MELBOURNE - (Italia Estera) - Con un “comunicato stampa” che titola “Caro Nino, hai preso una sonora cantonata”, il rappresentante dell’UDC nel CGIE, Francesco Pascalis, si dichiara “sconcertato” per “la leggerezza e la faciloneria con cui il pur sempre amico Nino Randazzo” avrebbe commentato l’intervento del presidente del Senato Marcello Pera al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini nell’articolo di fondo per “Il Globo” di Melbourne e “La Fiamma” di Sydney del 19 settembre “Ma quel Pera non fa onore agli italiani all’estero”. (VEDI SERVIZIO DI ITALIA ESTERA)
Mi auguro che lo stesso comunicato il “pur sempre amico” Pascalis lo abbia indirizzato anche agli editorialisti dei quotidiani nazionali italiani che, insieme al sen. Andreotti, al cardinale Martino, al leader di AN Fini e al ministro dell’Interno Pisanu, hanno bacchettato, qualcuno in termini molto più duri di quelli da me usati, il presidente del Senato Pera, il quale con un discorso “d’alto profilo filosofico” ha preconizzato una crociata tutt’altro che filosofica (“E alla fine ci difendiamo con la forza delle armi”: sono sue testuali parole). Ed ha dimostrato che anche i “liberali” possono essere all’occorrenza intolleranti “fondamentalisti”.
“Offesa alla seconda carica dello Stato?” Dove, come e quando? Per aver sottolineato una coincidenza evidente di teorie: che il discorso di Rimini ricalca i concetti fondamentali del decalogo fascista sulla “difesa della razza” del 1938? Per aver detto che “quel Pera non fa onore agli italiani all’estero”? Dove ho usato i termini attribuitimi di “bieco razzismo”, e non ho invece sfumato su “concetti di 67 anni fa che collimano impressionantemente col Pera-pensiero di questo 2005”? Se per caso Pascalis, che mi accusa di una “colpa di lesa maestà”, in tutta la serie di commenti di gran lunga più negativi che positivi espressi dagli opinionisti sulle parole della “seconda carica dello Stato” non ha neanche visto sulla prima pagina del quotidiano “La Stampa” il fondo col giudizio sferzante di “uso perverso e personalizzato” dell’alta carica e della libertà di parola, allora Pascalis è più scollato dalla realtà italiana, nella quale pur vive da parecchio tempo, di quanto non si credesse.
O, per evitare “faciloneria e leggerezza”, bisognava forse dire che gli italiani all’estero avrebbero dovuto sentirsi fieri e onorati di un presidente del patrio Senato che afferma: “Sul problema dell’integrazione e della convivenza l’Europa ha dato una risposta sbagliata e una risposta ingenua: la risposta sbagliata è quella del multiculturalismo, la risposta ingenua è quella della tolleranza”? Sentirsi fieri e onorati di tale “sparata” proprio quegli italiani che nel mondo alimentano e vivono il multiculturalismo? Se crede questo, allora Pascalis dimostra di essere scollato anche dalla realtà italiana all’estero dove non vive più da parecchio tempo. La sua sì “sonora cantonata”!
Quanto al patetico pistolotto circa “patetiche strumentalizzazioni politiche” e presunta assenza di “opinioni obiettive ed indipendenti”, l’uddiccino Pascalis evidentemente non segue i quotidiani italiani d’Australia da lui menzionati, che, oltre ad una puntuale, completa ed equilibrata panoramica della situazione politica, ospitano con liberalità opinioni divergenti e contrastanti, incluse le sue e quelle degli amici del suo partito.
NINO RANDAZZO, Presidente I Commissione del CGIE