Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
17 gen 2006LE RIFLESSIONI di CARMELO CICALA Coordinatore dei Comites U. S. A.

WASHINGTON, 16 GEN. (Italia Estera) - Nell'intervento odierno Franco Arena, ovviamente fa riferimento all'Argentina, ma notando che le sue osservazioni sono applicabili a tutti gli stati che ospitano cittadini italiani, mi permetto di generalizzarne e parafrasarne i contenuti. Io risiedo negli Stati Uniti.
Come fa notare Arena, non tutti che arrivano dall'Italia captano a pieno il tessuto delle comunita' italiane all'estero, inclusi molti politici e funzionari che finiscono col fare turismo o shopping e spesso godendosi l'ospitalita'
di questo o quel ristorante di grido e non valutando l'apporto dei connazionali emigrati, (dati per quattro milioni, piu' sessanta milioni di loro discendenti nel mondo, l'Altra Italia). I governi  anteriori hanno fatto ben po co, ignorando cosi' questa enorme riserva di ambasciatori di tradizioni, di cultura e  commettendo lo sbaglio di non saper approfittare di questa forza culturale ed economica ed inserirla in un sistema Italia Estera.
Con riferimento al recente articolo su Repubblica a firma di Guido Rampolli, (io sono  in pieno accordo con Zuccarello e Serafini) aggiunge poi Arena..."che la piu' importante funzione di un giornalista e' quella di dare informazione esatta, con profonda conoscenza della realta' (che ovviamente non si puo' acquisire con una visita di pochi giorni), con obiettivita', a meno che, mancando all'etica dell'informazione, il lavoro sia realizzato per incarico con altri fini, ad esempio politici ed a cambio di un cospicuo compenso economico".
E chi non potrebbe esserne d'accordo, caro Arena.
Chi scrive per professione deve essere ovviamente remunerato, chi viola l'etica dell'informazione sono i politici (o i loro simpatizzanti) che per loro fini personali, tralasciano, convenientemente, parti della verita'.
A nome di ITALIA TRICOLORE, concludi in tuo intervento (scusami se ti do del tu,, in quanto (da anni faccio parte della New York Foreign Press Association,  in Radio-TV da oltre 40 anni) mi considero un tuo collega, alludendo che..."centinaia di migliaia di italiani di tutto il mondo con pieno diritto, grazie alla Legge Tremaglia che ha messo in condizioni di parita' l'italiano in patria e quello all'estero, po tranno votare nelle prossime elezioni politiche del 2006, per il bene della nostra Madre Patria, della nostra cultura ecc ecc, omissis"
Ma caro Arena, cari lettori tutti, senza nulla togliere al Ministro per gli Italiani nel Mondo, che magari piu' di tutti e per piu' lungo tempo, ma non certamente da solo, si e' battuto per migliorare le condizioni degli Italiani all'estero, cosa e' migliorato? Cosa si e' ottenuto? Il voto per gli Italiani
all'estero?  L'ABBIAMO SEMPRE AVUTO,  a meno che  fosse stata tolta la cittadinanza (cosa che purtroppo in troppi casi e' successa). Bastava che il concittadino fosse disposto a farsi onere del costo per recarsi al Comune, ora finalmente l'Italia si e' modernizzata con l'alternativa del voto per corrispondenza, un passo avanti si, ma non al punto di osannare alla parita'.
Infatti restano sparsi per il mondo migliaia  di connazionali che per una ragione o un altra si sono trovati privati della loro cittadinanza, e che certo non per loro cattiva volonta' non sono riusciti ad esercitare il loro diritto di riaquisto entro i limiti prescritti dalla legge. (Questo forse anche per l'efficacia d'informazione di RAI International, ma di questo ne parleremo a parte)
A questi connazionali continua ad essere negata la loro cittadinanza ed il loro diritto al voto.PARITA'? NON A MIO MODESTO PARERE.
A questo proposito voglio sfidare chiunque, parlamentari, giuristi costituzionalisti a dimostrarci con quale decreto, con quale legge un Italiano  per nascita abbia potuto perdere la sua cittadinanza senza mai esprimere personalmente, ad un ente istituzionale italiano, la sua decisione, la sua rinunzia. Aver dovuto prestare fedelta' al paese ospitante per ottenerne la cittadinanza necessaria per sopravvivenza avra'  potuto dare al paese ospitante la prerogativa di non riconoscere entrambe le nazionalita', ma non d i certo invalidare il patrio diritto.Quindi, come si e' potuto parlare fino adesso di riacquisto? Riaquistare cio' che non si e' mai perso? Fino a quando tutti questi connazionali esclusi vengono ri-iscritti nelle liste dell'AIRE come si puo' asserire che tutti gli Italiani all'estero, per corrispondenza o no, potranno esercitare il loro sacro hanno diritto al voto?
