di Dom Serafini
NEW YORK - Ed ecco i radical chic avanzare verso postazioni anti-italiani all'estero.
Hanno ottime armi e munizioni: i giornali, i politici di sinistra e gli intellettuali.
Il loro motto é: "[Con il voto italiano all"estero] abbiamo perso la battaglia, ma non la guerra". E guerra hanno dichiarato con l'articolo di "la Repubblica" del 10 gennaio 2006 ("Quegli italiani d'Argentina che sognano Montecitorio").
Per ridicolizzare gli italiani all'estero (bisognerá dotare "il parlamento di traduttori simultanei") il giornale di sinistra ha mandato il giornalista Guido Rampoldi a farsi una meritata (dopo le visite in Iraq) vacanza al caldo a Buenos Aires, dove ora é estate.
Naturalmente il giornalista non é stato inviato per documentare, spiegare e/o illustrare come gli italiani all'estero si stiano preparando per questo storico evento. E, anche se un bravo giornalista volesse cimentarsi, questo certo non entra nell'ottica della stampa italiana sinistroide, e quindi per un articolo per "la Repubblica".
Alcuni lettori informati potrebbero protestare che, alla fine, non sará solo l'Argentina ad eleggere nuovi parlamentari, ma poi ci si rende conto che anche il giornalista sa che quei senatori e deputati da eleggere verranno da un'area estesissima che, oltre all'Argentina, include Venezuela, Brasile e tutti gli altri paesi dell¹America meridionale.
I lettori informati ed il giornalista sanno che sará una selezione dura ed una sfida difficile che porterá al Parlamento italiano il meglio che l'area puó offrire: candidati bravi che dovranno rappresentare tutti gli italiani della regione. Ma, con le informazioni non si vincono le guerre. Serve la disinformazione, che in gergo giornalistico, viene chiamato "spunto".
Si parla quindi di "deputati stranieri", di "traduttori simultanei" e di chi "non sa nulla della politica italiana".
Naturalmente non poteva mancare un riferimento all'italiano all'estero che "non paga le tasse in Italia", e non spiega che, in Italia, l'81,1% di cittadini evade le tasse (studio Eu.res Ricerche Economiche e Sociali di Roma).
L'articolo denuncia anche che "quei 18 parlamentari d'oltremare [sono] quanti oggi ne hanno i socialisti di [Enrico] Boselli". A parte la considerazione che in Italia ci sono a disposizione 618 seggi alla Camera e 307 al Senato, contro i 12 e 8 rispettivamente per l'estero; per i 3,5 milioni di elettori italiani all'estero (il 7% degli italiani totali), i seggi dovrebbero infatti essere 44 alla Camera e 22 al Senato.
Ma tutto questo non interessa a "la Repubblica", lo scopo é denigrare, non informare obiettivamente.
Dom Serafini
Dom Serafini é l'editore di New York che si presenta alle prossime elezioni all'estero nella lista "Alternativa indipendente degli Italiani all'Estero" insieme con l'avvocato John Adamo