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28 mar 2011GIAPPONE: I ciliegi in fiore fragili come la tecnologia avanzata/ di Alfonso Maffettone

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di Alfonso Maffettone
TOKYO, 28 MAR (Italia Estera) – I 1500 ciliegi in fiore del parco di Ueno a Tokyo offrono una vista struggente.  I piccolissimi petali  rosa   formano giganteschi e deliziosi baldacchini che danno ombra ed accoglienza per il tradizionale picnic sulle stuoie blu.  La millenaria usanza della contemplazione della bellezza (hanami)  dei sakura in fiore, il nome in giapponese dei ciliegi, si è incrociata con i morti e le devastazioni causati dalla peggiore catastrofe sismica dalla fine della seconda guerra mondiale. Ma gli scarichi di  radioattività emessi dalla decrepita centrale nucleare di  Fukushima danneggiata dallo tsunami non hanno influito sulla fioritura. Appena sei giorni di ritardo sul 2010 per uno degli inverni più rigidi degli ultimi anni in Giappone. Nonostante la precedenza data al susseguirsi dei bollettini sulla sciagura nazionale, le reti televisive e radiofoniche hanno trovato  spazio e tempo per informare, come sempre, il pubblico  sulla marcia dei sakura che comincia da Okinawa ed arriva a Tokyo. Nella capitale  gli ampi  spazi verdi - il parco di Ueno,  il Parco Chidorigafuchi vicino al palazzo imperiale, il Parco Azukayama  -   sono i luoghi più belli perché  le chiome dei ciliegi si trasformano in un tripudio botanico spettacoloso.
In ogni  parte del Giappone l’ hanami ha attratto uomini, donne, giovani e bambini, un richiamo che si è perpetuato  in ogni epoca e che continua ad esercitare la sua forza anche nel terzo millennio, l’era dell’alta tecnologia. Per i giapponesi i fiori sono una immagine di allegria mista a tristezza perché appassiscono nel momento della loro esplosione di bellezza. I fiori del ciliegio sono i più fragili : cadono al primo colpo di vento o sotto una leggera pioggia.  Hanno una vita breve o brevissima e  per questo sono la personificazione dell’ “hakanasa”,  una nozione centrale alla cultura giapponese che ha in italiano il significato di  fragilità o evanescenza della vita. 
Il momento per i nipponici è doloroso e disperante.  Dal concetto di  hakanasa che ispira la ritualità dei ciliegi  in fiore i giapponesi  potrebbero ricevere un nuovo tipo di imput : la forza per riflettere sulla fragilità del Giappone tecnicamente avanzato che il  terremoto e lo tsunami   hanno devastato lasciando nel Nordest più di  10,000 morti, 17,500 dispersi, mezzo milione di senzatetto e l’incubo di un disastro nucleare.



 
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