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01 dic 2007Epilogo di successo per la querelle di Edmonton

 
EDMONTON (CANADA), 1 DIC. – Nonostante tutte le polemiche che  l’hanno preceduta  la manifestazione organizzata  dal Consigliere del CGIE Carlo Consiglio ha riscosso un grosso successo. La pubblica assemblea presso l’Ufficio Consolare di Edmonton  si è svolta  come previsto. Venerdì 30 novembre sono stati simbolicamente occupati gli uffici per protestare contro l'atteggiamento del Governo Italiano e il Ministero degli Affari Esteri di scarsa attenzione alle problematiche delle comunita' e dei servizi resi alle stesse. I problemi che saranno focalizzati saranno la grave situazione dei Consolati abbandonati senza personale sufficiente e pertanto non in grado di fornire soddisfacenti servizi alle comunita'; l'assenza di ogni iniziativa per le elezioni per il rinnovo dei COMITES, e per il voto politico in Italia, da ultimo, ma non l'ultimo, la chiusura del Consolato di Edmonton.
Grosso successo ha riscosso la petizione presentata con la raccolta di oltre cinquemila firme.  Alla manifestazione non era presente l’on. Gino Bucchino che ad Italia Estera ha espresso il suo rammarico perchè bloccato a Roma alla Camera dei Deputati per la votazione sulla finanziaria, “altrimenti sarei stato lì” ha aggiunto.
 
Qui di seguito riportiamo i fatti che hanno preceduto l’evento e che noi abbiamo definito:
LA QUERELLE CANADESE
 
RAPANA’ NON CI STA’
Apprendo con sorpresa che, in qualità di Consigliere del CGIE, ancor prima di Vice Segretario Generale per i paesi anglofoni extraeuropei, avrei partecipato alla indizione di un'Assemblea Pubblica, presso gli uffici consolari canadesi con la successiva, sia pure in forma simbolica, occupazione degli stessi.
 
Desidero sottolineare la mia estraneità al comunicato diramato dal Consigliere di Alleanza Nazionale Carlo Consiglio. Il sottoscritto non è stato mai consultato su questo argomento, né ha mai dato, né darà mai, la propria adesione a tale iniziativa che, al di là di qualsiasi elemento di merito, si tratta di una iniziativa che tenta di strumentalizzare gli Organi rappresentativi della comunità italiana per fare propaganda politica. Non a caso da Roma arriverà anche l'On. Zacchera, parlamentare dell'estrema destra italiana. Con amarezza e stupore leggo dell'adesione a questa manifestazione anche di un deputato dell'Unione, Gino Bucchino. 
 
Per quanto può valere, mi permetto di chiedere a Gino Bucchino di ripensarci, di non diventare l'utile copertura di una iniziativa strumentale, di natura propagandistica ed elettorale che non ha niente a che fare con gli interessi, quelli veri, delle nostre collettività. Con lui siamo disposti ad attivare una iniziativa congiunta, seria e concreta, finalizzata a mantenere, a qualificare e ad ampliare i servizi consolari in Canada. Il Consigliere del CGIE Carlo Consiglio e l'estrema destra promuovono questa manifestazione come se non sapessero che le difficoltà di oggi nascono soprattutto dalle scelte fatte ieri dal loro governo, occupano gli uffici consolari che negli ultimi cinque anni con la loro politica di malgoverno hanno drammaticamente tagliato in risorse finanziarie e umane.
 
Ci si chiede con che legittimazione l'estrema destra canadese pretende oggi di assumere questa bandiera, dopo che i suoi partiti hanno lasciato l’Italia nelle condizioni che tutti conoscono?  Un gigantesco debito pubblico, il più alto d'Europa, 1600 miliardi di euro, che obbligano il governo attuale a reperire, ogni anno, circa 70 miliardi per il solo pagamento dei relativi interessi, tanto per fare un esempio.
 
Il governo di oggi, con la finanziaria, ha invertito la rotta, ha aumentato le risorse per i servizi consolari dentro un quadro di razionalizzazione e di rilancio della rete consolare italiana nel mondo. Credo che ai connazionali di Edmonton, ai quali manifesto tutta la mia solidarietà, vada detta tutta la verità. Al di là della presenza o meno di un Console, credo che a loro interessi piuttosto che ci sia un servizio in più, interessi che i servizi consolari vengano erogati con maggiore rapidità ed efficienza. Vogliamo discutere di questo? Per quanto mi riguarda ribadisco la mia disponibilità a contribuire, nelle forme che insieme, collegialmente, potremo stabilire ad affrontare seriamente e concretamente il problema, con dati alla mano.
 
