07 mar 2006 | TRA MILIONARI MANAGER E VOLONTARI GLI EMIGRATI A CACCIA DI UN SEGGIO |
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BUENOS AIRES, 7 MAR (Italia Estera) - "La Repubblica" il quotidiano italiano che si stampa a Roma e che viene teletrasmesso e (stampato) al pari del "Corriere della Sera" con le sovvenzioni dello Stato Italiano ed inserito in altri quotidiani locali in America del Nord ed in America del Sud, torna ad occuparsi del voto all’estero come fece il 10 gemmaio scorso (vedi il servizio di Italia Estera). Anche questa volta lo fa dall'Argentina, il bacino di voti più importante del Sud America. Ieri se ne é occupato Omero Ciai, che é a Buenos Aires per la presentazione della lista dell’Unione . Riportiamo qui di seguito il testo integrale del servizio.
"È come se una febbre incurabile si fosse impossessata degli aspiranti che dall’America del Sud sperano di conquistare uno dei 5 seggi in palio (3 alla Camera 2 al Senato), nel primo voto degli italiani all’estero il prossimo 9 aprile. Colpi bassi, tradimenti, migrazioni da una lista all’altra in un festival del trasformismo politico che ha assunto dimensioni spasmodiche nelle ultime ore prima della scadenza dei termini per la presentazione delle candidature. Il centrodestra è atomizzato. C’è una lista Tremaglia, una lista Forza Italia. Una lista Udc e una della Lega. Poi c’è una lista indipendente guidata da Luigi Pallaro, il candidato più votato nelle ultime elezioni dei Comites (gli organismi di rappresentanza all’estero) con 11 mila preferenze e, infine, anche una lista delle associazioni calabresi, molto forte in Brasile. Al centrosinistra c’è l’Unione e l’Udeur di Mastella. Fanno in tutto 8, ma alla fine potrebbero essere anche nove liste. Una babele figlia delle ambizioni romane dei singoli presunti portatori di pacchetti di preferenze che sono passati agevolmente da un fronte all’altro. Facciamo qualche nome: Antonio Turtora, in lista con Forza Italia era, fino a qualche tempo fa, un precandidato della Margherita; Luigi Pallaro prima di fondarsene una tutta sua stava nella lista Tremaglia; Giovanni Iannuzzi, ex ambasciatore italiano in Argentina e oggi candidato dell’Unione, è stato a lungo un intimo di Alessio Gorla, uomo di Berlusconi a Buenos Aires che gli aveva promesso un seggio in Italia. E lo stesso dicasi per l’imprenditore italo brasiliano Corrado Bosco, ora capolista per l’associazione dei calabresi ma fino a ieri precandidato dell’Unione.
L’affiliazione politica, a destra o a sinistra, è stata la variabile meno significativa all’ora di decidere la formazione delle liste. Ogni candidato ha cercato sgomitando di trovarsi un partito, uno qualsiasi. Così Tremaglia presenta Franco livini, il presidente della Pirelli argentina, l’Udc Nicolas Moretti, il capo della Federazione dei pugliesi di La Plata. Mentre l’Unione prodiana punta soprattutto su due italo brasiliani: Natalina Berto, padovana, da 30 anni in Brasile dove ha svolto volontariato nelle favelas, alla Camera, e l’imprenditore paulista Edoardo Pollastri al Senato.
Il principale terreno di scontro sarà l’Argentina, dove votano più di un terzo di tutti i residenti in Sud America con la cittadinanza italiana, circa 800 mila in totale. Si vota per posta e a differenza dell’Italia sia potranno esprimere preferenze di lista.
Le previsioni sul numero effettivo dei votanti sono al ribasso: saranno al massimo 60 mila in Argentina, 20 mila in Venezuela, 15 mila in Brasile e poche migliaia negli altri Paesi secondo i calcoli più ottimisti.
Proprio a Buenos Aires, venerdì scorso, l’Unione ha presentato i suoi candidati. Nel dimesso teatro Colonial, un cinema tipo parrocchiale dalle pareti sbrecciate, presente il Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Davanti a una platea ridotta – circa 200 persone – e piuttosto anziana s’è parlato molto di Berlusconi e poco di italiani all’estero. Il maggior problema dei candidati è l’enorme dimensione geografica del collegio, da Caracas alla Terra del fuoco, che devono raggiungere con la loro campagna e i fondi.
Il più ricco è Luigi Pallaro (nella foto ripreso nel corso dei lavori dell'Assemblea Plenaria dei CGIE a Roma), che avrebbe stanziato almeno un milione e mezzo milione di dollari per avere il suo seggio da senatore a Roma e portare a Montecitorio il suo braccio destro Riccardo Merlo. Mentre a quelli dell’Unione sono garantiti solo 7 mila euro a testa di fondi per la campagna che vengono dall’Italia. Il resto, se possono, dovranno trovarlo da soli. Una mano però arriva anche dalle regioni e dai leader italiani. Marrazzo, presidente della Regione Lazio, ha organizzato un buffet da 15 mila euro a base di salmone della Patagonia nel principesco hotel Alvear, il più caro di Buenos Aires".
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