13 feb 2005 | Articolo del Ministro Fini: Aiuto italiano al Sudest asiatico (ItaliaOggi) |
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(Italia Estera) ROMA – Riportiamo un articolo
del Ministro Fini pubblicato da Italia OggiDinnanzi a una tragica emergenza globale, come quella che si è abbattuta sulle coste dell'Oceano Indiano la mattina del 26 dicembre scorso, portandovi morte e devastazione in una misura senza precedenti, la risposta del nostro paese è stata straordinaria per immediatezza e generosità. Non solo il governo, ma anche le autorità locali, la società civile nelle sue multiformi articolazioni e i singoli cittadini si sono resi parte attiva di una mobilitazione anch'essa senza precedenti, che si è espressa nelle forme più svariate, dall'impegno sul campo dei funzionari (diplomatici, militari e della Protezione civile) al contributo finanziario e tecnico alle Organizzazioni internazionali e, direttamente, ai paesi maggiormente colpiti dallo tsunami
Adesso che l'emergenza appare finalmente alle spalle, occorre affrontare la fase ugualmente importante e non meno difficile della ricostruzione, con il traguardo del ripristino, nella misura del possibile, delle condizioni preesistenti al 26 dicembre. Anche in questo snodo delicato, il governo italiano intende rimanere in prima linea: abbiamo già manifestato la nostra più ampia disponibilità non solo a partecipare ai programmi di ricostruzione che verranno predisposti d'intesa con i governi interessati, ma anche ad assistere la ripresa dei settori delle loro economie maggiormente danneggiati dal maremoto.
Un settore-chiave è certamente quello del turismo, che rappresenta per la maggior parte di quei paesi un voce essenziale, per taluni la partita principale della loro bilancia commerciale. L'Italia conosce bene l'economia del turismo internazionale, non solo in quanto meta prediletta dei visitatori di ogni parte del mondo, ma anche perché concorre direttamente al suo sviluppo con un numero sempre maggiore di nostri connazionali, che negli ultimi anni si sono recati sempre più spesso in visita nelle regioni più disparate. Ci è parso dunque naturale adoperarci in prima persona per promuovere il rilancio del turismo nei paesi che, dopo essere stati già così severamente colpiti dal disastro naturale, rischiano ora di rimanere vittime per una seconda volta.
Di tale esigenza mi sono fatto io stesso interprete, cogliendo l'occasione della mia recente missione nel Sudest asiatico per invitare i governi dei paesi colpiti a prender parte a una conferenza, che abbiamo organizzato a margine della Borsa internazionale del turismo di Milano e che abbiamo voluto convocare a livello ministeriale, proprio per sottolineare la valenza di forte priorità politica del nostro sostegno agli sforzi in atto in questi paesi per promuovere una ripresa dei flussi turistici.
La conferenza costituisce un'opportunità di incontro particolarmente qualificata, in quanto la Bit si è affermata da tempo a livello mondiale tra gli appuntamenti di maggior richiamo per i protagonisti del settore turistico. La sua collocazione temporale, immediatamente a ridosso dell'avvio della ricostruzione post-tsunami, ne fa un'occasione più che mai propizia e tempestiva.
La nostra iniziativa è stata grandemente apprezzata, come ho verificato personalmente nei miei colloqui di Colombo e a Bangkok. In quella circostanza le autorità di Sri Lanka e Thailandia hanno tenuto a esprimere la loro riconoscenza sincera e il convinto apprezzamento nei riguardi dell'Italia, il primo paese ad essersi adoperato in termini così concreti a favore di un immediato rilancio di un settore che, per entrambi, riveste importanza vitale.
Una misura ancora più tangibile della sua riuscita è fornita dal livello e dalla qualità delle adesioni raccolte: i ministeri del turismo di Maldive, Sri Lanka e Malaysia hanno già confermato la loro partecipazione alla conferenza; tutti i maggiori paesi della regione saranno presenti alla Bit con un proprio stand espositivo.
Le premesse appaiono, pertanto, più che incoraggianti. Esse induco a sperare che la Bit, considerata anche la sua risonanza, che va ben oltre i confini nazionali, contribuirà in misura significativa a catalizzare la ripresa dei flussi turistici e quindi la rinascita delle economie dei paesi colpiti dallo tsunami.
E' quello di cui questi paesi e le loro genti, di cui ben conosciamo l'operosità e lo spirito di iniziativa, hanno maggiormente bisogno: come non hanno mancato di rammentarmi i miei interlocutori srilankesi e tailandesi, essi sono grati per l'aiuto ricevuto sinora, ma non vedono l'ora di poter tornare a camminare con le proprie gambe.
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