17 mag 2005 | Sequestrata a Kabul la cooperante italiana Clementina Cantoni |
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ROMA - (Italia Estera) - Dopo l'Iraq, adesso anche l'Afghanistan diventa terra di rapimenti per gli italiani: a finire nelle mani dei sequestratori e' Clementina Cantoni, cooperante milanese che lavora per l'organizzazione umanitaria 'Care International', è scomparsa oggi in pieno centro a Kabul. E’ la prima volta che un italiano viene rapito in Afghanistan. ma, dopo Simona Pari, Simona Torretta e Giuliana Sgrena e' ancora una donna ad essere sequestrata.
Il rapimento e' avvenuto intorno alle 20.30 ora locale, quando Clementina Cantoni stava tornando a casa. Sul luogo del sequestro, informano dalla nostra sede diplomatica, si e’ recato il nostro ambasciatore Ettore Francesco Sequi. E’ stato cosi che più tardi ha potuto raccontare che la cooperante e' stata bloccata nel centro della citta' mentre era a bordo di un'autovettura, nel quartiere Shahr-e-Nawnon, non lontano dalla zona delle ambasciate e a 2-3 chilometri dalla sede diplomatica italiana.
Assieme a lei sull'auto c'erano l'autista afghano e un altro occidentale che sono riusciti a sfuggire al rapimento e sono stati a lungo interrogati dagli inquirenti al fine di avere elementi utili che possano aiutare ad identificare la banda di rapinatori.
Sono state subito chiuse tutte le strade di uscita da Kabul con posti di blocco della polizia. ''Facciamo il possibile per arrestare i rapitori - dicono - E' ancora troppo presto per dire chi siano, ma sono nemici della pace e della stabilita' dell'Afghanistan''.
La Farnesina ha subito attivato l'unita' di crisi, che, come ha fatto sapere, e' ''pienamente mobilitata'' assieme all'ambasciata italiana a Kabul che segue da vicino l'evolversi della situazione. Il ministro degli Esteri Gianfranco Fini viene tenuto costantemente informato. Il premier Silvio Berlusconi è in contatto con palazzo Chigi e ministero degli Esteri. L’ambasciata italiana riferisce che è impegnata in queste ore a collaborare al massimo livello con l’Isaf, l’International Security Assistance Force, e con le autorità afghane affinché la vicenda del rapimento si concluda al meglio.
Nella capitale afghana, la cooperante italiana stava lavorando a un progetto in favore delle vedove di Kabul, che si sarebbe dovuto concludere il 31 maggio prossimo e rientra in quello più ampio denominato 'Kabul Widows Humanitarian Assistance'. Partito nel 1996 per dare assistenza a 10 mila vedove in alcuni distretti di Kabul, il suo principale obiettivo e' quello di migliorare il livello nutrizionale delle vedove e dei loro figli.
La Cantoni stava per tornare in Italia, dopo oltre due anni di impegno come cooperante in Afghanistan per 'Care International', la stessa associazione nella quale era impegnata Margaret Hassan, l'inglese di 59 anni rapita in Iraq nel 2004 e uccisa dai sequestratori. E proprio ieri aveva festeggiato il suo 32esimo compleanno, assieme agli amici italiani residenti a Kabul. La Cantoni aveva criticato duramente il ministro della Pianificazione dell’Afghanistan, Ramazan Bachardoust, in un articolo di un quotidiano italiano sulle Ong in Afghanistan nei giorni del rapimento di Simona Pari e Simona Torretta in Iraq. Bachardoust aveva sferrato un duro attacco proprio alle Ong. ''Gli attacchi contro i volontari sono inevitabili e temo che il peggio debba venire - aveva detto il ministro - perché gli afghani sono convinti che le Ong si approprino di soldi che dovrebbero distribuire ai locali. Le organizzazioni umanitarie si comportano come aziende private e usano l’80% dei budget per gli stipendi''. Clementina Cantoni aveva risposto: ''Personalmente non sono stata spaventata da quelle parole. Ho invece provato un senso di delusione e non tanto per noi stranieri che cerchiamo di fare del nostro meglio, ma per il popolo afghano che si trova a essere rappresentato da uno come lui''.
Il rapimento giunge in un momento che vede la presenza militare italiana in Afghanistan rafforzarsi ed acquisire una maggior importanza e visibilità nel Paese: il Generale di Brigata Giuseppe Santangelo, Comandante del Contingente Nazionale italiano ad Herat, dal 31 maggio assumerà infatti il ruolo di Regional Area Coordinator dei quattro Provincial Reconstruction Team (Prt) dell'area ovest dell'Afghanistan. Il Provincial Reconstruction Team è una struttura mista composta da unità militari e da civili con il compito di concorrere al processo di espansione della Nato in Afghanistan, assicurando il supporto alle attività di ricostruzione condotte dalle organizzazioni nazionali ed internazionali operanti nella regione.
Immediate le reazioni in Italia. Il rapimento a Kabul di una cooperante italiana ''impone una discussione sui risultati della guerra e sulla presenza militare del nostro Paese che sembrava dimenticata'', afferma il coordinatore dei Verdi Paolo Cento. L'opposizione chiede da più parti che il governo riferisca in Parlamento. Il leader dell'Italia dei valori Antonio Di Pietro chiede ''al governo di fare il possibile per una pronta liberazione della volontaria'' e assicura la disponibilità dell'Idv ''ad un’azione unitaria tra maggioranza ed opposizione''. Intanto il presidente della commissione Esteri della Camera Gustavo Selva assicura: ''Seguirò il caso anche come presidente della commissione Esteri e mi auguro che la nostra intelligence, anche in collegamento con l’ottimo ambasciatore italiano a Kabul, riesca ad operare per la liberazione di una persona che era lì, tutti lo debbono riconoscere, soltanto per fare del bene al popolo afghano''.
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