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29 mar 2001La Convention internazionale sul turismo sociale a Napoli

NAPOLI – Il Centro Turistico ACLI promuove a Napoli, al Castel dell’Ovo, la Convention internazionale di turismo sociale, in programma da domani 30 marzo a domenica 1° aprile. L’obiettivo principale è quello di incentivare un turismo “diverso”, non di solo profitto, ma che favorisca la crescita in termini culturali, sociali e spirituali della persona, abbinando i diversi momenti con il divertimento e con il riposo, nel pieno rispetto del territorio e delle popolazioni locali. Non solo, dunque, il turismo-vacanza, un business che rappresenta il 6% del PIL del mondo e il 9% dell’occupazione complessiva, ma anche il turismo sociale, che è in pieno aumento. Questo tipo di turismo si è diffuso in pochi anni (oltre 60 milioni sono i turisti “sociali” nella sola Europa) ed è rivolto, in particolare, alle classi sociali meno abbienti, le più emarginate. Lungi dall’essere un turismo di solo consumo, che non valorizza le bellezze naturali e che non ha riguardo delle comunità locali, il turismo sociale è divenuto una realtà per coloro che praticano il turismo giovanile, il turismo familiare, il turismo della terza età, il turismo delle persone, a mobilità ridotta come occasione di crescita culturale, civile e sociale dell’uomo e di tutti gli individui nel rispetto dell’ambiente.
Alla manifestazione, promossa dal Centro Turistico ACLI, che oggi vanta 50 mila tesserati ed un intensa attività trentennale, saranno presenti il Ministro dell’Industria Enrico Letta, numerosi parlamentari, vari rappresentanti di enti locali, di associazioni e di organizzazioni turistiche. Una maschera napoletana, Pulcinella, saluterà a nome della città i partecipanti della Convention provenienti da tutte le regioni d’Italia. Al centro del dibattito ci saranno molte proposte, prima fra tutte quella di candidare il Mezzogiorno, a partire dalla Campania, quale destinazione eccellente per i flussi del turismo sociale proveniente dall’Europa, e di incrementare i flussi turistici in bassa stagione anche nelle zone interne. Ne deriverebbe, infatti, un turismo sociale a prezzi più vantaggiosi e si incentiverebbe l’occupazione nel Mezzogiorno. Un’altra proposta sarà quella di recuperare il ruolo delle organizzazioni del terzo settore nel processi di sviluppo all’interno dell’economia turistica.



 
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