di Alfonso Maffettone
ROMA, 17 MAG, (Italia Estera) – Ed ora il ballottaggio. Il giorno dopo le elezioni amministrative che hanno interessato 15 milioni di italiani per 29 comuni capoluoghi e 11 province l’attenzione è rivolta a domenica 29 maggio per la sfida finale fra i candidati alle cariche di sindaco. Lasciando da parte le disamine contabili sulle altre piazze italiane sottoposte a scrutinio, sono Milano e Napoli le due città emblematiche di questa consultazione elettorale. Diverse per situazione geografica e sociale, la prima è la capitale mondiale dell’Expo e l’altra è la cerniera fra Ue e Mediterraneo con tutte le implicazioni che questa posizione comporta. Entrambe sono state “terremotate” dal voto di domenica e lunedì. Il capoluogo lombardo, feudo incontrastato da circa venti anni di Silvio Berlusconi, è stato travolto dall’onda lunga del radicalismo di sinistra che ha appoggiato il candidato del Pd , l’avvocato Giuliano Pisapia. Il sindaco uscente Letizia Moratti è così finito distaccato di circa nove punti ( 41,4% contro 48,2%) .
In Campania il candidato del Pdl Gianni Lettieri (38,4%) si è fatto spiazzare dal “giustizialismo” del candidato d ’Italia dei Valori, l’ex magistrato Luigi De Magistris (27,1%) e non ce l’ha fatta nel primo turno a diventare sindaco di Napoli dopo venti anni di malgoverno e di “monnezza” delle amministrazioni di sinistra guidate da Rosa Russo Iervolino e Antonio Bassolino.
Silvio Berlusconi ha dato una valenza politica nazionale scendendo in campo personalmente a sostegno del Pdl ed ha perduto le elezioni non riuscendo ad evitare il ballottaggio a Milano e a Napoli. La Lega di Umberto Bossi si è vista politicamente ridimensionata ed ha subito un duro colpo a Bologna. Il suo candidato Manes Bernardini è stato sconfitto al primo turno ad opera dell’avversario di sinistra Virginio Merola. Ma bisogna anche dire che questa tornata elettorale non ha fatto bene ne’ al Pd di Lugi Bersani che, inspiegabilmente, ha esultato di gioia nè al neonato terzo polo di Francesco Rutelli, Pier Ferdinando Casini e Gianfranco fini.
Il dato politico su cui è importante riflettere è che se “Atene piange Sparta non ride”. Il voto ha fatto emergere lo scatafascio della maggioranza di governo ma non è stato tenero con le opposizioni. Né il Pd né il Terzo Polo sono riusciti ad imporsi come forze alternative. Si è avuta l’impressione che gli elettori non ne possano più delle beghe e dei conflitti fra e dentro i poli che paralizzano la vita politica italiana ed hanno voluto suonare un campanello d’allarme ignorando pressochè “Casini & company”e conferendo i loro voti a due candidati come Pisapia e De Magistris che non rappresentano nulla di nuovo e c’entrano con il Pd come i cavoli a merenda.
Inoltre le urne hanno lanciato un avviso alla casta da non sottovalutare.Il movimento antipolitco Cinque stelle del comico Beppe Grillo ha totalizzato a Bologna uno storico 10% che ha disturbato la vittoria del Pd.
A Milano all’inizio della corsa Pisapia era un attempato avvocato con il precedente di essere stato accusato a suo tempo di partecipazione a banda armata ("Prima linea") e di essere stato prosciolto prima della sentenza. Presentato dal Sel di Vendola e dalla Federazione di sinistra alle elezioni amministrative ha battuto alle primarie il candidato del Pd Stefano Boeri, determinando le dimissioni del gruppo dirigente provinciale e cittadino della maggiore forza dell’opposizione. A due giorni dalla fine di una campagna elettorale condotta all’insegna del fair play, è stato proprio il sindaco di Milano con una mossa maldestra a rilanciare le quotazioni del rivale rinfacciandogli in un confronto televisivo una condanna per furto di auto risultata falsa. Pisapia ha dimostrato di essere stato assolto con formula piena ed ha capitalizzato l’errore della Moratti riscuotendo sorprendentemente anche il consenso dei milanesi moderati che hanno votato a valanga per lui.
Adesso il sindaco uscente dovrà recuperare nei quindici giorni che ci separano dallo spareggio. Una missione tutta in salita ma realizzabile date le capacità negoziali della Moratti a ricucire con la Milano più moderata.
A Napoli, invece, il candidato del Pd, il prefetto Mario Morcone non è riuscito neppure a raggiungere il ballottaggio pagando il duro prezzo del malgoverno del sindaco Rosa Russo Iervolino ed il caos delle primarie annullate per brogli clamorosi. Le immagini televisive mostrarono gruppi di cinesi prezzolati in fila ai gazebo. Chiamato in ritardo dal Pd Morcone, è rimasto vittima della dispendiosa campagna elettorale dell’ex pm.Luigi De Magistris che si è presentato con Italia dei valori. In una situazione di degrado politico e ambientale come quella della città di Napoli travagliata dall’illegalità e perennemente sommersa dai rifiuti, l’ex magistrato ha saputo attrarre consensi facendo leva sulla sua furbizia politica con la quale da una parte tuonava contro la corruzione della casta e dall’altra si avvaleva dell’immunità legata alla sua carica di europarlamentare per non presentarsi nei processi in un cui è imputato. Perchè De Magistris ha dovuto lasciare la magistratura per abusi commessi nelle inchieste Poseidone e Why not. Adesso è diventato la speranza della rinascita di Napoli grazie ai voti dei napoletani delusi dal Pd e di quelli scontenti della coalizione di governo Pdl-Lega che non ha penalizzato Russo Iervolino commissariando il Comune partenopeo per tutti i deficit accumulati.
L’ex magistrato si è autocelebrato dichiarando “ho vinto da solo contro tutti” ed ha incassato l’appoggio del Pd che gli ha assicurato che sarà con lui nel ballottaggio del 29 maggio. Non sono pochi coloro che scommettono su una sua vittoria contro Lettieri, un imprenditore che è stato presidente dell’Unione Industriali di Napoli. Pur essendo in vantaggio di 11 punti, Lettieri non sa se avrà dalla sua parte il Terzo Polo che a Napoli ha preso circa il 10% dei voti. L’imprenditore, perciò, ha rivolto un appello ai moderati ed ha invitato gli assenteisti a pronunciarsi in suo favore nel ballottaggio del 29 maggio. Si calcola che il 60 per cento degli elettori napoletani non si è recato alle urne nel primo turno delle amministrative.
“Napoli ha bisogno del vostro voto. De Magistris rappresenta la demagogia e le forche. Dobbiamo voltare pagina rispetto ai disastri compiuti dal centro sinistra. Insieme possiamo farcela”, ha detto Lettieri ribadendo il suo impegno per la realizzazione di un programma in 72 punti nei primi cento giorni.
Alfonso Maffettone/Italia Estera