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04 gen 2011FRATTINI: La decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti rappresenta un precedente gravissimo - Sit-in di protesta a Roma e Milano

(FILES) - Photo taken 13 March 2004 in P
ROMA (4 gennaio Italia Estera)  - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini , in un'intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che la decisione del Brasile di non estradare Cesare Battisti rappresenta «un precedente gravissimo che potrebbe influire sul destino di tanti latitanti» e l'Italia non lascerà «nulla di intentato. Pensiamo di portare il caso alla Corte internazionale dell'Aja». consapevole, però «che un governo forte come quello brasiliano non è condizionabile da azioni di ritorsione».
Frattini, ha anche inviato una lettera a Dilma Rousseff, il presidente del Brasile che è succeduto a Lula da due giorni e che nel corso della campagna elettorale, aveva più volte detto che l’assassino sarebbe stato restituito all’Italia. In essa ha chiesto di nuovo la restituzione di Battisti. Poi nelle sue dichiarazioni rincara la dose: «Intanto faremo ricorso al Tribunale supremo contro la decisione di Lula, che ha sorpreso perfino giudici brasiliani di fama - dice il ministro - E' impensabile addurre la motivazione di rischi personali per il no all'estradizione. Con tutto il rispetto, non è l'Italia il Paese dei desaparecidos, non è qui che in galera si tortura, si uccide o vengono fatti sparire i detenuti. Peraltro,non può passare il segnale che il Brasile è il Paese dove si può ripetere il caso Battisti- Il ministro, afferma anche che se sarà necessario l'italia è pronta a ricorrere al Tribunale penale internazionale. Intanto nel Parlamento italiano «non sarà facile l'approvazione» del trattato di parternariato fra Italia e Brasile. «Magari non verrà bocciato - dice Frattini - ma potrebbe essere accantonato, rinviato, perché la lotta al terrorismo non può tollerare buchi neri come quello provocato da Lula». E il nuovo ministro della giustizia brasiliano, Josè Cardozo, appoggia la decisione del presidente uscente. Ha oggi detto di «non aver alcun dubbio» sul fatto che il no all'estradizione di Cesare Battisti deciso dall'ex presidente Lula sia stata una decisione «corretta». Lula ha agito «in stretta consonanza con il nostro diritto e con quanto aveva manifestato il Supremo Tribunal Federal», ha detto Cardozo, precisando di essersi convinto «dopo aver letto il parere dell'Avvocatura generale dello Stato», che ha consigliato Lula di lasciare Battisti in Brasile.

«Faremo ricorso alla Corte suprema del Brasile», che «aveva espresso parere favorevole all’estradizione. La decisione del governo brasiliano è in contrasto con quanto espresso dalla Corte». È quanto afferma il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica commentando gli sviluppi della vicenda dell’ex militante dei Pac, Proletari Armati per il Comunismo. L’Italia solleverà il caso davanti alla Corte internazionale dell’Aja «perché la vicenda investe un problema di relazioni internazionali. Sotto il profilo politico - continua il sottosegretario agli Esteri per gli italiani nel mondo - i rapporti tra Italia e Brasile sono molto intensi, ma di certo la decisione del governo brasiliano non contribuisce a migliorare le relazioni reciproche».

La scarcerazione di Battisti non è imminente: «un’evenienza del genere è improbabile». Lo dice Ricardo Vasconcellos, l’avvocato che rappresenta l’Italia in Brasile nel caso Battisti. «Una decisione simile - aggiunge - non credo possa essere presa da un giudice monocratico come il presidente del Supremo tribunale federale (Stf), Cesar Peluso. Il quale, tra l’altro, ha già espresso l’intenzione di volere discutere la questione in seduta plenaria, ovvero dopo le vacanze di gennaio». «La permanenza in carcere in Italia - prosegue il legale - ha più benefici di quella in Brasile e permette l’uscita molto prima rispetto a qui. In buona sostanza, Battisti non starebbe affatto trent’anni in prigione nel caso fosse concessa l’estradizione e godrebbe di tutti gli sconti di pena del caso. Senza contare che i quasi quattro anni da lui trascorsi nel carcere di Papuda, vicino a Brasilia, sarebbero decurtati dalla sua pena».

I socialisti si mobiliteranno domani per protestare contro la decisione dell'ex presidente brasiliano Lula di negare l'estradizione in Italia per Cesare Battisti. Lo faranno con dei sit-in davanti alle sedi dei consolati brasiliani di Bari, Bologna, Milano, Napoli e Firenze.

Presso il consolato del Brasile a Palermo, in via Roma, avrà luogo una manifestazione di protesta di Giovane Italia, movimento giovanile del Pdl, per chiedere l'immediata estradizione di Cesare Battisti. Nello stesso giorno della manifestazione organizzata a Roma davanti l'ambasciata del Brasile, promossa da Alberto Torreggiani, Giovane Italia Palermo «vuole solidarizzare con tutti i parenti delle vittime e premere le istituzioni brasiliane affinchè consegnino alla giustizia italiana Cesare Battisti. La manifestazione di domani a Palermo è aperta a tutti, senza distinzioni politiche».

A Roma sarà il segretario nazionale Lorenzo Cesa a guidare la delegazione dell'Udc che, senza insegne di partito, parteciperà davanti all'ambasciata brasiliana di piazza Navona a Roma al sit-in di sostegno alle famiglie delle vittime di Cesare Battisti e di protesta contro la decisione di negare l'estradizione dell'ex brigatista.
La Lega Nord di Milano ha organizzato per domani alle 12 un presidio davanti al consolato del Brasile. Sempre domani anche il Pdl terrà un presidio davanti al consolato a cui sarà presente anche La Destra. Annunciato invece per il mattino un presidio dei Socialisti. Domani alle 17, a piazza Navona, presso l'ambasciata del Brasile a Roma, un gruppo di dirigenti, militanti romani e parlamentari del Pd, saranno presenti con un sit-in per protestare contro la decisione del governo brasiliano di non concedere l'estradizione a Cesare Battisti.



 
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