MILANO, 6 NOV. (Italia Estera) - Enzo Biagi è morto poco dopo le otto alla clinica Capitanio di Milano, dove era ricoverato da una decina di giorni. Al momento del decesso del popolare giornalista e scrittore c'erano al capezzale le due figlie Bice e Carla, e i generi di Biagi.
"Scompare con Enzo Biagi una grande voce di liberta'". Lo scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato ai familiari del giornalista. "Egli -sottolinea ancora il capo dello Stato- ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione, presidiandone e garantendone l'autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento -sempre orgogliosamente rivendicato- alla tradizione dell'antifascismo e della Resistenza lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana".
"L'amore per l'Italia e la conoscenza della storia nazionale avevano ispirato la sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo della realtà italiana. A Enzo Biagi uomo di genuina ispirazione socialista e cristiana rendo riconoscente omaggio a nome del Paese, esprimendo con commosso ricordo personale -conclude Napolitano- la più affettuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in questo momento di dolore e di rimpianto".
Per il premier Romano Prodi, "scompare un grande maestro dell'informazione che ha portato nelle case degli italiani con puntuale attenzione e sensibilità giornalistica le notizie e i commenti di tanti eventi della nostra storia di questi decenni". Biagi è, sottolinea Prodi in un telegramma inviato ai famigliari, "una figura storica del giornalismo: si è battuto sempre per la salvaguardia per la libertà dell'informazione del Paese. Lascia in tutti un grande vuoto".
Per il ministro degli Esteri Massimo D'Alema é stato ''un uomo coerente, di profondo senso civico, che non ha mai rinunciato all'autonomia e indipendenza dell'informazione. Con il suo stile e il suo lavoro ha segnato un'epoca''.
Per Francesco Rutelli, Enzo Biagi ''era un italiano innamorato dell'Italia, e il suo spirito critico, la sua curiosità infinita per la società italiana contenevano sempre un inestinguibile amore per la singolarita' della nostra Patria''. Sulla stessa linea il presidente della Camera, Fausto Bertinotti: ''Scompare uno dei più importanti giornalisti dell'Italia del dopoguerra che ha costantemente interpretato al servizio del pluralismo e della libertà dell'informazione i valori della democrazia testimoniati attraverso l'esperienza personale durante la Resistenza ed una convinta adesione ai valori della Costituzione repubblicana''.
Tra gli amici e colleghi, il direttore del 'Corriere della Sera' Paolo Mieli ha ricordato Biagi definendolo il numero uno nel giornalismo televisivo e della carta stampata. "Al Tg1 fu molto molto innovativo, Montanelli fu il numero uno, ma nella carta stampata. Era un giornalista che si cimentava, ha fatto una vita al contrario: ha diretto dei giornali da giovanissimo e poi si è dedicato alla professione, al gioco di trovare le notizie, di andare a intervistare, di muoversi. Invece di fare come i normali giornalisti che partono all'assalto e poi da direttori si riposano e scrivono solo editoriali, lui, invece, ha dedicato gran parte della sua vita d'adulto il lavoro che a volte sdegnano i praticanti''. "E' una persona ancora viva - ha concluso Mieli - che ha lavorato fino all'ultimo giorno. Un essere umano di una forza che non ha uguali nella nostra professione".
Infine un ricordo ''bello e significativo'' è quello che ha il Presidente della Rai Claudio Petruccioli: ''era straordinario, ma mentre per la carta stampata ci sono altri, pochi, pochissimi, che possono essere paragonati a Biagi, credo che per la televisione non ci sia nessuno come lui". ''L'ultima volta che l'ho visto - ha aggiunto il Presidente della Rai- è stato quando sono andato a trovarlo nella casa di Milano per parlargli di un nuovo impegno. Ho parlato con lui, ha rievocato tante cose e poi ha ripetuto due volte, per sottolineare il bene che lui volesse alla Rai, che la Rai ha fatto per l'unità d'Italia più di Garibaldi e Biagi sapeva bene quello che diceva''. (Italia Estera) -