«Abbiamo preso atto del venir meno sul piano politico del gruppo Fli al Senato ed abbiamo altresì preso atto di posizioni divergenti rispetto alle prospettive politiche», ha dichiarato il capogruppo uscente, Pasquale Viespoli, che con Maurizio Saia oggi porta a quattro il numero dei senatori allontanatisi da Fini negli ultimi giorni.
«Il gruppo Fli al Senato in seguito all'uscita dei senatori Menardi e Pontone non ha più i numeri per esistere. Degli otto senatori i restanti sei hanno confermato la loro permanenza nel Fli al fine di costruire un'alternativa competitiva all'attuale centro-destra e nella prospettiva di poter dar vita in tempi brevi ad un nuovo e più consistente gruppo parlamentare che faccia riferimento al Polo per l'Italia, rifiutando così qualunque ipotesi di ammucchiata a sinistra», hanno dichiarato in una nota congiunta i senatori: Baldassarri, Contini, De Angelis, Digilio, Germontani, Valditara che sono invece rimasti fedeli a Gianfranco Fini.
Giuseppe Menardi, 58 anni, residente a Cuneo, ingegnere e imprenditore, è alla terza legislatura in Senato ed è stato eletto in Piemonte. Menardi è stato eletto nelle prime due legislature con Alleanza nazionale e nell'ultima con il Pdl. Francesco Pontone, 84 anni, napoletano, avvocato, è alla settima legislatura in Senato ed è stato eletto in Campania. Pontone ha esordito a Palazzo Madama con il Movimento sociale, poi è stato eletto con Alleanza nazionale e infine con il Pdl.
Intanto come annunciato anche Roberto Rosso e Luca Barbareschi hanno lasciato il gruppo di Fli alla Camera: lo ha comunicato all'assemblea di Montecitorio il vicepresidente Maurizio Lupi. Rossi si è iscritto al gruppo Pdl, da cui era a suo tempo uscito per aderire a Fli; Barbareschi si è invece iscritto al gruppo Misto.
Ma per Italo Bocchino, nel corso della trasmissione Omnibus su La7 non è successo niente. Commenta: «Esodi di massa da Futuro e libertà non ce ne sono. I singoli se ne sono andati ma non si sono portati via nessuno. C'è un'operazione di Palazzo con l'acquisizione di alcuni parlamentari», ha affermato. «Avremo un parlamentare in meno? pazienza. Non avremo un gruppo al Senato? pazienza, neanche Casini ce l'ha. E neanche Vendola. Il partito - ha aggiunto Bocchino - è vivo e vegeto: siamo come quelli che manifestavano in piazza Tien an men e Timisoara: a mani nude contro i carri armati. Il nostro progetto - ha precisato è diretto ai cittadini e non al Palazzo. Non è una zattera di salvataggio».
Il leader della Lega, Umberto Bossi, conversando con i giornalisti al Senato, a margine dei lavori sul federalismo municipale, fa un’osservazione concreta su quello che sta accadendo nel Fli : «I finiani si sono volatilizzati». «Fini lo vedo un po' così - ha aggiunto - del resto ha fatto le sue scelte». Oggi, ha infine sottolineato con soddisfazione il leader leghista, «alla Camera abbiamo avuto 39 voti di vantaggio. Non è poco».