Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
21 mar 2011Berlusconi: I nostri aerei non spareranno, obiettivo e' soluzione Onu

ULTIMORA  - (Italia Estera) -  ROMA, 21 MAR, 22:11 –In una nota diffusa dalla Farnesina il ministo degli esteri Franco Frattini ha detto: Se non fosse raggiunto un accordo per il passaggio del comando delle operazioni in Libia alla Nato, l'Italia potrebbe istituire un proprio comando nazionale separato per gestire le attivita' di comando e controllo di tutte quelle operazioni militari, in applicazione della Risoluzione 1973, che prevedono l'uso delle 7 basi che il nostro paese ha messo a disposizione per la missione in questione.
E da Santiago del Cile dove si trova,  il presidente degli Usa, Barack Obama, ribadisce: 'E' la politica degli Stati Uniti affermare che Gheddafi deve andarsene'. Obama, annuncia che la Nato sara' coinvolta nel coordinamento delle future operazione in Libia. Per Obama la leadership Usa 'garantisce la legittimita' internazionale' ma nella seconda fase militare, quella di transizione, gli Stati Uniti 'saranno uno dei partner tra i tanti della coalizione'.
 
Il premier da Torino: "Desideriamo che il comando passi alla Nato". Frattini da Bruxelles: ''Vogliamo implementare il cessate il fuoco, insieme alla Lega araba, senza andare oltre la stretta applicazione della risoluzione''. La Russa : ''L'intervento durerà fintanto che sarà necessaria la protezione del popolo libico. Non c'è l'obbligo di dare la caccia a Gheddafi – Come finirà il clamoroso scontro diplomatico tra Roma e Parigi?
 
 
ROMA, 21 MAR 2011 -(Italia Estera) -  Crisi diplomatica franco-italiana sul comando Nato, fra Berlusconi e Sarkozy scende il gelo. Il Presidente della Repubblica francese vuole che l’intervento bellico in Libia, in esecuzione della risoluzione Onu, sia compiuto dalla coalizione internazionale autonomamente. Il Presidente del Consiglio italiano, Berlusconi, vuole, invece, che le operazioni vengano condotte sotto il comando dellaNato.

La Francia ritiene che la Nato non c’entri niente con la missione “umanitaria!” richiesta dalle Nazioni Unite e, soprattutto, vuole fare da sé. Sin dalle prime ore dell’intervento ha usato i metodi forti, entrando immediatamente in azione. Questa determinazione è stata spiegata con la necessità di evitare che i ribelli venissero soverchiati dalle forze del regime, preponderanti rispetto agli insorti. Ma questa valutazione non viene condivisa, secondo la Lega araba e non solo, i caccia francesi non si sono limitati alla salvaguardia dei civili ma abbiano fatto altro, cercando di colpire, per esempio, il bunker del Colonnello Gheddafi.

La Norvegia ha ritirato i suoi caccia dal teatro del conflitto fino  a che non sarebbe stato chiarito l’obiettivo da raggiungere e le modalità per raggiungerlo.

Ma è l’Italia che ha puntato i piedi a terra. 
Il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, è stato chiaro: C’è un problema di interpretazione della risoluzione, esistono allo stato attuale tre comandi, inglese, francese e americano. L’Italia concede le basi, ma vuole sapere come vengono usate. Se si affida il comando alla Nato, l’Italia si sente cautelata, perché la nato permette un sistema di controllo e coordinamento delle azioni militari, ma se non c’è la nato questo controllo non esiste. Di conseguenza, le basi italiane potranno essere usate soltanto se questo controllo viene ripristinato.

Il ragionamento di Frattini appare ineccepibile, ma c’è chi dietro tanta risolutezza intravvede una competizione franco-italiana sulla Libia. L’Italia teme di perdere ciò che era prima un monopolio delle relazioni d’affari, la Francia vorrebbe guadagnarlo.

