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16 dic 2005Ditelo agli italiani nel Belpaese

L’editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana
BUENOS AIRES -Tribuna Italiana/Italia Estera - “I nuovi scenari coinvolgono le nostre collettività all'estero: in un mondo sempre più interdipendente, l'Italia è l'unico grande Paese industriale che dispone di una importante rete di collettività affermate nei Paesi di accoglimento. Esse rappresentano una risorsa aggiuntiva, sia sul piano economico che su quello della diffusione della nostra cultura. Gli italiani nel mondo saranno sempre più un elemento centrale nella definizione della politica estera del Paese, uno strumento. insostituibile della sua proiezione nel mondo.” Sono parole del discorso letto dal ministro La Loggia a nome del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante la recente Conferenza Stato-Regioni-PA-CGIE.
“Del Sistema Italia, infatti, i nostri connazionali all'estero sono protagonisti importanti. Essi portano con sé un senso di identità nazionale particolarmente spiccato, che arricchiscono a loro volta di un contributo che rispecchia le multiformi specificità del nostro Paese, concorrendo così alla diffusione di quei valori civili comuni all'Italia e all'Europa anche nei Paesi di residenza. Gli italiani all'estero hanno in passato sempre contribuito in modo significativo, spesso in modo decisivo, allo sviluppo economico del Paese. Oggi più che mai essi sono parte integrante della concreta articolazione del Sistema Italia, espressione e testimonianza diretta dell'immagine dell'Italia nel mondo.” Durante la stessa Conferenza, il sottosegretario Antonione ha letto il discorso del ministro degli Esteri Gianfranco Fini, nel quale c’era anche questo passaggio.
“Le nostre Comunità all'estero possono dare un contributo prezioso al dinamismo e alla diffusione del Sistema Italia. Possono agire da autentici moltiplicatori della presenza e degli investimenti italiani, favorendo l'interscambio, accordi di partenariato, la collaborazione tra le realtà economiche di residenza e le regioni di origine.
"Gli italiani emigrati in altri Paesi hanno sovente conquistato posizioni di prestigio. Si sono guadagnati stima e rispetto con il loro lavoro, la loro determinazione, i loro sacrifici. Col loro impegno,concorrono al progresso dello Stato di residenza e al tempo stesso ne consolidano i rapporti di amicizia con l'Italia. Rendono così onore al nostro Paese.” Questi paragrafi invece sono stati presi dal saluto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ai partecipanti alla Conferenza, quando li ha ricevuti al Quirinale.
“Gli italiani all’estero sono una risorsa fondamentale perché fanno leva su una sensibilità spontanea né scolastica né strumentale, non solo per l’internazionalizzazione del nostro Paese, ma anche per capire la nostra identità. Questa, d’altronde, non è data solo da
ciò che siamo stati, ma anche da cosa vogliamo essere e da dove vogliamo andare. È la sintesi tra i valori e l’interpretazione della società multiculturale di cui gli italiani nel mondo in generale, e i giovani in particolare, sono naturali portatori”. Sempre alla Conferenza
Stato-Regioni-PA-CGIE, il presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, Vasco Errani, ha avuto, pure lui, parole di elogio e di stima, per la realtà degli italiani all’estero.
“Gli italiani all’estero sono protagonisti importanti del Sistema Paese, ne rispecchiano pienamente la multiformità. Hanno contribuito alla nostra economia e fanno parte di diritto del Sistema Italia”.
È quanto ribadito dal Sottosegretario agli Affari Esteri, Roberto Antonione, in apertura della Conferenza.
Naturalmente ci sono stati tanti altri interventi, di esponenti della maggioranza e dell’opposizione, nei quali è stata sottolineata l’importanza delle nostre comunità, degli italiani residenti all’estero. Il ministro per gli Italiani nel Mondo, Mirko Tremaglia, ha
ricordato anche con numeri alla mano, l’importanza dell’imprenditoria italiana all’estero, per poi, sottolineare che, al di fuori del suo ministero senza portafoglio, nessuno sembra interessato a tale risorsa.
Una amara constatazione che facciamo pure noi, chiedendoci quanto spazio ha trovato sui media italiani tale cascata di elogi degli italiani all’estero, della ricchezza che siamo per l’Italia, una risorsa che solo il Belpaese può vantare tra i Paesi più industrializzati, un veicolo di promozione culturale e tante altre descrizioni delle cose positive che potremmo apportare all’Italia.
Siamo certi che quanti parlano di noi, le più alte cariche dello Stato e del governo, lo fanno convinti di quel che dicono e scrivono. Non sono gente qualsiasi, sono, ripetiamo, alcune tra le più alte cariche istituzionali dell’Italia. Perché i media italiani non si
fanno eco di questa realtà? Perché questi discorsi non trovano spazio sui quotidiani e sui telegiornali? Perché i giornalisti italiani, i responsabili dei media italiani non trovano mai lo spazio per parlare di questa realtà? E perché questa notizia non fa notizia e non provoca dibattiti tra gli opinionisti, tra i comunicatori, tra i professionisti del dibattito?
Perché siamo notizia solo quando siamo vittime della crisi, o quando un italiano all’estero, ma uno in particolare, si fa notare per aver conquistato qualche primato, economico o culturale o scientifico, ma lo si presenta, quasi sempre, sotto la luce del folclorismo?
Cambieranno le cose quando avremo i nostri deputati e senatori al Parlamento italiano? Sicuramente i primi giorni ci sarà la novità, arriveranno “i marziani” al Parlamento italiano e per questo faranno notizia. Dovranno essere molto bravi a convincere media a far conoscere la nostra realtà, fatta di tante cose positive e anche di alcune negative, agli italiani residenti in Italia.
Nel frattempo, possiamo solo chiedere a quanti hanno speso tanti elogi nei nostri confronti, di dire tutte queste cose agli italiani residenti in Patria. Sarà meglio per noi e per il Belpaese.
MARCO BASTI
 



 
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