11 feb 2006 | Prodi presenta il programma 'per il bene dell'Italia' :La parte relativa agli italiani all'estero |
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ROMA, 11 feb. (Italia Estera) - Nel testo del programma dell'Unione che si intitola 'per il bene dell'Italia' e che Romano Prodi ha presentato questa mattina al Teatro Eliseo, cè la parte del programma relativa agli Italiani all'estero:
"L’impegno per i diritti e le esigenze degli italiani nel mondo rappresentano una scelta strategica per assicurare ai connazionali all’estero,nelle nuove condizioni del mondo, la tutela politica, sociale, economica, giuridica che la Costituzione garantisce a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza. La nostra strategia di attenzione e valorizzazione della presenza di origine italiana nel mondo è volta a superare ogni tradizionale atteggiamento di distacco e di rimozione verso l’emigrazione."
Per questo, intendiamo in particolare:
- perseguire politiche di rilancio dell’immagine, della cultura, del ruolo dell’Italia nel mondo;
- favorire la piena integrazione delle nostre comunità affinché partecipino sempre di più alla formazione delle classi dirigenti dei paesi di residenza;
- recuperare un concetto alto di italianità;
- considerate le nostre comunità per il patrimonio di esperienze, cultura, valori, relazioni umane e professionali che possono offrire alla società italiana, al di fuori di ogni logica mercantilistica;
- collocare chiaramente le nostre comunità nel campo dei costruttori di pace, soprattutto di fronte alle tragiche contraddizioni della presenza militare in Irak, alla persistente tensione della questione israelo-
palestinese, al livello gravissimo raggiunto dagli attentati terroristici.
Garantendo una larga consultazione che coinvolga coloro che in diversi campi operano a contatto con le comunità italiane all’estero, a partire dalle espressioni del mondo associativo e sindacale e dai rappresentanti delle stesse comunità, ci impegnamo a:
- fare un bilancio su COMITES e CGIE e riorganizzarne la collocazione e i ruoli, ridefinendo la funzione del CGIE, che ha assorbito finora le funzioni di interfaccia delle istituzioni italiane;
- investire nell’impegno informativo migliorando la presenza e la qualità di Rai International; favorire convenzioni del servizio pubblico radiotelevisivo con emittenti straniere, favorendo il flusso di informazione in “uscita”, dall’Italia verso le comunità, e in “ritorno”, dalle realtà di insediamento alla società italiana;
- attivare la rete di presenza italiana nel mondo (Istituti di Cultura, Università, scuole pubbliche, Camere di Commercio, patronati ecc.);
- favorire proposte legate alla scienza e alla tecnologia, alle espressioni moderne del Paese, alla cultura d’impresa, alla moda e al design;
- proporre una visione aperta dell’identità e recuperare, nei processi formativi, la storia dell’emigrazione italiana;
- concentrare gli sforzi sulle misure di sostegno locale nelle situazioni di crisi economica, con particolare riguardo alla formazione e all'aiuto verso le piccole e medie imprese nelle strategie di ripresa sociale ed economica;
- favorire il rafforzamento del tessuto economico delle realtà ospitanti e il riferimento alla comunità italiana come volano di cooperazione e di scambi commerciali e professionali con gli operatori che agiscono nel sistema italiano.
Intendiamo, infine, rilanciare la cooperazione per lo sviluppo, che deve caratterizzarsi per equità dei risultati e trasparenza dei processi;
favorire una specifica ed efficace legislazione per la promozione dell’impresa italiana all’estero;
pensare all’opportunità di applicare il principio della “continuità territoriale” agli spostamenti aerei e marittimi da e per l’Italia a beneficio delle comunità italiane residenti all’estero, nel quadro delle linee strategiche fissate dal programma europeo relativo alle “Reti Transeuropee”.
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