di Beppe Nisa
TORINO, 6 MAR 2011 - "Fassino non va rottamato, ha vinto sul campo". Con queste parole il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha riconosciuto, in un'intervista a 'La Stampa', la vittoria di Piero Fassino nelle primarie del centrosinistra, che lo hanno candidato a sindaco di Torino.
Il primo cittadino di Firenze venerdì sera era nel capoluogo piemontese per presentare il suo libro 'Fuori'. E’ un libro scritto bene. Si legge velocemente e i concetti – che piacciano o meno – si capiscono al volo. Comprensibile che le mummie ai piani alti del pd e che non vorrebbero mai abbandonare le loro poltrone, ne abbiano una gran paura…. anche se il monello deve stare ben attento a non ripetere disastri come la visita ad Arcore e l’inchino a Marchionne.
Ma il Renzi non finisce di stupire: «Un paese ormai alla frutta in cui una generazione sta in panchina» , indica questo concetto con le cassette di frutta vuote al centro del «palco» del Centro Capitini, a Perugia, dove con una verve del tutto toscana, pungente e d’attacco, ha saputo catalizzare l’attenzione dei quasi mille presenti alla presentazione del suo libro «Fuori!», con cui l’autore lancia l’appello ad uscire «dalla rassegnazione, dagli schemi, fuori dalla palude e dal politichese».
Al Circolo dei Lettori a Torino ha riscosso un altro successo: Contro i soliti noti, contro tromboni e trombati, contro una classe politica che ha già sprecato la propria opportunità di cambiare le cose I SOGNI, LE IDEE, LE SPERANZE DI UNA NUOVA GENERAZIONE.
Quanti politici rifiuterebbero una poltrona sicura? Chi mai rinuncerebbe a una carica pubblica servita su un piatto d’argento? Chiunque risponderebbe alla stessa maniera: “Nessuno!”. E questo non solo perché gli italiani hanno perso fiducia nella politica, ma — cosa ben più grave — si sono arresi all’idea di non aspettarsi niente di meglio da chi li governa.
Eppure Matteo Renzi di fronte ai soliti giochetti dei piccoli e grandi poteri di casa nostra ha saputo dare la risposta più sfacciata: “No, grazie”. Alla fine del suo primo mandato come presidente della Provincia di Firenze, gli era stata assicurata la rielezione.
Renzi però ancora una volta ha stupito tutti: Ha deciso di partecipare alle primarie per candidarsi a sindaco di Firenze, senza l’appoggio dei vertici del suo partito, il Pd.
Le ha vinte, è stato eletto, e oggi è il sindaco più amato d’Italia.
Ora vuole darsi da fare per tirare fuori il Paese dal pantano in cui l’ha cacciato una politica vecchia e asfittica.
In questo libro racconta come i campi scout gli abbiano insegnato che nella vita ognuno deve prendersi le sue responsabilità, e come su quelli da calcio (dove ha fatto l’arbitro) s’impari che non sempre si ha il tempo di pensare: occorre decidere e fischiare. Ha dimezzato gli assessori in Giunta e raddoppiato l’investimento per l’ambiente. Guarda con orgoglio al passato delle sua città, e pensa in grande al futuro, riflesso negli occhi dei bambini delle scuole che incontra ogni martedì.
Matteo Renzi racconta le sue aspirazioni e dà voce alla speranza di una svolta. “Adesso tocca a noi” scrive “ridare fiato al Pd, ma soprattutto ridare slancio all’Italia.”
E così a Torino si è incontrato con un altro vincitore “vero” delle primarie. Ha incontrato il candidato sindaco del Pd: "Un dirigente di primo piano che sceglie di candidarsi alle primarie anziché stabilire condizioni merita rispetto". "Ha prevalso Fassino, onore a Fassino, ha detto Renzi. Poi, dopo la presentazione del libro di Renzi al 'Circolo dei lettori' di Torino, il leader del centrosinistra torinese e il sindaco di Firenze hanno cenato insieme.
Resta da aggiungere che Fassino è stato e resta un personaggio di primo piano e da Sindaco di Torino, nel succedere a Chiamparino nelle prossime elezioni di maggio, porterà idee nuove che faranno bene prima ai cittadini di Torino e poi al Pd.