Ma non è la sola spiegazione. I francesi devono farsi perdonare dagli arabi di essere stati “scoperti” quando hanno cercato di aiutare Ben Alì con strumenti anti-sommossa per spegnere la rivolta. Sarkozy ha bisogno di riprendersi il ruolo perduto nel Sud del mediterraneo. Infine, storicamente, la Nato è stata sempre “stretta” a Parigi, tanto che si è sganciata dall’Alleanza per molti anni e ha realizzato la sua force de frappe nucleare.
Silvio Berlusconi intervenendo a Torino ha detto:"Per noi è essenziale la chiara definizione della missione limitata alla no fly zone, all'embargo, alla protezione di civili".  Il premier ha auspicato che "il comando operativo passi alla Nato e comunque ci deve essere un coordinamento diverso da quello che c'è oggi". "I nostri aerei non hanno sparato e non spareranno", ha poi aggiunto precisando che "i nostri aerei sono lì per il pattugliamento e per garantire la no-fly zone".
 
Il governo, ha spiegato ancora Berlusconi, sta sollecitando iniziative umanitarie "per quanto riguarda le popolazioni civili e anche, nel nostro interesse per prevenire gli esiti migratori". Dalla Libia "sono già fuggiti quasi 300 mila cittadini che libici non sono e si sono ritrovati in Tunisia e in Egitto - ha detto - Siamo stati il primo Stato ad inviare un'azione umanitaria sul posto con tende per circa 12 mila persone e abbiamo offerto cure mediche. Crediamo che anche gli altri Stati debbano fare la loro parte e partecipino attivamente".
 
Il premier ha dunque sintetizzato la posizione del governo italiano in merito al comando Nato. Una posizione espressa oggi, come dicevamo sopra,  sia dal ministro degli Esteri Franco Frattini, sia  dal ministro della Difesa Ignazio La Russa.
In una conferenza stampa a Bruxelles, il titolare della Farnesina ha dichiarato che nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo sul comando Nato per l'operazione "Odissea all'alba", l'Italia potrebbe decidere di assumere "la responsabilità del controllo sulle proprie basi".
"Noi faremo valere il principio per cui siccome le responsabilità ricadono in capo a tutti, il comando deve essere unico. Se il comando ed il controllo di ciò che accade in una base italiana è sotto la Nato io sono tranquillo, se c'è un frazionamento la conclusione potrebbe essere diversa", ha sottolineato Frattini. "Non posso pensare che ci siano comandi che potenzialmente interpretano a modo loro la risoluzione 1973 delle Nazioni Unite", ha osservato ancora Frattini, dicendo tuttavia di "auspicare una risposta positiva tra domani e dopodomani per il coordinamento" da parte dell'Alleanza atlantica.
 
Frattini ha ricordato al suo arrivo a Bruxelles, che "l'Italia ha accettato di far parte della coalizione per arrivare alla cessazione delle violenze e per proteggere i civili. Non ci deve essere una guerra contro la Libia, ma ci deve essere la piena attuazione della risoluzione 1973 dell'Onu, vogliamo implementare il cessate il fuoco, insieme alla Lega araba, senza andare oltre la stretta applicazione della risoluzione".
 
Della necessità di un comando alla Nato aveva parlato anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa al termine del Consiglio dei Ministri. "Riteniamo che il comando delle operazioni per l'applicazione della risoluzione sia opportuno che passi alla Nato - ha spiegato La Russa - perché la linea di comando della Nato è collaudata e perché gli assetti sono già prestabiliti, determinati, di più sicuro e utile impatto e perché il controllo della qualità degli interventi rispetto alle prescrizioni della risoluzione avverrebbe in maniera più chiara e trasparente".
 
Per il ministro "non importa poi come all'interno della Nato si stabilisca esattamente di ripartire i compiti, ma il nostro desiderio, non di facile ottenimento, è che passi alla Nato, come si sono espressi gli inglesi, i canadesi e in maniera meno decisa gli stessi Stati Uniti".
La Russa ha anche  ribadito che l'intervento "durerà fintanto che sarà necessario proteggere il popolo libico, non altri obiettivi. Non c'è nella risoluzione l'obbligo di dare la caccia a Gheddafi, noi dobbiamo proteggere il popolo libico da pericoli che derivano dall'azione militare che il governo di Gheddafi aveva avviato nei confronti di una cospicua parte dei cittadini della Libia". "Naturalmente - ha aggiunto La Russa - questo comporta anche la stabilità dell'area e la tutela dei nostri interessi".
Sul fronte della politica interna, nessuna incomprensione col Carroccio. ''La Lega ha espresso una posizione senza frapporre particolari ostacoli - ha detto La Russa - . Quando c'è la chiarezza e la lealtà, si possono anche avere opinioni non proprio coincidenti. L'importante è che non diventino mai un contrasto e un conflitto. E non lo sono diventati''.
 
Ma un’analisi serena della situazione interna, questa sera, è il commento di  Pierfrancesco Frere' dell’ANSA
 
21 marzo, 22:11, ANSA/Italia Estera -  Le troppe incertezze che percorrono la coalizione anti-Gheddafi, sfociate nel clamoroso scontro diplomatico tra Roma e Parigi, tradiscono tutti i problemi politici di un'operazione militare che porta metaforicamente il poco rassicurante nome di "Odissea all'alba". Avviato senza nessun coordinamento dalla Francia, l'attacco alla Libia deve fare improvvisamente i conti con la poca chiarezza degli obiettivi e con i ripensamenti della Lega araba (strategica), della Norvegia, degli Stati Uniti (che vorrebbero cederne la guida alla Nato) e della stessa Italia che è senza dubbio il Paese che rischia di pagare il prezzo più alto. A posteriori nella maggioranza di governo sono in molti a pensare che abbia avuto ragione Umberto Bossi a schierarsi sulla posizione neutrale della Germania.

DIFFICILE TORNARE INDIETRO - A questo punto però è difficile tornare indietro senza dare l'immagine di un Paese ondivago e inaffidabile: la minaccia del ministro degli Esteri Franco Frattini di negare l'uso delle basi italiane a francesi e inglesi se il comando non passerà sotto l'egida Nato - come aveva chiesto fin dal primo momento Massimo D'Alema - sembra più un modo per sollecitare un compromesso che una possibilità realistica.
Della Nato infatti è membro strategico la Turchia, contraria all'operazione degli alleati in Libia, e in questo momento tutto serve salvo che un grave incidente diplomatico con un Paese del mondo islamico. Bossi ha perciò indicato una via d'uscita parlamentare: l' approvazione di una risoluzione congiunta Pdl-Lega su quattro punti irrinunciabili. In sostanza il documento chiede il rispetto assoluto della risoluzione Onu e degli accordi già sottoscritti con la Libia su gas e petrolio (contro le possibili rivendicazioni anglofrancesi), un blocco navale in uscita dalla Libia contro l'immigrazione clandestina e la garanzia che i Paesi partecipanti alle operazioni si facciano carico insieme all'Italia dei profughi.