Certo ci sono stati dei progressi, con la Legge Tremaglia e con il Ministero per gli Italiani nel Mondo, sono stati costituiti due organismi del ministero stesso: i COMITES ed il CGIE. I COMITES che dovrebbero rappresentare l'espressione della democrazia permettendo ai connaziona li di eleggere i loro rappresentanti a livello delle circoscrizioni consolari in cui risiedono, interlocutori diretti con l'elettorato, le comunita', ed il CGIE eletto dagli eletti ai COMITES, come interlocutori con il Parlamento.
COSI'  DOVREBBE ESSERE,  ma l'ambiguita' delle regole permette che all'assemblea degli eletti ai Comites per poi scegliere i rappresentanti al CGIE, vengano aggiunti elettori "nominati", perpetuando cosi' clientalismi,  favoritismi di questo o quello, contaminandone la composizione  democratica finendo col manovrare al CGIE elementi che non siano stati eletti, o addirittura rigettati dalla volonta' elett orale della comunita'.  E, come se questo non bastasse, ad  inquinare oltresi la volonta' degli elettori, le regole peremettono l' aggiunta di  altri 29 membri al CGIE, dai sindacati, dalla stampa, dai patronati ecc ecc, alcuni dei quali all'estero ci sono stati per diporto o per perorare gli interessi dei loro gruppi o associazioni e che delle problematiche degli Italiani all'estero sanno ben poco o nulla.
Quanto sarebbe utile che la recente decisione del TAR del Lazio divenisse permanente! E se ricorressimo al TAR per invalidare le presenze alle selezioni per il CGIE di intervenuti per nomina? Allora si che entrambi gli organismi sarebbero rappresentativi della volonta' dell'elettorato.
VIVA LA DEMOCRAZIA!
Ed ora passiamo alle prossime elezioni di aprile. Il mio nome non appare fra i candidati, ma non perche' non ne abbia la capacita' o l'ambizione, ma, non essendo mai appertenuto a questo a quel partito (alle elezioni del Comites sono stato eletto come Italiano all'estero, Italiano della comunita', apartitico, rappresentante di tutta la gamma comunitaria) ho deciso di restarmene dietro le quinte continuando il lavoro a cui mi dedico.
Per l'XI circoscrizione consolare degli Stati Uniti, la circoscrizione di Washington DC, e' la prima volta che si e' votato per il Comites, questo diritto ci era  sempre stato negato, sono quindi un neofita della politica attiva.
 Dopo tutto, bene o male, c'e' chi milita nelle varie fazioni politiche da anni e posso capire che la loro dedizione al partito meriti considerazioni, questo anche a prescindere dai valori intellettuali e capacita' di interagire in un foro come il Parlamento. Resta da vedere se le scelte "romantiche" delle varie segreterie politiche di Roma poteranno a casa il trofeo.
Mi auguro che chi avra' la fiducia di rappresentarci in Parlamento, come farei io se fossi un protagonista, si battera' affinche' tutti gli eletti al Parlamento della Circoscrizione Esteri, pur rispettosi delle ideologie dei partiti che li hanno sponsorizzati, prima di tutto si riunissero in un  nuovo solo gruppo, (oltre al gruppo misto), IL GRUPPO DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO,  all'unisono, con una sola  voce, e come gia' auspicato  in occasione dell'assemblea per la selezione dei rappresentanti al CGIE, non diventino pedine delle lotte partitiche.
Io sogno e auspico un gruppo parlamentare direttamente e unicamente connesso ai COMITES, senza piu' la necessita' di un  CGIE nella forma presente, ma un gruppo limitato (20/30) e nominato dagli stessi COMITES con una formula che elimini ulteriori elezioni, trasferte, diarie, che servono solo a sperperare denaro pubblico (svariati milioni di euro) che dovrebbe essere devoluto per incrementare gli organici del personale dei consolati, per estendere orari di servizi, per servire meglio i nostri  connazionali, e tutto questo dopo aver ripristinata la cittadinanza  a chi ingiustamente tolta. 
Buon Lavoro.
 
Carmelo Cicala, Presidente del Comites di Washington DC
Presidente Coordinatore dei Comites, U. S. A.
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati