Preoccupazioni del Capo dello Stato per le dichiarazioni fuori misura di esponenti del governo – La Commissaria europea in una lettera inviata a Maroni sostiene che il decreto firmato da Berlusconi non fa scattare "automaticamente" la libera circolazione nell'area Schengen.
di Luciano Lombardini
LUSSEMBURGO, 11 APR 2011 - Il premier a Lampedusa sabato ha detto: ''dobbiamo esigere che l'Europa condivida con noi l'accoglienza'', perche' ''quello dell'immigrazione deve essere un problema europeo. Lunedi' avremo una risposta, cui l'Europa non potra' sottrarsi''. E sul tavolo dei ministri dell'Interno, riuniti oggi qui a Lussemburgo, Maroni porta un voluminoso dossier che contiene la richiesta dell'Italia (come gia' fatto da Malta) di attivare la direttiva europea sulla protezione internazionale; il decreto con il quale Roma ha deciso di rilasciare permessi di soggiorno temporanei agli immigrati in arrivo dal nord Africa; la domanda di ulteriori risorse per la gestione dell'emergenza. Su quest'ultimo punto, i contatti tra le autorita' italiane e la Commissione europea sono gia' in corso e nessun stato membro - riferiscono fonti europee - si oppone a dare piu' soldi nell'ambito dei quattro fondi a disposizione per l'immigrazione.
Intanto la Commissaria europea Cecilia Malmstrom, in una lettera preparata venerdì scorso ed inviata al Ministro dell'Interno, Roberto Maroni sostiene che il decreto firmato giovedì da Berlusconi non fa scattare "automaticamente" la libera circolazione nell'area Schengen.
Nella lettera si sottolinea anche che, "al momento", "non sussistono le condizioni" per attivare la direttiva 55 del 2001 sulla 'protezione temporanea'. La lettera è stata scritta dalla Malmstrom, titolare del portafoglio interni della Commissione europea, in risposta ad una richiesta di chiarimenti da parte del Ministro dell'Interno italiano. La Commissaria svedese afferma che Bruxelles "ha già attivato meccanismi per contribuire ad affrontare" quella che definisce una situazione "effettivamente molto difficile sul piano umano, sul piano economico e su quello del sistema di controllo alle frontiere dell'unione". Afferma che la Commissione "resta disponibile a fare anche di più, nei limiti dei mezzi e delle competenze di cui dispone" e ricorda di aver inviato giovedì scorso ai ministri degli interni dei 27, in vista del Consiglio Ue in programma oggi in Lussemburgo, una "lista di iniziative possibili".
Entrando nel merito degli argomenti sollevati da Maroni, la Commissaria sostiene che "il rilascio dei permessi di soggiorno temporaneo a fini umanitari non appare sollevare problemi di compatibilità con la normativa comunitaria". Ma subito dopo aggiunge: "Per quanto riguarda il possibile utilizzo a fini di circolazione nell'area Schengen, noto che il testo dell'art.2 par. 3 del decreto del presidente del consiglio dei ministri che subordina tale libera circolazione al rispetto delle norme e condizioni in vigore, escludendo quindi già di per sé ogni automaticità legata al permesso di soggiorno in questione". Per quanto riguarda "la tua richiesta di valutare la possibilità di attivare la direttiva 55 sulla protezione temporanea", la Commissaria - che lunedì scorso davanti al Parlamento europeo si era mostrata possibilista pur sottolineando che "non c'era una maggioranza qualificata" disposta ad approvarla in Consiglio - afferma che "al momento non ritengo che esistano le condizioni". "La mia prima valutazione - scrive la Malmstrom - mi porta infatti a nutrire dubbi sulla sussistenza delle condizioni di applicazione di tale direttiva nel caso di specie. In effetti, come spesso è stato indicato da parte italiana, i migranti irregolarmente entrati sul territorio italiano sono nella stragrande maggioranza migranti economici, non richiedenti asilo, quindi suscettibili in tempi brevi di essere rinviati in Tunisia. La direttiva sulla protezione temporanea intende invece tutelare gli sfollati provenienti da paesi terzi che non possono ritornare nel paese d'origine".
Fonti del Viminale fanno notare che non c'é "nulla di nuovo" nella lettera inviata dal commissario europeo agli Affari Interni, Cecilia Malmstrom, al ministro dell'Interno Roberto Maroni. Il fatto che il permesso temporaneo di soggiorno concesso dall'Italia non faccia scattare automaticamente la libera circolazione nell'area Schengen, spiegano al Viminale, "é cosa nota, perché devono anche essere rispettate una serie di condizioni previste dal Trattato che per noi, in questo caso, sono rispettate". Quanto al fatto che non ci sono le condizioni per attuare la direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea, le stesse fonti del Viminale fanno notare che lo stesso Maroni giovedì scorso in Parlamento aveva riconosciuto che diversi Paesi erano contrari.
Non sara' impossibile, ma sulla carta si presenta tutta in salita la missione qui a Lussemburgo del ministro dell'Interno Roberto Maroni che oggi cerchera' di convincere i colleghi europei ad accettare senza ambiguita' e burocratismi il principio della ''ripartizione degli oneri'' nella gestione dell'emergenza immigrazione. E il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oscilla tra la fiducia di una risposta positiva e il pessimismo racchiuso in una frase ad effetto: ''l'Europa o e' qualcosa di vero e di concreto, oppure non e'. E allora meglio ritornare a dividerci e ciascuno a inseguire le proprie paure e i propri egoismi''.
La risposta alla frase ad effetto del Premier da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al rientro dalla missione a Budapest non si è fatta attendere e al Ministro degli Esteri Franco Frattini il capo dello Stato ha espresso tutte le sue preoccupazioni per le dichiarazioni fuori misura di esponenti del governo di fronte alle difficoltà opposte dall'Unione Europea e da alcuni paesi membri alla richiesta italiana di condividere con l'Italia il problema del forte afflusso di immigrati dalle coste nord-africane. "Il mio animo – dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano - è per un impegno forte dell'Italia in Europa affinché il nostro paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell'immigrazione. Tutto questo senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione".