L’On. Cav. Caroline Di Cocco – ribadisce il Presidente del Comites di Toronto - ha tutto il diritto di pensarla come vuole, ma deve anche ricordarsi di essere una figura istituzionale, e come tale non dimenticare che i diritti acquisiti dai suoi stessi compatrioti dovrebbero essere protetti su entrambe le sponde. Chi non vuole esercitarli è libero di farlo: non esiste alcun obbligo, e lo diciamo per chi, eventualmente, la pensasse come l’On. Cav. Caroline Di Cocco.
Quanto alla “colonia italiana”, il governo di Roma non ha mai pensato di prendere possesso di Parliament Hill, né di interferire negli affari interni canadesi. E ciò né apertamente, né in maniera surrettizia. Al contrario: se qualcuno sta macchiandosi di interferenze, questi è proprio l’On. Cav. Caroline Di Cocco, con il suo invito a fare della lobby a livello federale.”.
Gaspari, inoltre si domanda “se è così che l’On. Cav. Caroline Di Cocco intende tutelare gli interessi dei suoi elettori italiani di Sarnia, i quali, attraverso i propri rappresentanti eletti in loco, avranno una possibilità di far giungere la propria voce in Italia invece di doversi affidare solo a iniziative paternalistiche.”
”Forse l’On. Cav. Caroline Di Cocco non si rende conto di quanto gli italiani che vivono all’estero siano legati, almeno nella stragrande maggioranza, al paese di origine, esattamente quanto lo sono a quello di adozione. Forse non ha valutato quanti interessi e quante famiglie gli italocanadesi abbiano lasciato in Italia.
La materia investe l’assistenza, le pensioni, il diritto allo studio, le provvidenze a favore di chi rientra, il diritto all’informazione: sono tutti aspetti che rientrano nel quadro di un lungo processo civile.
Se l’Italia ha maturato un senso di civiltà tale da mantenere certi legami con i suoi figli all’estero e altri paesi non si comportano allo stesso modo con i propri emigrati, la colpa non è certo dell’Italia, per cui non si vede perché Roma dovrebbe adottare provvedimenti al ribasso. Del resto, l’On. Cav. Caroline Di Cocco dovrebbe sapere che i suoi timori non sono stati sollevati in nessun altro paese del mondo, e questo semplicemente perché le collettività italiane non vi hanno dato alcun adito.” .
“Infine, a proposito di diritto all’informazione, vorrei dedicare poche righe – scrive Gaspari - in merito alla questione Rai International: forse l’On. Cav. Caroline Di Cocco non si è accorta che in Canada riceviamo integralmente canali stranieri dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Polonia, dalla Germania, dagli Stati Uniti (nessun segnale di interferenza da sud del confine?), e che Rai International viene ricevuta in tutto il mondo, civile e incivile, escluso il Canada. Non si capisce perché, quindi, Rai International dovrebbe vedersi negato l’ingresso, un ingresso voluto dalla stragrande maggioranza degli italocanadesi i quali, giova ricordare, in appena 90 giorni depositarono 103.598 firme a sostegno.”.
“ Per caso, l’On. Cav. Caroline Di Cocco – si chiede concludendo Gaspari - intende esercitare le sue funzioni di rappresentanza andando contro la volontà dei suoi stessi elettori?”.