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07 dic 2004CGIE / L’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero - La relazione del Comitato di Presidenza letta dal Segretario Generale Franco Narducci.. Gli interventi - Il ruolo dei patronati

- ROMA - Nel leggere la relazione del Comitato di Presidenza del CGIE,il nSegretario Generale Franco Narducci ha sottolineato come le comunità italiane nel mondo siano sintonizzate sulle tensioni e sulle ansie del nostro tempo. “Il terzo millennio non poteva iniziare peggio che così. Le situazioni drammatiche hanno superato la soglia di se stesse e il difficile e delicato passaggio che stanno attraversando le società di molti Paesi in cui vivono i nostri connazionali ci spinge a cercare risposte che facciamo fatica a costruire”.

Il Comitato di Presidenza , dice il Segretario Narducci, pensa in particolare alle crisi economiche e alle lunghe situazioni di stagnazione, nonché ai connazionali anziani che vivono nei Paesi dell’America Latina, alla loro condizione, a quello che riportano le statistiche. E ancora al dramma dei sequestrati in Venezuela e alle loro famiglie: “42 sequestrati finora e, se non erro, quattro sono ancora nelle mani dei sequestratori”.

Sempre più forte anche il grido d’allarme, degli Enti di Patronato, per le numerose richieste di restituzione degli ‘indebiti’ accertati con l’operazione ‘Red estero’ sulle maggiorazioni sociali. “Si tratta di somme che spesso consistono anche in 3-4 mila dollari, che i riceventi hanno speso e non sono in grado di restituire, anche perché l’indebito trae parzialmente origine dalla conversione dei redditi locali in Euro fissata due anni fa, allorché la moneta europea non aveva il valore attuale”.

L’Italia, in definitiva, deve avere la capacità di far riferimento con tutti i soggetti pubblici e privati che si occupano del Sistema Italia all’estero, alla sua rete di presenze, alle sue reti di sostegno di cui fanno parte anche gli organismi di rappresentanza. Tutto, nella ferma convinzione – come ha sottolineato il Ministro Frattini nel suo messaggio di commiato – “che proprio i nostri connazionali rappresentano un elemento di forza decisivo per il successo del Sistema Italia nel mondo della globalizzazione”.

Non mancano le perplessità intorno alle decurtazioni, avvenute in seguito a lla manovra di finanza pubblica, dei finanziamenti a un cospicuo numero di Comites (Comitati degli Italiani all’Estero), “per un importo pari a 1.140.000 Euro”. E negli ultimi giorni è stata espressa “comprensibile soddisfazione per il decreto emanato dal Governo grazie all’impegno profuso dal Ministro Tremaglia, con cui si reintegra la somma decurtata dal decreto taglia spesa”. Anche se l’attenzione non dovrà diminuire fino a quando non sarà approvata la legge di assestamento del bilancio dello Stato.

La vicenda politica italiana finisce con il riflettersi anche sulle politiche verso gli italiani all’estero, e la Legge Finanziaria 2005 sembra riflettere questa impressione: “La nostra rete consolare non ha subito soltanto il taglio del personale assunto a contratto, ma anche la contrazione degli organici rappresentati da personale di ruolo”. Chi rientra al Ministero, in pratica, non viene più rimpiazzato e si riducono in questo modo i costi. “Le risorse finanziarie del MAE sono diminuite non solo per il taglio sulle spese di funzionamento, bensì anche per la riduzione delle uscite imputabili al personale”. Narducci, su questo punto, auspica che le prese di posizione assunte dal CGIE non vengano interpretate come le solite “geremiadi degli emigrati. Non è così e chi segue le vicende degli italiani all’estero ne ha consapevolezza indipendentemente dalle sue simpatie per il CGIE e per i Comites”.

Il tema più scottante, comunque, rimane quella dell’Anagrafe. In materia, occorre prendere una decisione: “Soltanto l’Anagrafe Consolare, con i suoi 4 milioni e oltre di connazionali iscritti, può garantire la regolarità del voto in questa prima tornata e soddisfare il diritto al voto dei nostri connazionali all’estero”. Parallelamente, si ribadisce come questo diritto sia “sacrosanto” anche per i cittadini in Canada, “chiedendo al Governo e alla rete diplomatica di continuare nello sforzo di negoziazione con le autorità canadesi”.

Ultimo punto, quello relativo alla riforma della legge 153, relativa a lingua e cultura. In merito, il Comitato di Presidenza ha voluto esprimere tutta la propria insoddisfazione per la scarsa considerazione che il gruppo di lavoro interministeriale e l’Amministrazione hanno riservato alla bozza di legge elaborata dal CGIE nel dicembre 2003. Di contro, sembra emergere con scarsa efficacia il progetto di “promozione della lingua italiana”, con assonanze rispetto ai propositi manifestati nelle settimane della lingua italiana nel mondo.

