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18 mar 2011Il capo dello Stato a Torino per i festeggiamenti dei 150 anni dell'Unita' d'Italia.

 Appello dei lavoratori del Teatro Regio contro i tagli alla cultura. Disapprovazione dalla platea dopo le parole del governatore leghista.
TORINO 18 MAR 2011 - (Italia Estera) - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, insieme alla signora Clio, e' nel capoluogo piemontese e vi resterà due giorni per partecipare ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unita' d'Italia.
 Ad accogliere la coppia presidenziale un lunghissimo applauso delle centinaia di persone che lo hanno atteso in piazza Castello. La visita del capo dello Stato comincia con la partecipazione alla cerimonia ufficiale al Teatro Regio organizzata dal Comitato 'Italia 150'. Al suo arrivo Napolitano ha scoperto il busto di Camillo Benso di Cavour, opera dello scultore Fabio Viale, posizionato all'ingresso dell'Ente lirico.
 
Al termine della cerimonia il presidente della Repubblica si reca  in visita a Palazzo Madama dove e' stata ricostruita per l'occasione l'aula del primo Senato italiano e successivamente a Palazzo Carignano per inaugurare il nuovo allestimento del Museo del Risorgimento.
Al suo ingresso nel Teatro Regio il capo dello Stato è stato accolto da una standing ovation. I lavoratori del teatro, da settimane mobilitati contro i tagli al Fondo unico dello spettacolo, hanno esposto uno striscione tricolore con scritto: "Presidente, non lasciamo che la culla della cultura ne diventi la tomba".
Ad accogliere Napolitano oggi c'è tutto il mondo economico, politico e istituzionale. Per il mondo economico sono presenti, tra gli altri, Giuseppe Guzzetti, Enrico Salza, Corrado Passera, Andrea Beltratti, Giovanni Bazoli e Gabriele Galateri. Oltre a Marco e Francesca Lavazza, Sergio Marchionne e John Elkann.
Per il mondo politico, accolti dagli applausi, Pierluigi Bersani, Sergio Chiamparino e il candidato sindaco del centrosinistra Piero Fassino. Presenti anche il candidato sindaco del centrodestra, Michele Coppola, per le istituzioni il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota e quello della Provincia di Torino Antonio Saitta. A rappresentare le istituzioni nazionali, il vicepresidente del Senato, Vannino Chiti, e quello della Camera, Antonio Leone oltre ai sottosegretari alle Infrastrutture, Nino Giachino, e quello alla Difesa Guido Crosetto.
 
Napolitano ha detto nel suo intervento che c'e' la ''necessita' stringente e imperativa di coesione nazionale il che significa avere rinnovato senso della Patria e della Costituzione, riconoscerci e identificarci col senso di appartenenza alla Patria e con la lealta' alla Costituzione repubblicana come grande quadro di principi e di regole per il nostro vivere comune''. Coesione nazionale che, ha rilevato Napolitano, e' ''indispensabile per far fronte alle prove anche molto ardue che ci attendono. Coesione che significa rivisitare certamente con spirito critico la nostra storia, senza cedere a racconti edulcorati e alle insidie della retorica, sapendo quanti problemi ci trasciniamo ancora senza averli risolti anche nel corso di un cosi' lungo periodo. E poi -ha aggiunto- dobbiamo riuscire ad affrontare problemi nuovi nel modo giusto anche attraverso le necessarie riforme istituzionali''.
"Ieri tutti in qualsiasi parte del Paese abbiamo avvertito che e' accaduto qualcosa di importante, abbiamo percepito uno straordinario scatto di sentimento di consapevolezza nazionale che era quello che volevamo suscitare nelle celebrazioni per i 150 anni dell'Unita' d'Italia
 
Riferendosi alla decisione, anni fa, di limitare a due i mandati per i sindaci, Napolitano si è detto "convinto che questa decisione sia stata una prova del senso di umilta' che deve guidare chiunque assolva i doveri istituzionali". "Gli elettori torinesi -ha detto Napolitano rivolgendosi a Chiamparino- hanno riconosciuto e riconoscono i meriti che spettano al sindaco di Torino. Questo e' il momento del commiato, ma anche questa e' una cosa importante".
"Credo si debba dare merito a Torino per come ha creduto in questo evento e per il programma di celebrazioni che ha messo insieme e che da subito mi ha colpito" ha sottolineato Napolitano aggiungendo: "Al di la' dei cambiamenti di direzione politica della regione questo programma e' stato portato avanti con continuita' e coerenza e questo fa onore alla vostra citta' e regione".
In occasione delle celebrazioni per il 150° dell'Unita' d'Italia ''c'era tanta gente per le strade, con il tricolore. Tanta gente che ci credeva e che aveva riscoperto qualcosa.
 
Le celebrazioni dell'Unita' d'Italia non finiscono oggi. Noi dobbiamo essere consapevoli della necessita' di riscoprire, di riacquisire un patrimonio storico e ideale che abbiamo un po' rimosso per troppi anni, lasciato un po' deperire nel nostro Paese'' ha sottolineato Napolitano. ''Dobbiamo invece ristudiarlo e risentirlo e soprattutto -ha aggiunto il Capo dello Stato- dobbiamo capire, cosa che non sempre e' tenuta presente, quello che il moto risorgimentale ha rappresentato agli occhi dell'Europa e del mondo''.
 
Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota è stato interrotto da brusii e qualche fischio, dalla platea del Teatro Regio di Torino durante un passaggio del suo intervento, quando ha invitato a «non fare polemiche, strumentalizzando i simboli a una assurda corsa a chi è più presente». Il governatore ha risposto a chi lo contestava con una battuta, dicendo: «ecco, questo ne è un esempio». Il discorso di Cota è poi proseguito senza intoppi fino alla fine, quando il presidente è stato comunque applaudito. Cota era stato applaudito all'inizio del suo discorso quando a nome di tutti i piemontesi aveva manifestato al Capo dello Stato la stima «per il segnale di attenzione nei confronti del territorio piemontese e di Torino, che è stata prima capitale».
Anche all'uscita dal Teatro Regio il presidente della Repubblica e' stato accolto da una ovazione della folla che lo attendeva sventolando il Tricolore. A piedi, tra due ali di cittadini plaudenti il capo dello Stato ha quindi raggiunto Palazzo Madama per visitare la ricostruzione dell'aula del primo Senato italiano. Dalla folla qualche fischio si e' levato all'indirizzo di alcuni esponenti leghisti che seguivano il corteo presidenziale.



 
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