di Alfonso Maffettone
ROMA, 21 FEB, (Italia Estera) – La sanguinosa rivolta in Libia ha avuto l’effetto di affondare Piazza affari (-3,59%), la più “spaventata” delle Borse europee dal caos in cui è precipitato il paese nordafricano. L’ Italia paga il prezzo più salato per l’esposizione di molte società che si sono volute assicurare il posto al sole dei petrodollari di Muammar Gheddafi, 68 anni, divenuto dopo 40 anni di dittatura il bersaglio del movimento popolare che scuote il mondo arabo dal Mediterraneo al Mare Rosso in nome della libertà e della democrazia.
Le notizie che giungono in Occidente sono frammentarie e confuse perché il regime non ha ammesso l’ingresso dei corrispondenti esteri ed ha oscurato Internet ed i social network. Si parla di un tentativo di golpe militare e di scontri sempre più violenti che si sono estesi in meno di 24 ore dalla città di Bengasi, la più grande nell’ est fino alla capitale Tripoli dove sarebbero andati in fiamme il parlamento ed edifici governativi. Aerei militari ed elicotteri avrebbero bombardo i manifestanti mentre milizie mercenarie avrebbero sparato nelle strade. Sarebbe un massacro, un genocidio secondo l’ambasciata d’Italia . Non si sa se Gheddafi sia fuggito (l’ultima volta è stato visto in pubblico venerdì scorso) ma è certo che il sisma sociale che ha decapitato le dittature decennali del tunisino Ben Alì e dell’egiziano Hosni Mubarak ha avuto in Libia una escalation di violenza che non si è verificata in altri territori della Regione. Negli ultimi tre giorni , secondo cifre dell’Human Rights Watch , 223 persone sarebbero state uccise ed oltre 800 ferite dalle forze di sicurezza che avrebbero aperto il fuoco con armi automatiche e mitragliatrici. Un precipitare di eventi che ha fatto impennare le quotazioni del petrolio essendo la Libia uno dei paesi con i più gradi giacimenti petroliferi. Il Brent a Londra è schizzato fino ai 105 dollari, sui massimi degli ultimi due anni e mezzo.
Le notizie del caos libico hanno influito pesantemente anche sulle quotazioni in Borsa delle società italiane che da sempre fanno affari con Gheddaffi: - 5% per Impregilo e Eni, due aziende in prima fila , rispettivamente nelle costruzioni e nell’energia, -3,28% per Unicredit che ha il 7,5% dei fondi sovrani libici nel suo asset finanziario, 0,79% per Finmeccanica che ha una presenza libica del 2% nel suo capitale. L’Ansaldo STS, società del gruppo Finmceccanica più esposta, ha avuto un ribasso del 2,96%. Non va dimenticato che Tripoli ha avuto anche relazioni industriali con la Fiat e che ha una quota del 7,5% nel capitale della Juventus Fc. Uno dei figli del “colonnello”, Al-Saasi Gheddafi, ha fatto parte della dirigenza della squadra bianconera controllata dagli Agnelli.
La Libia è sull’orlo della guerra civile. Bengasi è in mano ai rivoltosi, il ministro della giustizia Mustafa Abud Al Jeleil ed i membri della delegazione all’Onu si sono dimessi, numerose anche le defezioni in favore dei rivoltosi. Due aerei militari sono atterrati a Malta ed i loro equipaggi hanno chiesto asilo politico per non aver voluto bombardare i manifestanti a Tripoli. Saif al-Islam, il figlio più giovane di Muhammar Gheddafi, in un messaggio tv ha accusato non precisate forze straniere e separatiste di complottare contro la Libia. Il figlio del rais ha indicato i nemici: islamisti, organi d'informazione, teppisti, ubriachi, drogati e stranieri, compresi egiziani e tunisini.. “Arriveranno le flotte american e ci occuperanno” ha ammonito ed ha aggiunto “ schiacceremo i ribelli”. “Il nostro non è l'esercito tunisino o egiziano. Combatteremo fino all'ultimo uomo, all'ultimo proiettile”, ha assicurato Saif al Islam il quale ha anche minacciato di riversare sulle coste dei paesi europei migliaia di profughi.
I ministri degli Esteri dell'Unione Europea riuniti a Bruxelles hanno condannato in una nota “ la repressione contro i manifestanti in Libia” hanno deplorato la violenza e la morte di civili ed hanno chiesto “la fine immediata dell'uso della forza “. “La libertà di espressione ed il diritto di riunirsi pacificamente sono diritti umani e libertà fondamentali di ogni essere umano che devono essere rispettati e protetti”, afferma il testo Ue.
Alfonso Maffettone/Italia Estera