“La riforma della Legge 153 non può prefigurarsi come un progetto di forte privatizzazione che distruggerebbe la vasta rete di solidarietà e di sostegno creata dagli emigrati italiani e che ha consentito di mantenere vivo l’interesse verso la nostra lingua e la nostra cultura e sostiene tuttora decine di migliaia di giovani nella frequenza dei corsi di lingua e cultura italiana”.

Gli interventi
Gli interventi che seguono le relazioni del Governo sulle attività verso gli italiani nel mondo e del Comitato di Presidenza del CGIE. si pongono per la maggior parte su posizioni critiche rispetto alle scelte governative e alla gestione stessa del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

Il primo intervento è del Vice Segretario Generale per l’Area Anglofona Marco Fedi il quale definisce “insufficienti” le risposte governative insistendo in particolare sui tagli alle risorse della Rete Consolare che fra i suoi compiti più importanti ha quello di assistenza e solidarietà nei confronti dei nostri connazionali. “Non è un’altra Italia ma l’Italia stessa che ci chiede parità di trattamento”, così Fedi conclude il suo discorso sull’equiparazione dei minimi pensionistici, risultato rivendicato dal governo ma sul quale Fedi esprime perplessità.

Interviene poi l’unico parlamentare presente nella sessione odierna, l’ On. Alfonso Gianni di Rifondazione Comunista che denuncia l’insufficienza delle nostre strutture consolari affermando che “si può avere un’ambasciata splendida dal punto di vista logistico, estetico e di prestigio, come nel caso di quella londinese, ma una pessima struttura consolare”. Inoltre Gianni solleva la questione della lentezza dei lavori del “Comitato interministeriale” deputato all’unificazione delle due anagrafi elettorali dal momento che non è da escludere, afferma, che le prossime politiche si anticipino rispetto alla data del 2006.

L’auspicio che i lavori della Commissione anagrafico-elettorale siano efficaci nel breve periodo è condiviso da Daniele Marconcini dell’”Associazione Mantovani nel mondo” che polemizza inoltre sulla decisione di assumere con modalità di lavoro interinali i digitatori addetti all’inserimento dati nelle liste anagrafiche. Una scelta che fomenta il precariato e significa la perdita di competenze acquisite.
Il consigliere C.G.I.E. per la Francia Gianni Farina esprime il suo pessimismo rispetto alle prossime consultazioni elettorali e ai ritmi di lavoro del “Comitato interministeriale anagrafico-elettorale” e sostiene la necessità di sensibilizzare gli elettori italiani espatriati.

Claudio Micheloni, consigliere C.G.I.E. per la Svizzera, esprime “seri dubbi rispetto alla relazione del Governo” e aggiunge “se fossimo marziani applaudiremmo spellandoci le mani ma purtroppo conosciamo la situazione” e fa riferimento ai molti consoli che si assentano o addirittura si dimettono. Micheloni si dice inoltre scontento per il mancato riferimento alla Conferenza Stato-Regioni nella relazione del Governo.

Alberto Di Giovanni consigliere C.G.I.E. per il Canada sottolinea il fatto che il problema più urgente per gli Italiani all’estero è quello del riacquisto della cittadinanza e taccia il voto per corrispondenza di antidemocraticità dal momento che non tutti gli aventi diritto possono effettivamente votare.

Interviene poi la dirigente AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) del Ministero dell’Interno Dott.ssa Anna Di Stefano che prende atto della totale sfiducia da parte dell’Assemblea dell’ente da lei diretto. La stessa garantisce sull’efficienza della Commissione anagrafico elettorale che sta procedendo alla compilazione di un elenco unico, ma sottolinea che i lavori sono complicati dalla necessità imprescindibile dell’identificazione certa dell’identità di ognuno dei votanti in modo che non si verifichino casi di brogli attraverso ad esempio doppi voti.

Domenico Azzia denuncia l’indifferenza della grande stampa e quindi dell’opinione pubblica italiana rispetto all’Assemblea del C.G.I.E. e la “deprimente assenza del mondo parlamentare”. Propone per il futuro l’idea di acquistare spazi pubblicitari sui media per ottenere visibilità.

Franco Santellocco , prendendo spunto dalla visita di Ciampi in Cina e dal tipo di emigrazione italiana in quel paese composta di tecnici a seguito di imprese o di imprenditori coraggiosi lancia un forte atto d’accusa nei confronti del C.G.I.E. che sembra disinteressarsi a questo tipo di fenomeni indirizzando le sue azioni esclusivamente alle grandi comunità storiche di italiani all’estero. Santellocco accusa il C.G.I.E. di nascondersi “dietro il comodo paravento dei vincoli posti dalle leggi attuali” quando invece si dovrebbe essere propositivi e mirare proprio al cambiamento delle leggi, e porta l’esempio dei molti italiani, come appunto quelli residenti in Cina, che rinunciano all’iscrizione all’AIRE per non perdere l’assistenza medica in Italia.

Alberto Bertali insiste sulla mancanza di personale presso i Consolati e riferisce, Financial Times alla mano, come i maggiori tagli alle spese ministeriali siano quelli del Ministero degli Esteri.

