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18 gen 2005VOTO ALL'ESTERO - Caroline Di Cocco, deputata dell'Ontario: Gli italiani non devono votare per il parlamento di Roma: Le risponde Gino Bucchino (CGIE Canada)

TORONTOTORONTORiportiamo qui di seguito  la lettera aperta del Vice Segretario Generale del CGIE Gino Bucchino (nella foto) inviata all’on.le Caroline Di Cocco, deputata provinciale del Partito Liberale dell'Ontario (Canada). La parlamentare canadese  si è detta apertamente contraria alle elezioni degli italiani  per la circoscrizione Estero  
 
Gentile Onorevole,
da anni vivo in questo meraviglioso Paese del quale apprezzo, fortemente compiaciuto, l’altissimo livello di libertà, di democrazia partecipata, di tolleranza, di solidarietà.
Un Paese, il Canada, che mi ha sempre affascinato ancor prima di venirci, per la bellezza dei suoi paesaggi, ma anche e soprattutto per la sua visione, fortemente anticipata, di un mondo di uguali, dove tutti i "diversi", tutti gli "etnici", partecipano con pari diritto alla costruzione e all’identità di un Paese.
Un Paese, il Canada, che ha sempre creduto all’integrazione di tutti i suoi cittadini, non importa da quale parte del mondo fossero giunti.
Un Paese, il Canada, che ha offerto pari opportunità a tutti, che non ha mai relegato i suoi cittadini immigrati in ghetti permettendo loro, anzi favorendo, il mantenimento di forti legami con la patria di origine, dell’orgoglio delle radici, della loro storia, delle loro tradizioni
Un Paese, il Canada, che ha permesso a tanti cittadini, stranieri di origine, di aspirare ad occupare e realmente occupare tutti i posti di rappresentatività politica, nessuno escluso.
La Sua sparata, On. Di Cocco, che sa tanto di anacronistica crociata, contro il diritto dei cittadini italiani e doppi cittadini, italiani e canadesi, che risiedono in Canada, di manifestare anche attraverso il voto derivato dalla loro finalmente riconosciuta maturità politica, il proprio attaccamento al Paese di origine e il sacrosanto diritto di essere protagonisti di una delle più grandi democrazie partecipative del mondo, ci offende. Ci offende l’ironico ricordarci che il Canada non è una colonia italiana. Ci offende la Sua preoccupazione che la sovranità canadese possa essere violata –in modo surrettizio, come Lei dice – da un Paese straniero.
Credo sia inutile - e non si devono fare le cose inutili - cercare di spiegarLe come stanno davvero le cose, se non le ha già capite.
Ci ha pensato poi il Presidente del Comites di Toronto, Prof. Franco Gaspari nel suo ruolo istituzionale, a fare presente a tutti quanto siano assurde le Sue argomentazioni e i Suoi timori. E quanto siano invece legittimi i nostri diritti di cittadini italiani che vivono in Canada, al pari dei cittadini di tutti gli altri Paesi che, come noi, vi risiedono.
Mi resta solo il dovere di dire a tutti che Lei, On. Di Cocco, ha fatto parte, senza che nessuno la obbligasse, del Comites di Toronto. Che Lei, On. Di Cocco, è stata invitata a spese di quello Stato, l’Italia, che Lei chiama "Paese straniero", a partecipare alla Conferenza dell’Emigrazione di Roma.
Che Lei, On. Di Cocco, è stata insignita di una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica Italiana.
Spero davvero che, coerente ai Suoi principi e a quello che afferma, restituisca quanto prima tale onorificenza nelle mani del nostro Ambasciatore, che rappresenta con orgoglio noi tutti e l’Italia, un grande e meraviglioso Paese che con i suoi emigrati ha contribuito non poco alla costruzione del Canada.
(Gino Bucchino, CGIE Canada)
 



 
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