in "zona Cesarini", visto che nel mondo si voterà tra meno di due mesi, ha approvato la norma che ha sanato questa discriminazione". (vedi Italia Estera "Pertanto – conclude - anche con nostra grande soddisfazione, i dipendenti del MAE, gli insegnanti di ruolo ed i militari in missione all’estero potranno votare, anche loro, fin dalle prossime elezioni politiche, per contribuire ad eleggere i 18 parlamentari nella Circoscrizione Estero".(Italia Estera) -