
(Italia Estera) -
ROMA. La campagna elettorale per le politiche del 2006 sarà “lunga e difficile” e si giocherà anche sulla conquista di quel 29% di elettori che sono ancora indecisi; per convincerli servirà “comunicare” le realizzazioni del governo, occorrerà anche presentare un programma valido, ma “questo non basterà: occorrerà battere sul motivo di fondo della scelta degli italiani, e cioé la diversità tra noi e loro”, tra la Cdl e la Gad. Questo il leit motiv del discorso del premier Silvio Berlusconi al Consiglio nazionale di Forza Italia, e di un paio di altri suoi interventi “volanti” dal palco, durante i quali ha pure aggiornato i presenti sul dramma della giornalista italiana rapita in Iraq.
Il confronto con l’attiguo congresso dei Ds è iniziato sin dalla mattina. Al suo arrivo al Palazzo dei Congressi Berlusconi ha definito “deludente” la relazione di Fassino, fatta “solo di parole”.
E poi, ha aggiunto: gli italiani “non si riconoscono nell’immagine tutta catastrofica dell’Italia che ieri ha dipinto Fassino”. Ma la differenza con il centrosinistra, per Berlusconi, è ancora una volta quasi ontologica, per lo meno antropologica: “Non ho detto - ha spiegato nell’intervento conclusivo - che loro sono il male e noi il bene, ma non è colpa nostra se loro scelgono sempre il male”.
Come è stato per la guerra in Iraq, quando il centrosinistra era “nelle piazze a manifestare contro chi, con grave sacrificio, stava andando a liberare l’Iraq”. Ed è proprio da questo dato che si dovrà partire in questa “lunga e difficile campagna elettorale”, recuperando “lo spirito del 1994”, quando Berlusconi e Forza Italia scesero in campo “per evitare il pericolo di un futuro soffocante: quel pericolo è ancora attuale”. “Noi abbiamo la sfortuna - ha detto il premier - di non avere un’opposizione liberale o socialdemocratica, che ha compiuto tutto il cammino verso la democrazia; non ha tagliato i ponti con il passato, anzi, in essa prevale l’ala radicale”. La prova di tutto ciò? “Non hanno ancora tirato fuori uno straccio di una proposta”. “Un record europeo, anzi mondiale per un’opposizione”. Insomma, riprendendo le suggestioni date dal palco da Gianni Baget Bozzo: un’opposizione “nichilista”.
Insomma “l’Italia ha ancora bisogno di noi”; forse “la sinistra cambierà, magari con il ricambio generazionale”, ma, ha insistito Berlusconi, “dinanzi a tempi non brevi dobbiamo essere in campo”. Le corde toccate da Berlusconi sono quelle fatte risuonare anche da altri interventi, come quello di Sandro Bondi la mattina e quello di Giulio Tremonti al pomeriggio, in un discorso di forte attacco a Prodi. E anche il ministro dell’Interno Beppe Pisanu si è mosso in sintonia con queste valutazioni: a suo giudizio con la vittoria di Vendola alle primarie in Puglia ha vinto la sinistra “no global, anti-americana, dei centri sociali, degli espropri proletari e dei disobbedienti senza confini con la violenza politica e l’eversione”. Per Pisanu questo porta all’”imminente crisi” dei moderati che oggi votano per il centrosinistra, e Forza Italia deve essere pronta a dialogare con loro, mantenendo “la barra al centro”, e lasciando ad An il compito di marcare l’ala destra. Infine i radicali.
“Sarebbe incredibile se finissero con la Gad”, ha esclamato Berlusconi, in mattinata. Il corteggiamento é stato confermato anche da Bondi, che ha rinnovato l’invito. E Berlusconi ha compiuto un altro passo verso di loro, dicendo che il governo farà di tutto per far svolgere i referendum sulla fecondazione “entro maggio”, e non il 12 giugno come invece ha oggi annunciato un quotidiano.