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10 feb 2011Giorno del Ricordo: le celebrazioni al Quirinale

1943-'45,migliaia di italiani oppositori del regime jugoslavo infoibati  - Napolitano: "Non restare ostaggi del passato. Possiamo finalmente guardare avanti e riconoscerci nella comune appartenenza europea"
 
 
di Luciano Lombardini 
 
ROMA, 10 FEB 2011  - Al via al Quirinale la celebrazione ufficiale della Giornata del Ricordo, in memoria delle vittime delle foibe. Alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il discorso introduttivo è stato fatto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che ha consegnato delle medaglie ai familiari degli infoibati. Alla cerimonia non è  presente il premier Berlusconi, per il Governo oltre a Letta,il ministro della Difesa La Russa.
 
"L'essenziale è 'non restare ostaggi' - come ho avuto modo di dire incontrando il Presidente Türk - né in Italia, né in Slovenia, né in Croazia 'degli eventi laceranti del passato'. L'essenziale è, secondo le parole dello stesso Presidente Türk, non far nascere ancora 'conflitti dai ricordi'". E quanto  ha affermato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel corso della celebrazione ufficiale  al Quirinale del "Giorno del Ricordo" dedicato alle vittime delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra.
 
Napolitano ha voluto ricordare  come il suo primo discorso del 10 febbraio 2007 in occasione del Giorno del Ricordo ''volle porre fine ad ogni residua congiura del silenzio, a ogni forma di rimozione diplomatica o di ingiustificabile dimenticanza rispetto a così tragiche esperienze''. 'In ciascun Paese -ha proseguito- si ha il dovere di coltivare le proprie memorie, di non cancellare le tracce delle sofferenze subite dal proprio popolo. L'essenziale è però -ha avvertito Napolitano- 'non restare ostaggi', come ho avuto modo di dire incontrando il presidente Turk, né in Italia, né in Slovenia, né in Croazia 'degli eventi laceranti del passato'. L'essenziale è non far nascere ancora 'conflitti dai ricordi''', secondo l'espressione dello stesso presidente sloveno Turk, citato da Napolitano. "Possiamo finalmente - ha proseguito il Presidente - guardare avanti, costruire e far progredire una prospettiva di feconda collaborazione sulle diverse sponde dell'Adriatico".


Il Presidente Napolitano ha ricordato che "l'Adriatico, dopo aver sofferto a lungo lacerazioni e conflitti, viene oggi trasformato dalla prospettiva euroatlantica. Le nuove generazioni, slovene, croate, italiane si riconoscono in una comune appartenenza europea che arricchisce le rispettive identità nazionali".

Secondo il Capo dello Stato "la presenza di minoranze nazionali nei nostri tre Paesi rievoca vincoli storici e culturali che si snodano attraverso secoli di civiltà e costituisce una ricchezza comune di cui fare tesoro". "Il quadro di fondo - ha osservato il Presidente - e' dunque una nuova comunità di valori fra i tre paesi. Siamo ormai, o stiamo per diventare, tutti cittadini europei. Il sacrificio delle generazioni che ci precedono non e' stato versato invano se oggi possiamo insieme costruire un avvenire migliore per i nostri popoli e per l'Europa".

Il Presidente Napolitano concludendo ha fatto proprie le parole pronunciate da Enzo Bettizza nel corso del suo intervento circa la costruzione di un comune parco della pace da Caporetto a Duino: lungo quella striscia di terra europea, insanguinata dalla prima guerra mondiale, lungo la quale morirono un milione di europei. "Sarebbe un modo visibile di restituire alla nostra memoria, affinché il male non si ripeta più, il ricordo di tutti gli innocenti caduti, o assassinati, fra le petraie del Carso, nelle trincee del '15-'18 e nelle foibe del 1945".
 
Un invito a non dimenticare viene anche dal Presidente del Senato, Renato Schifani che ha dichiarato:''Anche quest'anno la data del 10 febbraio ci riporta alla memoria uno dei capitoli piu' dolorosi della storia d'Italia: il massacro di migliaia di italiani trucidati nelle foibe e il dramma smisurato e silenzioso di centinaia di migliaia di nostri connazionali, profughi istriani, fiumani e dalmati. Gli uni perirono vittime dell'odio etnico, gli altri, dopo secoli nei quali la presenza italiana aveva contribuito a forgiare la cultura e il volto della sponda orientale dell'Adriatico, furono costretti a lasciare la loro terra, la terra dei loro padri, verso un destino ignoto in una madre patria che non sempre ha compreso appieno la loro sofferenza''.
 
''La' dove aveva sventolato il Tricolore - aggiunge il Presidente Schifani - si allungo' un'ombra di morte e di sofferenza; la' dove la pacifica convivenza era possibile, le ragioni cieche del nazionalismo e dell'ideologia seminarono divisione e cruento oblio''. ''Che la tragedia di una terra e di un popolo - esorta Schifani - non sia dimenticata. Che un'Europa finalmente libera dalle contrapposizioni etniche e dal desiderio di vendetta possa essere la patria comune nel cui seno le due sponde dell'Adriatico ricordino la loro storia con la serenita' e la forza di chi respinge convintamente il male del proprio passato e, forte della propria memoria - conclude il presidente del Senato - guarda all'avvenire con ottimismo.
 
 
 Rimossa a Marghera la  targa dal monumento alle vittime delle foibe – Durante la notte scorsa ignoti vandali hanno rimosso una targa commemorativa del monumento dedicato ai Martiri delle foibe, a Marghera (Venezia). A denunciare l'episodio è  stato il capogruppo Udc in Consiglio Comunale di Venezia, Simone Venturini, il quale ha presentato un'interrogazione consiliare sul fatto. Il consigliere ha ricordato che l'anno scorso, sempre nel Giorno del Ricordo, ignoti avevano imbrattato con vernice rossa la pietra d'Istria dello stesso monumento, "con scritte e simboli d'odio".
Distrutta a martellate a Torino la lapide in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata. E' accaduto nella notte proprio in occasione del giorno in cui l'Italia ricorda quella tragedia.   Sul muro la scritta 'Carogne, tornate nelle fogne', affiancata dalla lettera A cerchiata, simbolo degli anarchici.

IL GIORNO DEL RICORDO: Una partenza da Pisino senza ritorno / di Claudio Antonelli

 

 




 
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