ROMA, 13 FEB 2011 ''Il Fli aspirava a diventare la terza gamba del centrodestra, ma dopo l'assemblea costituente di Milano si avvia a calarsi nel ruolo di uno dei millepiedi del centrosinistra. Ora ci manca solo che superi la pregiudiziale Di Pietro, per dissolversi definitivamente in una non impossibile riedizione della fallimentare Unione prodiana''. Lo ha detto Antonio Leone (Pdl) vicepresidente della Camera dei deputati alla luce del dissenso verificatosi dopo l’assemblea costituente del partito.
Dopo la nomina di Italo Bocchino a vicepresidente unico, le colombe sono insorte. C’è un vertice in programma con dei risultanti a dir poco strabilianti. Potrebbero addirittura esserci anche le dimissioni del capogruppo di Fli al Senato Pasquale Viespoli, mettendo in discussione l’esistenza stessa del gruppo dei futuristi al Senato.
Viespoli ha detto: "Le scelte di Gianfranco Fini hanno determinato squilibrio sul piano dei rapporti interni e ulteriori equivoci sul piano della linea politica"- La pietra dello scandalo è ancora una volta Bocchino. Già aspramente criticato dai moderati per il suo intervento a vele spiegate nella sua famosa dichiarazione di voto del 14 dicembre. Una cosa mai vista e volta ad allontanare i tre futuristi (Moffa, Siliquini e Polidori) che fecero mancare i loro voti per dare la 'spallata' definitiva al governo, determinando, invece la “sconfitta” di Fini
Dopo Vespoli c’è anche Adolfo Urso, che, indicato come capogruppo alla camera a Milano, si è ritrovato portavoce a Roma all’arrivo di Fini con l’aereo di stato, sostituito nei cieli d’Italia, da Benedetto Della Vedova. "Sconcerto e amarezza" sono le uniche parole con cui Adolfo Urso ha commentato a caldo la sua posizione.
Essere di destra "significa avere senso dello Stato e rispettare anche la prima parte della Costituzione, compreso l'articolo 3, dice Fini nella sua relazione finale. Poi continua nel suo attacco frontale a Berlusconi. La sovranità popolare non significa impunità, non significa infischiarsene della Costituzione, non significa essere al di sopra della legge. Neanche se si è eletti con il 99% dei voti". Fini chiude l'assemblea costituente di Fli, che lo ha eletto all'unanimità presidente di Futuro e libertà. Poi ha subito annunciato ''oggi stesso mi autosospenderò dalla presidenza del partito''. Un'ora e trenta di discorso, aperto con l’abbraccio del vecchio leone che è Mirko Tremaglia, chiuso con "Viva Futuro e libertà, viva l'Italia' e salutato da un'ovazione della platea.
"Pensano di poterci togliere l'aria dicendo che siamo diventati di sinistra - ha continuato - non è vero i nostri valori non sono cambiati, sono gli stessi che avevamo quando siamo entrati nel Pdl. E' il Pdl che ha distrutto questi valori e li ha resi ridicoli. Vorrei sapere qual è il tasso di riformismo del Pdl".
Tornando poi alla sconfitta del 14 dicembre, il leader di Fli ha sottolineato che Berlusconi, seppur ''sopravvivendo per pochi voti'', ''ha la maggioranza e può andare avanti. La verità è che bisogna lavorare nella società e non pensare che si possa archiviare Berlusconi attendendo l'esito dei processi. Non è questa la strada".
Poi la sfida a Berlusconi sulle dimissioni da presidente della Camera. ''Berlusconi è diventato premier anche grazie ai milioni di voti che venivano dall'accordo politico che Alleanza nazionale fece con Forza Italia. Allo stesso modo io sono diventato presidente della Camera grazie ai voti dei parlamentari eletti che i voti di Forza Italia. Faccio una proposta. Io sono disposto a lasciare la presidenza della Camera se il presidente del Consiglio è disposto a dimettersi per tornare a chiedere l'opinione degli elettori, per tornare al voto popolare". Anche se Fini ci crede poco ad un passo indietro del premier. "Non illudiamoci, Berlusconi non lascerà la sua poltrona. Troverà sempre qualche 'disponibile' per andare avanti. Questo è il suo intendimento".
Oltre all'elezione a presidente di Fini, sempre all'unanimità sono stati approvati sia il documento programmatico che i principi base dello statuto di Fli. Tra questi c'è la convocazione dei congressi locali entro la fine dell'anno e l'istituzione di una segreteria.
''Il partito ha bisogno di una governance chiara - ha detto Fini - con un vicepresidente, un ufficio di presidenza un portavoce, e nominerò una segreteria che sarà composta da non parlamentari, da persone nuove".