I rappresentanti democratici della comunità italiana e quelli del Partito Democratico in Canada non cadano in questa trappola. Non è serio, non è responsabile, non è onesto protestare, a prescindere dai fatti e dagli interessi dei nostri connazionali, per proprio tornaconto partitico o elettorale. Spero e mi auguro che la proposta venga accolta. Comunque noi in questa forma la porteremo avanti.
Giovanni Rapanà, Consigliere del CGIE Canada, Vice Segretario Generale per i Paesi anglofoni extraeuropei.
 
A Rapanà risponde Gian Luigi Ferretti con un editoriale su L’Italiano del  30 novembre intitolato:
 
“Comica Finale”
E’ uscito un comunicato a firma di Giovanni Rapanà (minaccia-di-dimettersi-e-mai-non-lo-fà), stilato in linguaggio ministeriale - o forse meglio: vice ministeriale. La civile e democratica manifestazione presso le sedi consolari in Canada di parlamentari, Consiglieri dei Comites e del Cgie (meno il Rapanà, ci tiene a precisarlo), associazioni e concittadini viene brutalmente etichettata come “strumentalizzazione dell’estrema destra”. E’ il linguaggio da nostalgico del ‘68 col quale recentemente un pezzo da novanta della Margherita, non sapendo come controbattere alle mie argomentazioni, ha preferito definirmi “ex iscritto al Msi”. O un altro, sempre della Margherita, ha detto di ritenere un «finto cittadino» un tale solo perchè «iscritto ad Alleanza Nazionale». Msi, estrema destra... Ditela chiaramente la parolina che avete sulla punta della lingua: fascista.  «Con amarezza e stupore leggo dell'adesione a questa manifestazione anche di un deputato dell'Unione, Gino Bucchino» proclama il comunicato sessantottin-viceministeriale, che continua: «Mi permetto di chiedere a Gino Bucchino di ripensarci, di non diventare l'utile copertura di una iniziativa strumentale, di natura propagandistica ed elettorale che non ha niente a che fare con gli interessi, quelli veri, delle nostre collettività. Con lui siamo disposti ad attivare una iniziativa congiunta, seria e concreta, finalizzata a mantenere, a qualificare e ad ampliare i servizi consolari in Canada».
 
Solo un deficiente totale non capisce che ci troviamo  di fronte ad un classico esercizio di ventriloquia. Con il ventriloquo che fa parlare il pupazzetto. Sapete perchè la manifestazione non s’ha da fare? «Perchè le difficoltà di oggi nascono soprattutto dalle scelte fatte ieri dal loro governo». Cascano le braccia e anche qualcos’altro. Ma che maniera di sragionare è questa? Quando Carlo Consiglio attaccava duramente Rai International, allora diretta dall’uomo di destra Massimo Magliaro durante il governo Berlusconi, nessuno della Casa delle Libertà s’è mai sognato di tirare fuori argomenti del genere. Se un organismo è attaccato dal cancro, si deve pensare a curarlo non a dissertare sui come e perchè la malattia sia venuta. Ma la vera chicca arriva ora, tenetevi forte. «Il governo di oggi, con la finanziaria, ha invertito la rotta, ha aumentato le risorse per i servizi consolari». Ma quale Benigni! Ma quale Boldi! Un comico così non va sprecato.
 
Propongo agli organizzatori della giornata di protesta canadese, dopo aver esposto i vari seri problemi (la grave situazione dei Consolati, l'assenza di ogni iniziativa per le elezioni per il rinnovo dei Comites e per il voto politico, per non parlare della chiusura del Consolato di Edmonton) di leggere ad alta voce questa frase ai partecipanti. Specialmente dopo una protesta, per stemperare un po’ gli animi infiammati, quattro risate non fanno mai male.
 