'LA GUERRA DEI BOOMERANG' - In Consiglio dei ministri il premier ha cercato di smussare gli angoli insistendo sulla necessità di presentarsi uniti in sede internazionale: la posizione autonoma assunta dalla Lega, infatti, si è aggiunta all'affossamento di fatto di una parte importante della sua politica estera ed energetica (che si muoveva sull'asse Tripoli-Mosca) e ora il Cavaliere ha bisogno di un rilancio. Che deve tuttavia fare i conti con i pericoli di terrorismo, carenza di gas e petrolio, pressione dei clandestini alle frontiere. Ciò spiega la ricerca quasi affannosa di una nuova identità strategica che si muove su un'interpretazione minimalista della risoluzione Onu, a differenza dei francesi: Berlusconi ha fatto sapere che i nostri aerei non spareranno e che comunque siamo stati i primi a impegnarci per i profughi, con accenti implicitamente polemici verso l'Eliseo. Ma è anche chiaro che, dopo la posizione critica assunta da Russia e Cina, le gravi incertezze dell'amministrazione Obama, il mondo arabo in rivolta su vasta scala, tutta l'operazione Odissea e la no fly zone rischiano di naufragare in un colossale fiasco, anche alla luce dei crescenti timori sul ruolo emergente dei Fratelli musulmani e di un certo estremismo panarabo. Proiettato su scala interna, il dibattito ha scatenato quella che Pierluigi Battista ha definito la "guerra dei boomerang": con una destra trasformatasi in sinistra e viceversa.
L' ostilità del Carroccio all'intervento militare in Libia trova consensi nel centrodestra tra coloro che avevano sostenuto la guerra in Iraq e analogamente l'estrema sinistra polemizza con il Pd che oggi sostiene l'attacco a Tripoli dopo aver condannato quello a Baghdad. In realtà tutto sembra in preda a una grande confusione che - oggettivamente - fa il gioco del Colonnello. Giorgio Napolitano ha intuito le insidie di uno sbandamento che rischia di spiazzare l'intera politica estera italiana e perciò non si stanca di ripetere che il nostro Paese partecipa a scelte internazionali a cui non si poteva sottrarre. E aggiunge di apprezzare la linea indicata da Roberto Maroni per contrastare i flussi migratori: l'integrazione e la collaborazione europea a cui l'Ue non si deve sottrarre.
 
*  * *
 
Il capo di Stato maggiore della Difesa: ''Operiamo alla pari con gli alleati. Ci sia presto una resa per far tacere le armi''
 
ROMA, 21 MAR 2011 - ''Noi operiano alla pari con tutti gli altri alleati. Non ci sono attivita' dalle quali siamo esclusi. Ci hanno chiesto gli aerei per neutralizzare le minacce che possono venire dal suolo libico. E abbiamo messo a disposizione otto velivoli''. Lo sottolinea il generale Biagio Abrate, capo di Stato maggiore della Difesa, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. Nell'affrontare la crisi libica ''il governo si e' mosso con la massima moderazione. Stiamo parlando - rileva Abrate - di attacchi contro un Paese a noi molto vicino. Si e' percio' voluto attendere una decisione chiara da parte delle Nazioni Unite. E subito dopo l'approvazione della risoluzione 1973 ci siamo mossi e abbiamo dato la disponibilita' delle basi''.
 
Il Capo di Stato maggiore della Difesa si augura ''che nel giro di pochi giorni il comando di tutte le operazioni possa passare sotto l'egida della Nato. L'Alleanza atlantica ha le strutture e le procedure tecniche collaudate, percio' sia io che il mio collega pari grado britannico stiamo premendo perche' la Nato assuma al piu' presto il controllo di tutte le iniziative''. Quanto alla durata delle operazioni, il generale Abrate esprime la speranza ''che ci sia una resa nel piu' breve tempo possibile. Che le armi tacciano e si torni a parlare''.
Abrate torna poi sulle basi italiane messe a disposizione della coalizione internazionale. ''Ci hanno chiesto di poterle utilizzare i danesi, gli americani,gli spagnoli. Ma non potevamo limitarci alla concessione delle basi. Noi siamo alla pari con gli altri membri della coalizione. Percio' abbiamo detto che siamo pronti ad assumerci quei compiti che di volta in volta ci verranno richiesti e che saranno ritenuti utili dal comando della coalizione''. Alla coalizione internazionale ''si stanno aggiungendo i belgi , i norvegesi, gli Emirati Arabi. Tutti questi ci hanno chiesto di aprire anche a loro le nostre basi e noi abbiamo dato risposta positiva.
Aeronautica e Marina militare ''hanno preparato da tempo gli assetti, ma anche l'Esercito si tiene pronto per garantire la sicurezza di obiettivi importanti. Lavoriamo tutti -aggiunge Abrate- con un livello di attenzione superiore''.
 
 
 



 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati