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23 giu 2005VOTO ALL'ESTERO, Pittella e Daniele: A Tremaglia diciamo: fatti, non proclami

ROMA – L’on. Gianni Pittella, responsabile dei DS per gli italiani all’estero ed il senatore  Franco Danieli, responsabile della  Margherita per gli Italiani nel mondo in una nota diffusa in serata affermano che “Il Ministro per gli Italiani nel mondo, on. Mirko Tremaglia, a pericolo ormai scampato, chiama a raccolta gli italiani all’estero per difendere il voto per corrispondenza dalle insidie che si sarebbero manifestate ancora di recente al Senato, per altro senza alcun esito concreto. (leggi il servizio su Italia Estera Battaglia al Senato, ma il voto all'estero passa) La minaccia verrebbe – naturalmente – dall’aborrita “partitocrazia”, che il Ministro non si dimentica mai di mettere alla gogna, ma che in Italia non trascura di frequentare, come testimoniano i suoi innumerevoli interventi sui casi interni del suo partito, Alleanza Nazionale, e sulle altre formazioni del centrodestra. Interventi diffusi nella maggior parte dei casi su carta intestata del Ministero. 

Per la verità, Tremaglia ha dimenticato di dire che al Senato l’orribile “partitocrazia” ha dimostrato di avere in se stessa gli anticorpi per reagire. I gruppi maggiori, infatti, hanno indotto i senatori che a titolo strettamente personale avevano presentato il temuto emendamento, avallato anche dal Sottosegretario D’Alì, che si era rimesso sulla materia del voto all’estero alla “volontà del Parlamento” (alla faccia della “volontà assoluta del Governo”, di cui parla Tremaglia), a ritirare lo stesso emendamento e a convertirlo in un sacrosanto ordine del giorno che chiede la regolarizzazione degli elenchi elettorali. 

Il Ministro – prosegue la nota -  non è nuovo a questi proclami. Noi, che non amiamo i proclami e i messaggi alla nazione, ci limitiamo a un sommesso consiglio. Il Ministro Tremaglia, anziché chiamare a raccolta milioni di italiani all’estero, chiami più sommessamente a raccolta i ministri dell’Interno e degli Affari Esteri, nonché i funzionari responsabili della compilazione dell’elenco unico degli elettori, e provi a fare in modo che si chiarisca una volta per tutte il dilemma dei settecentomila elettori dell’AIRE titolari di diritti ma inesistenti e del milione e trecentomila elettori degli elenchi consolari esistenti ma non titolari di diritti. Tra tutte le leggi approvate o preparate dal centrosinistra che il Ministro elegantemente si autointesta, manca in genere l’unica vera legge-Tremaglia, quella dell’AIRE, che ha fatto provato ed irrimediabile naufragio, come possono testimoniare non i perversi fautori della “partitocrazia”, ma gli italiani all’estero che stanno impazzendo appresso agli elenchi degli elettori. 

Il Ministro Tremaglia – si legge  ancora nella nota -  forse è ora che si convinca che finché permarrà lo scandalo di una platea elettorale bacata per una percentuale non inferiore al quaranta per cento, i nemici del voto all’estero, dovunque siano annidati, avranno sempre occasioni e opportunità per riprovarci in un modo o in un altro. 

Poiché i fatti in genere contano più delle parole,- concludono Pittella e Danieli -   forse con qualche atto di governo in più e qualche proclama in meno si riuscirà ad arrivare alla meta, che non è lontana.

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 




 
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