 
Anche Il Comites di Montreal non ci stà:
non è stato mai consultato
Anche Il Comites di Montreal, esprime il proprio disappunto per l’annunciato declassamento  del Consolato d’Italia di Edmonton e manifesta la propria  solidarieta’ al Comites e alla comunita’ italiana dell’Alberta. Esprime il priprio auspicio che, in ogni caso, vengano mantenuti aperti gli Uffici consolari e venga garantita la continuita’ nell’erogazione dei servizi rivolti ai nostri connazionali.
 
In merito al comunicato pubblicato dai Consigliere del CGIE (Carlo Consiglio n.d.r.) ritengo opportuno precisare che, questo Comites, non e’ mai stato consultato per tale iniziativa e pertanto, non posso aderire a questa forma di protesta. L’argomento sara’ dibattuto alla prossima riunione del Comites di Montreal in dicembre 2007.
Giovanna Giordano, Presidente Comites – Montreal  Coordinatrice dei Comites in Canada
 
 
Infine il comunicato dei parlamentari della maggioranza, eletti all’estero che prende finalmente una autorevole posizione, scavalcando il Vice Ministro Franco Danieli. E’ firmato anche da Gino Bucchino che non è andato in Australia solo perché bloccato alla Camera per il voto sulla Finanziaria, “altrimenti – come ha avuto modo di dichiarare ad Italia Estera – sarebbe stato là”:
 
Rete consolare: i parlamentari eletti nella Circoscrizione “Estero” chiedono a Prodi e a D’Alema di riconsiderare la chiusura del Consolato di Edmonton e di predisporre un piano programmatico condiviso.
11 parlamentari eletti nella Circoscrizione “Estero” – informa un comunicato - hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro degli Affari Esteri Massimo D’Alema e al Ministro dell’Economia e delle Finanze, Tommaso Padoa Schioppa chiedendo un immediato ripensamento della decisione di chiudere o declassare il Consolato di Edmonton in Canada e manifestando la loro disponibilità a partecipare ad un tavolo di lavoro con il Governo e il Ministro degli Affari Esteri per discutere della ristrutturazione della rete diplomatico-consolare.
 
I deputati Bucchino, Bafile, Cassola, Farina, Fedi, Narducci, Razzi e i Senatori Micheloni, Pollastri, Randazzo e Turano, se da una parte riconoscono le ragioni che hanno spinto il Ministero degli Affari Esteri ad avviare una operazione di ristrutturazione della rete consolare, dall’altra affermano di non comprendere le scelte effettuate dal Governo su questo delicato settore, come ad esempio la decisione di chiudere il Consolato di Edmonton, uno dei soli 4 uffici operanti in Canada.
 
I parlamentari rilevano come i nostri connazionali all’estero hanno la netta impressione che i servizi a loro destinati siano considerati meno importanti di altre aree di intervento dello Stato e come la rete consolare abbia subito negli ultimi anni drastiche riduzioni sia come numero di sedi che di organico del personale. Viene quindi sollecitato un piano programmatico complessivo sull’assetto che s’intende dare nel medio periodo alla presenza dell’amministrazione dello Stato all’Estero a fronte di quella che essi considerano la mancanza di una strategia di valorizzazione delle sedi consolari, che in una visione sistemica rappresentano un investimento importante per il nostro Paese.
 
In merito alla sede consolare di Edmonton, i parlamentari esprimono il loro totale dissenso sulla decisione presa, anche in ordine alle modalità che l’hanno guidata: non vi è stata alcuna consultazione con i rappresentanti istituzionali degli italiani residenti in Canada e con i Parlamentari eletti all’estero con la conseguenza di una crescente mobilitazione della comunità italiana avversa alla decisione di chiusura.
 
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Fin qui tutti i comunicati e i commenti sull’accaduto. Ora noi ci chiediamo: Ma Carlo Consiglio, un professionista pacato ed in casi del genere molto attento, è diventato di colpo un visionario ed i parlamentari dell’opposizione eletti all’estero, gli onorevoli Giuseppe Angeli, Salvatore Ferrigno, Massimo Romagnoli, Guglielmo Picchi,  e gli “indipendenti” Ricardo Merlo e Luigi Pallaro, nonché la Senatrice Antonella Rebuzzi  com’è che non hanno preso nessuna posizione lasciando Carlo Consiglio solo?. Forse per loro il Canada è molto lontano, ma per Ferrigno no è la sua circoscrizione. Forse è ancora troppo occupato nella sua Sicilia!. gmp



 
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