Mauro Giorgio parla di una “Italia che se ne cade a pezzi” riferendosi alla situazione precaria nei consolati ed esprime il suo rammarico nel “vedere il C.G.I.E. a non lavorare su un progetto che aiuti veramente le comunità italiane nel mondo”.


Il ruolo dei Patronati
Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, ha dedicato i lavori del pomeriggio ad uno dei temi che maggiormente stanno a cuore alle comunità italiane all’estero e agli operatori del settore sul ruolo degli Enti di Patronato. Un ruolo, come anticipato nel corso della mattinata dalla relazione del Comitato di Presidenza, diventato insostituibile nel corso degli anni e che ha sopperito alle “storiche mancanze di attenzione dello Stato italiano verso i suoi cittadini emigrati”.

La vicenda degli Enti di Patronato, in particolare, ha seguito le profonde evoluzioni della società e l’affermarsi di una nuova domanda e di rinnovati bisogni. Queste strutture, ha detto il Segretario Generale Franco Narducci, non si sono nascosti dietro le norme e le leggi, ma hanno offerto competenze e disponibilità per dare risposte alle più svariate necessità.

Accorato l’intervento di Aldo Amoretti, per conto del CEPA, che ha riferito su due eventi verificatisi di recente: da un lato, la visita di una delegazione del Governo francese in Italia allo scopo di studiare i Patronati e, dall’altro, l’organizzazione in Turchia, ad Ankara, di un incontro dedicato proprio a questa tematica. “Mentre in Italia qualcuno mette in discussione le nostre strutture, altri ne celebrano l’utilità e pensano addirittura a come emularle in altre realtà del mondo”.

Ora, a parere di Amoretti, la necessità più immediata è quella di migliorare la sinergia con l’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale), con le Ambasciate e con le rappresentanze consolari. Tra le fila di questi organismi, c’è chi ritiene i Patronati utili, e c’è chi invece li rinnega. L’importante, ha sottolineato il rappresentante del CEPA, è impedire alla seconda tendenza di prendere il sopravvento, dimostrando al contrario l’efficienza delle strutture. Il tutto supervisionato da controlli a tappeto e condotti secondo precise regole, esattamente come avviene in Italia, anziché lasciare spazio agli esami a campione che attualmente vengono utilizzati all’estero.

Il ruolo fondamentale dei Patronati è stato messo in luce anche nel corso dell’intervento di Fusco Corradino, del CIPLA, che li ha “raccontati” come punti di riferimento insostituibili per gli italiani all’estero e, nel corso del tempo, anche mediatori culturali nei diversi Paesi: “Ci sono italiani nel mondo – ha raccontato Corradino – che per tradurre note inviate dal loro Governo di ‘adozione’, oltre ad affidarsi all’aiuto dei figli, spesso nati all’estero e quindi in pieno possesso della lingua locale, si rivolgono anche ai Patronati per avere una certezza circa la correttezza della comunicazione in questione”.

Attesissimo l’intervento del direttore generale dell’INPS, Vittorio Creco, che ha riferito come il suo Istituto punta da anni su alcune alleanze volte a migliorare i servizi dedicati all’utenza. Mentre i Consolati, che si ritrovano a dover gestire ed espletare altri importanti servizi rivolti alla comunità, non riescono a garantire l’assistenza ai pensionati, i Patronati riescono a garantire servizi sempre più efficienti. Per fare qualche numero “italiano”, al 30 settembre 2004 le giacenze di domande per il pensionamento si aggirava intorno alle 48.000, con “in testa” la Sicilia, la Lombardia, la Puglia, la Calabria e la Campania. L’auspicio è quello di ridurre la cifra del 30 per cento entro il 2005, individuando – per le suddette Regioni – cinque piani specifici e arrivando così a una “giacenza fisiologica”. In materia di variazioni, invece, le giacenze sono circa 58.000 e, anche in questo caso, l’intenzione è di ridurle del 40 per cento nella prima parte del 2005 e del 90 entro il primo semestre 2007.

Il dibattito che ne è scaturito ha visto interventi come quello di Franco Santellocco, che ha denunciato le difficoltà nel portare a termine accordi reciproci tra Governo italiano e marocchino in materia di diritti socio-previdenziali, mentre Gianni Tell dell’Enasco ha fatto il punto sui cambiamenti che stanno attraversando l’istituzione del suo Patronato nel corso degli ultimi anni. In pratica, se prima i compiti degli Enti erano esclusivamente di carattere previdenziale-assicurativo, ora diventano sempre più numerosi gli interventi di consulenza, ad esempio in materia di verifica delle posizioni contributive, di risoluzione di problematiche che vanno dall’assistenza agli anziani alle pratiche di divorzio.

A sostegno dei Patronati come strutture in alcuni casi sostitutive della Pubblica Amministrazione è intervenuto anche Mario Tommasi, rivendicando la necessità di una remunerazione per istituzioni che, come loro, prestano servizi indispensabili, accollandosi in alcuni casi anche il lavoro degli stessi Consolati.



 
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