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26 giu 2008ELEZIONI USA: Il costo della Casa Bianca / di Domenico Maceri

di Domenico Maceri
SANTA BARBARA (CALIFORNIA), 26 GIU (Italia Estera) - Nell’elezione presidenziale del 2004 il candidato democratico John Kerry fu attaccato dagli Swift Boat Veterans for Truth con annunci televisivi che misero in dubbio le meritate medaglie ricevute da Kerry nel Vietnam. Il candidato presidenziale, a corto di fondi, non reagì e si crede che ciò abbia influito in modo significativo alla sua sconfitta.

La “povertà” di Kerry non è una caratteristica di Barack Obama, il candidato democratico in pectore di quest’anno. Obama, infatti, ha surclassato i suoi avversari raccogliendo fino ad ora la cifra record di 287 milioni di dollari. La maggior parte di questi fondi è stata donata da contributori piccoli con cifre inferiori ai 100 dollari. Obama è riuscito a fare uso dell’Internet assicurandosi che oltre 1,5 milioni di donatori gli riempiano le tasche. Per legge il massimo che un individuo può contribuire ad un candidato presidenziale è 2,300 dollari.

Il successo di Obama lo ha spinto a rifiutare i contributi del governo federale i quali includono limiti alle spese della campagna nell’elezione generale. Optando per i contributi privati Obama avrà a disposizione molti più soldi onde potere difendersi dagli inevitabili attacchi che il Partito Repubblicano sferrerà fra breve. Gli assalti non verranno direttamente dall’avversario repubblicano perché John McCain ha avuto poco successo con la sua raccolta di fondi ed ha optato per accettare i sussidi governativi nonostante i limiti imposti da questi sussidi.

Il candidato democratico teme con ragione che gli attacchi verranno da gruppi chiamati 527, gruppi esterni ai candidati, i quali possono raccogliere fondi  da usarsi indipendentemente da un candidato per promuovere o attaccare un suo avversario. Questi gruppi esistono sia a destra che a sinistra e non hanno limiti in quanto alle cifre che possono raccogliere.

L’altro timore di Obama è che il Partito Repubblicano ha avuto molto più successo nella sua raccolta di fondi comparato con il Partito Democratico. Nel caso di contributi ai partiti i cittadini possono contribuire un massimo di 70.000 dollari. Questi fondi non vengono dati ai candidati direttamente ma possono essere usati  a supportare sia quelli che corrono per la Casa Bianca o per il Congresso. Dunque se Obama finora è riuscito a raccogliere più fondi di McCain bisogna considerare anche gli altri metodi in esistenza per il tesoro delle campagne.

Il rifiuto di Obama di accettare i fondi governativi è stato criticato da McCain il quale ha accusato il suo avversario di ipocrisia. Il candidato democratico aveva, infatti, promesso l’anno scorso di accettare i fondi pubblici onde limitare le spese della campagna. Ma le cose sono cambiate. Al tempo della promessa il candidato Obama non aveva molte possibilità di successo e quindi i fondi pubblici sembravano una buona scelta.

Le accuse di McCain a Obama sembrano legittime ma il candidato repubblicano ha fatto esattamente la stessa cosa. Durante la fase iniziale delle primarie, quando le cose andavano male per McCain, il senatore dell’Arizona promise di accettare i  fondi governativi per la campagna perché era a corto di soldi. Nella primaria poi McCain decise di spendere più dai limiti imposti dalla legge ma l’agenzia governativa che regola  questo aspetto delle spese politiche non funziona perché parecchi dei commissioners non sono stati approvati dal Senato. Quindi ognuno fa quello che vuole e cerca di portare l’acqua al suo mulino nella corte dell’opinione pubblica.

In linee generali il Partito Repubblicano sostiene le lodi dell’iniziativa privata. John McCain con le sue prese di posizione sulla sanità, il social security, l’energia, ecc. è il paladino classico di questa filosofia. Il Partito Democratico invece prende la posizione che l’iniziativa privata vada regolata dal governo. Nel caso dei fondi per l’elezione si ha il contrario. Obama che spinge per l’iniziativa privata considerando il suo successo con i piccoli donatori e McCain che invece spinge per un sistema  governativo che impone i suoi limiti alla libertà dei cittadini. La conquista della Casa Bianca avverrà mediante le idee dei candidati ma i quattrini aiuteranno in modo notevole a comunicare e convincere l’elettorato.
         
 Domenico Maceri*/Italia Estera

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*PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria,
California, USA.  I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali ed alcuni hanno vinto premi dalla  National Association of Hispanic Publications.




 
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