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31 mar 2006Scardigno risponde all'ambasciatore Benedetti (MAE)

ROMA, 31 MAR  (Italia Estera) -L'ing. Salvatore Scardigno in una nota (vedi Italia Estera del 16 marzo) annunciava il ritiro della sua candidatura a senatore. L'ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore degli Italiani all'Estero del Ministero degli Esteri, nei giorni scorsi ci ha inviato  una lettera di precisazioni  su  quanto affermato dall'ing. Scardigno, che noi ben volentieri abbiamo pubblicato vedi Italia Estera del 28 marzo .Ora  L'ing. Scardigno replica: Noi pubblichiamo la lettera, dopo di che consideriamo la polemica chiusa

Gentile Direttore, Chi le scrive e' l'ing Salvatore Scardigno.
Su Italia Estera del 28 marzo scorso e' apparsa una lettera dell'ambasciatore Adriano Benedetti che contesta i motivi da me espressi il 16 marzo scorso, sempre su Italia Estera, che hanno contribuito al ritiro della mia candidatura per il Senato alle elezioni politiche italiane di aprile 2006. Le chiedo, gentilmente, di concedermi ospitalita' per poter rispondere, sul suo giornale, alle dichiarazioni dell'onorevole Benedetti.

L'on. Benedetti, invece di investigare l'operato del vice-consolato di Newark, si e' limitato a ripetere quello che lo stesso vice-console di Newark aveva dichiarato sulle pagine di America Oggi del 22 marzo, 2006 . Al di la' di patetiche e scontate difese d'ufficio sul consolato, l'onorevole non si e' premurato di indagare con obbiettivita' le carenze mostruose sia di competenza che di cooperazione da parte del consolato in questione.

La lettera dell'onorevole Benedetti contiene numerose inesattezze, nonche' fatti e conclusioni che non rispondono al vero.

Non e' vero che il vice-consolato ha ".prestato ogni possible assistenza.come.agli altri 4 candidati residenti nella . circoscrizione.". E' vero, invece, che per gli altri 4 candidati sono stati i partiti italiani a cui appartengono, e non il vice-consolato ad assicurarare che la documentazione fosse completa e corretta. La documentazione della candidatura del sottoscritto, invece, non avendo la copertura amministrativa di partiti politici , doveva essere, giocoforza, non solo vidimata dal consolato ma essenzialmente preparata dal candidato in stretta collaborazione col consolato. Candidato e consolato che, alla resa dei conti, si sono dimostrati non sufficientemente a conoscenza delle normative e direttive ministeriali. Quindi, se c'e' stata dell'ignoranza di tali direttive da parte dell'aspirante candidato, tale imputazione deve necessariamente essere estesa anche al vice-console.

Non e' vero che il vice-consolato si e' ".adoperato con grandissimo spirito di servizio per dare ogni possible supporto sia ai candidati che agli elettori". E' vero invece che, quando al vice-console e' stato chiesto di confermare la validita' dei moduli usati per la raccolta delle (122, fino a quel tempo) firme dei sottoscriventi, questi si e' trincerato in un'ambigua posizione di incertezza sulla validita' di tale documentazione. Questo avveniva a 3-4 giorni utili prima della presentazione delle firme al Minsitero dell'Interno. Si deve notare che, in data 19 gennaio 2006, il vice-consolato istruiva il sottoscritto di usare moduli (vedere una copia llegata) in cui non era riportato ne' il nome del candidato, ne' il contrassegno della lista.  Successivamente, il nome del candidato e' stato inserito sui moduli, su mia iniziativa e non del vice-console.

Una ulteriore prova di mancanza di supporto da parte del vice-consolato si e' avuto allorquando questo ufficio si e' rifiutato di incontrare per la terza volta la comunita' e vidimare le restanti firme dei sottoscriventi. Questa irresponsabile decisione ha, essenzialmente, tolto le residue speranze di poter completare la documentazione delle firme e validare la candidatura, poiche' far arrivare 150-200 persone, la stragrande maggioranza delle quali ultra-sessantenni, ai lussuosi, ma di difficile accesso, uffici del vice-consolato era estremamente difficile da realizzare (se non addirittura logisticamente impossibile ) considerando il fatto che il tutto doveva essere fatto in poco piu' di 3 giorni!

Non e' vero che l'ing. Scardigno ha arbitrariamente cancellato il terzo incontro del vice- consolato con la comunita', incontro programmato per il 12 febbraio scorso. E' vero invece che per il 12 febbraio tutti i mass-media locali prevedevano una tempesta di neve, che realmente si verifico', paralizzando la zona del New Jersey con una valanga di neve che raggiunse, in alcuni punti, il metro d'altezza (vedere l'allegato articolo di America Oggi del 13 febbraio 2006 dove si evince che a Central Park di New York la neve aveva raggiunto 68 centrimetri d'altezza).

Ecco, egregio onorevole, potrei continuare con altri esempi di inesattezze indicate nella sua lettera, ma non vorrei abusare dell'ospitalita' del giornale. Pero', se le interessa, potrei, velocemente, accennarle sull'efficienza dell'operato del vice-consolato. Un esempio di cui siamo stati testimoni oculari. Nel primo incontro del consolato con la comunita' si presentarono 3 rappresentanti del consolato: per verificare 76 firme impiegarono 3 ore e mezzo. Se fa un po' d'aritmetica scopre che si impiego' quasi 9 minuti per la verifica di ciascuna firma!  Nel secondo incontro, invece, le cose andarono ancora peggio. Il vice-consolato si presento' con 4 persone: impiegarono quasi due ore per la verifica di 42 firme. Qui l'aritmetica indica oltre 11 minuti per firma!

Onorevole ambasciatore: la comunita' italiana all'estero (e qui mi scuso della licenza che mi prendo di parlare a nome della comunita', una licenza che mi azzardo prendere confortato da una vita attiva nella comunita' di oltre 45 anni) non e' insensibile all'uso e abuso degli atteggiamenti altezzosi con cui, quasi sempre, interagiscono i funzionari degli uffici statali o governativi (sia all' estero che in Italia) con noi Italiani all'estero . Occorre far scendere questi individui dai piedistalli su cui si sono collocati. Occorre stabilire un livello di coesistenza e di comunicazione paritaria. E se poi qualche dirigente continua ad operare fuori di queste linee-guida, allora occorre preparare, per questi, un programma di ri-formazione professionale, o di rimozione dal loro ufficio. Questa arroganza, inefficienza e poca attenzione verso gli italiani all'estero sono dimostrate per esempio da i nostri travagliati interfacciamenti con l'INPS e dalla totale mancanza di riferiment
 o dell
o "storico" voto degli italiani all'estero nei dibattiti politici in corso in Italia. Tali atteggiamenti sono a mio parere indicazione di mancanza di rispetto verso la orgogliosa ad energetica collettivita' italiana residente all'estero, collettivita' che ha contribuito considerevolmente a fare dell'Italia una dei piu' industrializzati Paesi del pianeta. E' proprio dell'altro ieri l'ultima dimostrazione della superficialita' (o forse stupidita, ma preciso che qui il consolato non c'entra) dell'apparato statale/govenativo verso gli italiani all'estero: il plico che abbiamo ricevuto per le elezioni politiche italiane per la Circoscrizione Estero, conteneva, tra buste, documenti, certificati, tagliandini e schede, ben nove pezzi di carta. Ripeto nove!
Direttore, ringraziandola per l'ospitalita' le invio i miei piu' cordiali saluti.
Ing. Salvatore Scardigno
New Jersey (USA)





 
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