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16 mar 2011Unità d’Italia, 150 anni: festa e polemiche

di Beppe Nisa
ROMA, 16 MAR 2011 - (Italia Estera) - Tutto è pronto per festeggiare, con le bandiere tricolore, l’Unità d’Italia. Domani, 17 marzo, la tanto sospirata festa degli italiani arriverà a coprire le città della penisola dei colori nazionali a partire dalla serata di oggi che vedrà molti capoluoghi trascorre la “notte tricolore” per arrivare agli effettivi festeggiamenti della giornata di domani.
 Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano,  si fa ambasciatore dell’Italia unita, e da oggi fino al 21 marzo per lui c’è un diario denso di appuntamenti per onorare il Risorgimento Italiano  e i suoi eroi.
 
Si comincia col festeggiare quel 17 marzo del 1861 che vide la nascita del Regno d’Italia, necessaria perché si arrivasse ad un’Italia unita con l’annessione del Veneto e del Lazio,avvenute  più tardi, rispettivamente nel 1866 e nel 1870 e che aveva nello Stato Pontificio un forte oppositore.
Si festeggia dunque quel 17 marzo del 1861 che vide la nascita del Regno d’Italia, strumento per l’unificazione politica di un Italia ancora priva del Veneto e del Lazio, annesse in seguito alla penisola rispettivamente nel 1866 e nel 1870 e che aveva nello Stato Pontificio un forte oppositore.
Ma che direbbe oggi, il personaggio simbolo di quell’epoca, Giuseppe Garibaldi, fautore di quell’unità, se vedesse che l’opera dei suoi mille sarà festeggiata da molti e allo stesso tempo osteggiata da tanti? Tra il rammarico di molti , Formigoni in testa, nessuno dei membri del Carroccio ha voluto cantare l’inno di Mameli all’inizio della seduta del consiglio regionale lombardo. Erano tutti al bar con Renzo Bossi che offriva  loro l’aperitivo anti-inno. Piccola cosa, ma vergognosa,  dinanzi ai milioni di balconi  e finestre d’Italia che espongono il Tricolore.
A Roma il Vittoriano, illuminato dai colori della bandiera ospita la mostra “Alle radici dell’identità nazionale. Italia Nazione Culturale” che stamattina alla presenza del Presidente della Repubblica  ha aperto le porte  ad un percorso di oltre 200 opere, di ogni genere, alla ricerca di quell’identità nazionale che è sintesi di una millenaria commistione di culture differenti.
Non solo il Vittoriano sarà oggetto di una nuova veste patriottica, palazzi storici e monumenti , nella zona centrale della capitale, lasceranno per un giorno i colori della pietra per assumere i colori delle luci tricolori che li illumineranno per tutta la durata dei festeggiamenti.
 
Domani, 17 marzo, sarà anche una giornata di festa dal lavoro, gli italiani, quasi tutti, potranno restare a casa a festeggiare mentre in Veneto a qualcuno toccherà recarsi sul posto di lavoro. Treviso, cittadella fortificata del Senatur’, è stata l’unica provincia veneta a resistere e a dire no alla festa, tutti al lavoro quindi, il resto dell’Italia festeggia con grande orgoglio noncurante  di quel che dicono le camice  verdi.
Chiusi gli esercizi commerciali, addobbate le strade del tricolore, nei piccoli e grande comuni l’Italia si appresta a festeggiare una ricorrenza che,  una tantum, vede gli italiani  uniti, almeno per un giorno, a sventolare le bandiere nelle piazze come 150 anni fa.
Per gli Italiani all’estero il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato alle ambasciate d'Italia che hanno organizzato iniziative per celebrare la ricorrenza del 150° anniversario dell'Unità d'Italia messaggi di saluto e di augurio a quanti vi aderiranno.
In particolare, Napolitano ha indirizzato all'ambasciatore italiano a Tripoli, Vincenzo Schioppa, il seguente messaggio: “Apprendo con piacere che, anche se in circostanze ambientali estremamente difficili, l'Ambasciata d'Italia a Tripoli si accinge comunque, insieme con le istanze italiane ancora presenti in Libia, a celebrare il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Apprezzo la scelta di riservare un momento di riflessione a questa importante ricorrenza della nostra storia, sia pure nella situazione critica che l'Ambasciata sta fronteggiando.
Le vicende che condussero all'unificazione nazionale ebbero fin dall'inizio un carattere aperto al mondo esterno, anche grazie ai decisivi contributi che vi diedero Paesi amici ed alleati. E’ in piena coerenza con questa vocazione di apertura che oggi l'Italia opera con impegno e responsabilità nel più vasto contesto europeo, atlantico e internazionale.
In questo spirito, desidero cogliere l'occasione per esprimerle il mio vivissimo apprezzamento per l'importante azione diplomatica e di sostegno ai connazionali e alle imprese italiane in Libia, svolta dall'Ambasciata da lei diretta fin dall'inizio della grave crisi che sta sconvolgendo un Paese così importante per l'economia e la sicurezza dell'Italia”.
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato messaggi ai contingenti italiani impegnati nelle diverse missioni che festeggeranno la ricorrenza della fondazione dello Sato italiano in cui sottolinea che “le nostre missioni all'estero, al servizio della pace e della sicurezza internazionale, ai sensi della Carta delle Nazioni Unite, sono gli eredi delle vicende storiche del Risorgimento e del suo afflato ideale”.
Napolitano si fa “interprete del condiviso sentimento di tutte le forze politiche italiane nell'esprimere vivo apprezzamento per l'importante ruolo svolto dai nostri connazionali, civili e militari, che operano all'estero per la stabilità e lo sviluppo. Essi sono infatti i primi e più preziosi rappresentanti del nostro Paese nei più diversi ambiti professionali e culturali”.
“E' importante - conclude Napolitano - che anche per il vostro tramite trovino espressione i valori e i sentimenti che sono fondamento della nostra coesione nazionale, la quale acquisisce oggi un significato particolare e rappresenta un indispensabile presidio di grande forza e attualità proprio nelle aree di crisi di un mondo dove oramai la sicurezza non ha più confini”
Beppe Nisa/Italia Estera
 
 



 
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