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03 gen 2006Intervista al Consigliere del CGIE Valter Della Nebbia

HOUSTON,TX -(Italia Estera) -  Ho intervistato il Consigliere del CGIE Valter Della Nebbia al suo rientro da Roma dove aveva partecipato ai lavori della seconda riunione plenaria della Conferenza Permanente Stato, Regioni, Province Autonome, CGIE ed ho cominciato chiedendogli:

Consigliere Della Nebbia ritiene che gli Italiani all’estero abbiano fatto dei progressi negli ultimi anni e di che rilevanza sono secondo il suo avviso? C’e’ un alto numero d’Italiani e d’oriundi che si sono affermati all’estero, ma ci sono ancora milioni di essi che rappresentano un enorme capitale umano che deve e merita d’essere ancora valorizzato.
Esiste un dialogo ed una collaborazione fattiva tra gli Italiani del Bel Paese e quelli che vivono ed operano fuori dei confini della Patria ? Il dialogo che gia’ esiste puo’ essere potenziato ancora facendo conoscere di piu’ in Italia la realta’ e la problematica riguardante gli Italiani residenti all’estero.
Crede che gli Emigrati italiani possano dare un contributo al loro Paese d’origine?Certamente. Innanzitutto coloro che hanno raggiunto una posizione di prestigio potrebbero essere utilizzati come diplomatici particolarmente efficaci per l’esperienza maturata all’estero e poi essi potrebbero contribuire allo sviluppo di una rete commerciale con l’Italia aiutando notevolmente lo sviluppo economico italiano.
Ritiene che alla luce della nuova situazione si possano ridistribuire le competenze fra i consolati e gli organismi dei COMITES e del CGIE e con quali vantaggi per gli Italiani che risiedono all’estero? Alla luce della nuova realta’ venutasi a creare con la responsabilizzazione politica degli Italiani all’estero e’ logico che organismi rappresentativi come i COMITES ed il CGIE ottengano poteri effettivi tanto per cio’ che concerne l’autogestione che per quanto riguarda l’incarico di rappresentare la comunita’, mentre i Consolati e le Ambasciate dovrebbero esercitare la loro funzione specialmente nel campo amministrativo.
Ultimamente s’e’ assistito ad un fiorire d’ iniziative tendenti a creare “case” o centri di diffusione della cultura italiana in America. Questo ritrovato interesse e’ veramente genuino e apartitico o corre il rischio di venire monopolizzato e strumentalizzato politicamente?  Tutto cio’ che si fa nella direzione del potenziamento della cultura italiana all’estero e’ positivo ed encomiabile a patto, pero’, che l’intento sia quello genuino di rendere un servizio utile agli Italiani emigrati e che la gestione di tali centri sia affidata a chi e’ piu’ qualificato per farlo senza alcuna influenza di parte politica e senza altri fini utilitaristici secondari.
Dopo le note vicende riportate sulla stampa a proposito della collaborazione poco presente all’interno del CGIE e’ cambiato qualcosa secondo quello che e’ la sua esperienza personale di Consigliere? Secondo la mia opinione bisogna ancora fare molto per portare all’interno del CGIE l’auspicabile apertura ad una collaborazione da parte di tutte le forze presenti in esso.
In vista delle prossime scadenze elettorali qual’e’ la cosa che Lei ritiene piu’ auspicabile al fine che si verifichino delle condizioni ideali per lo svolgimento di queste prime elezioni conquistate con l’aiuto di politici che non hanno mai perso di vista le necessita’ reali degli Italiani all’estero? Bisogna tenere presente che chi perde a causa di attriti e scontri faziosi e’ la comunita’ rappresentata e che gli egoismi di parte non avvantaggiano nessuno mentre in effetti danneggiano poi tutti. E’ giusto che in Italia per mezzo dell’interessamento dei media si sappia pure della riserva di energie e capacita’ presenti all’estero cosicche’ queste vengano utilizzate opportunamente e come effettivamente meritano.
 
INTERVISTA DI RO PUCCI/Italia Estera



 
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