27 gen 2011 | Il Pdl scende in piazza a difesa di Silvio Berlusconi. |
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ROMA, 27 GENN 2011 (Italia Estera) - Il Pdl scende in piazza a difesa di Silvio Berlusconi. Il partito del premier sta preparando una manifestazione a Milano il 13 febbraio cui prenderà parte anche il premier. L'obiettivo, spiegano dalla sede Pdl, "é scendere in piazza per difendere il premier contro la giustizia politicizzata". Originariamente era prevista un'iniziativa nei teatri di 100 città, ma il clima politico seguito al 'caso Ruby' ha spinto il Cavaliere a trasformare l'evento in un'unica grande manifestazione
«Sollevare il conflitto di attribuzione, per trasferire materiale dell'inchiesta al Tribunale dei ministri, bloccando il rito abbreviato in ragione del fatto che la telefonata in questura da parte di Silvio Berlusconi sarebbe stata fatta in qualità di presidente del Consiglio». E' la nuova strategia adottata dal Pdl in Giunta per le Autorizzazioni. La tesi della "difesa", spiegata da Maurizio Paniz (Pdl) è dunque quella di ammettere che il presidente del Consiglio abbia chiamato la Questura di Milano nella convinzione che Ruby fosse davvero la nipote di Mubarak. In questo senso il premier avrebbe quindi esercitato una funzione istituzionale.
«Sapendo che non possono sostenere la tesi del 'fumus persecutionis' adesso puntano sullo scontro istituzionale», dice Donatella Ferranti, del Pd. «Hanno le idee confuse», e anche «qualche dubbio che quelli siano uffici parlamentari dove non si può fare le perquisizione». Anche Pierluigi Mantini, dell'Udc, critica la maggioranza. «Noi non decidiamo sulla competenza di altri, non siamo un organo interpretativo - dice l'esponente dell'Udc -. E poi è clamoroso che il capogruppo di maggioranza smentisca il relatore di maggioranza». Mantini conclude: «Per la sua salute, è opportuno che Berlusconi faccia subito un passo indietro. A questo punto, anche la questione della perquisizione è secondaria».
«Il metodo "Mesiano" (dal nome del giudice messo alla berlina da una rete mediaset perché portava le calze turchesi, ndr) non ci intimidisce e non ci intimidirà: come Anm esprimiamo solidarietà ai colleghi di Milano e alla Boccassini che ha ricevuto un attacco di inaudita gravità da Il Giornale per la sola "colpa" di applicare la legge come prevede la Costituzione». Lo ha detto il presidente dell'Anm, Luca Palamara, durante una conferenza stampa nella sede di Piazza Cavour. «Questa barbarie non ci intimidirà, non arretreremo di un millimetro», ha aggiunto.
Bersani: situazione insostenibile. «Le carte che arrivano ancora in Parlamento certificano di una situazione ormai insostenibile - dichiara Pier Luigi Bersani, segretario del Pd -. Una situazione che ammutolisce la voce dell'Italia nel mondo e che lascia completamente senza presidio i problemi che si accumulano nella vita degli italiani. Chi, anche nel centrodestra, ha a cuore gli interessi fondamentali della nostra casa comune, deve finalmente indurre Berlusconi a fare un passo indietro e a liberare il Paese da un disagio non più sopportabile».
«Sono pasticci che complicano le cose», dice il leader della Lega Umberto Bossi. «Mollare Berlusconi per il federalismo? Io son tutto tranne che un imbroglione. Nemmeno con le donne...», ha poi aggiunto Bossi con una battuta a chi gli chiede se dopo l'approvazione del federalismo «la Lega abbandonerà Berlusconi».
Meloni: ma dov’è il reato? Le 227 pagine inviate dalla procura della Repubblica di Milano sul caso Ruby, le feste di Arcore e le “ragazze dell’Olgettina” non cambiano il quadro giudiziario a carico di Silvio Berlusconi. «Oggi - ha commentato il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, ospite a Canale 5 della “Telefonata” - ci sono intere paginate sul caso Ruby, sulle quali stiamo ancora cercando il reato che, a oggi, non abbiamo ancora trovato».
«Anzichè catoneggiare, Bersani farebbe bene a pensare al disastro del Pd, che non riesce neppure a organizzare le primarie a Napoli», sottolinea Daniele Capezzone, portavoce Pdl. «Se nella sinistra ci fosse onestà intellettuale, i dirigenti del Pd si interrogherebbero sul coraggioso appello garantista e antigiustizialista lanciato nei giorni scorsi da The Frontpage. Invece, anche Bersani preferisce fare il portavoce e l'aiutante di campo delle Procure. Intanto, Governo e maggioranza pensano al Paese e al percorso delle riforme, dopo l'autogol e la figuraccia di ieri del Pd e dei centristi», conclude.
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