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24 gen 2011Il Canone Rai :una tassa odiosa per le ossessive sollecitazioni al pagamento e per il chiasso dei talk show

di Alfonso Maffettone

ROMA, 24 GENN. – (Italia Estera) – Non è un reality, né una fiction, né un talk show : è soltanto un’ altra ossessione televisiva. A tutte le ore del giorno e della notte nelle trasmissioni delle reti Rai c’è sempre qualcuno che sta a ricordare il 31 gennaio, la fatidica data entro la quale deve essere pagato l’abbonamento altrimenti si incorre nella mora o in soprattasse. E’ un vero e proprio martellamento dai toni ingiuntivi e poco cortesi . La giornalista del TG3, Mariella Venditti , pochi giorni fa , si è rivolta ai telespettatori con un perentorio ed esaustivo : “sbrigatevi”, un’ espressione usata solitamente da ufficiali giudiziari o da chi ha molta autorità negli uffici o nelle imprese. La sua sortita induce a ricordare un detto popolare:” meglio avere un morto in casa che un marchigiano alla porta” , frase che si riferisce ai tempi dello stato pontificio in cui erano principalmente i marchigiani gli esattori delle tasse. Senza evocare fantasmi del passato né augurarsi dolori che prima o poi arrivano, sarebbe molto bello se restasse alla porta l’immagine televisiva della Venditti, dei conduttori e dei presentatori che, con le loro sollecitazioni, ci rendono ancora più pesante l’atto dovuto del balzello alla Rai. Perché chiamatelo come volete, canone o abbonamento, di balzello si tratta. E’ la tassa che gli italiani non possono proprio digerire secondo un'indagine realizzata dal Censis per il Consiglio nazionale dei commercialisti sul rapporto dei contribuenti con il fisco. Dell'imposta per il possesso degli apparecchi radiotelevisivi gli italiani ne farebbero volentieri a meno dovendo già sopportare uno degli imponibili fiscali fra i più elevati in Europa e nel mondo.

Il Censis ha ufficializzato un dato che già si sapeva :la maggioranza dei contribuenti non ne può più dei programmi televisivi trasmessi dal servizio pubblico. Lo prova anche l’alto tasso di evasori del Canone Rai fra i quali i maggiori – famiglie e imprese – risiedono nelle regioni più sviluppate delle province di Milano, Venezia, Torino e Roma. In queste aree l'evasione sfiora il 98% appena superiore al 92% delle province ritenute più virtuose quelle di Aosta, Napoli, Pescara e Firenze.

Dopo i meriti del passato che nessuno disconosce, la Rai continua a propinarci fiction , noiose ed insopportabili, ad “inzuppare il pane” negli eventi più dolorosi del Paese, adesso l’efferato omicidio di Sara e la scomparsa di Yara, prossimamente quelli che accadranno. La storia di queste disgraziate ragazze è ripetuta all’infinito nei telegiornali, nei talk-show e nei programmi di intrattenimento pomeridiano. Esperti, opinionisti, investigatori, psicologi ed assistenti sociali vengono chiamati a raccolta per analisi ed approfondimenti ed essendo sempre gli stessi e non avendo tutti i giorni a disposizione fatti nuovi né nuovi elementi, si avvitano su se stessi impasticciando e complicando argomenti marginali già noti e di poco interesse. Ci sarebbe da dire con megafoni giganteschi “ basta” in tutte le strade e le piazze del paese ma il dramma è che nessuno sentirebbe di quelli che dovrebbero sentire.

Il record della noia si è raggiunto in questi giorni con i talk show di approfondimento politico e di costume che stanno “sguazzando” nello scandalo di Ruby rubacuori”. Scrive Aldo Grasso autorevole commentatore del Corriere della sera : “Faccio ormai una fatica enorme a seguire programmi come Annozero, Ballarò, L' infedele ( La7) , L' ultima parola e tutti i cosiddetti talk d' approfondimento . Solo il senso del dovere mi inchioda allo schermo. Posso mettere in conto motivi strettamente personali (qualche bella serie tv da seguire o una partita di calcio o un film), ma credo che a nessuno sfugga il senso di frustrazione che questi programmi generano “ afferma Grasso ed aggiunge “. Intanto perché non si approfondisce mai nulla, si assiste solo a uno scontro di opinioni, non c' è mai una crescita narrativa che permetta allo spettatore di farsi una sua convinzione. E poi perché interviene sempre la solita compagnia di giro: da una parte Daniela Santanché (sempre più intollerante e intollerabile), dall' altra Concita De Gregorio; da una parte Marco Travaglio, dall' altra Maurizio Belpietro e, a seguire, tutti gli altri scritturati. In altri paesi, questo tipo di discussione ha una durata contenuta; da noi sono messe cantate dove il conduttore, se riesce a superare i primi due o tre anni, diventa una specie di sacerdote, di guru, tutelato persino dai giudici del lavoro, capace di mettere sulla bilancia dell' audience il suo gruzzolo di fedeli. Certo, in Italia, salvo lodevoli eccezioni, i tg non informano più, tutt' al più distraggono e, in assenza di inchieste, ci dobbiamo accontentare di schermaglie verbali “.

C’è da sottolineare che le schermaglie verbali a volte degenerano in vere e proprie cadute di stile con insulti, offese e parolacce come accade nei peggiori bar e ritrovi di periferia. Nella puntata di giovedì scorso di Anno Zero, il vignettista Mauro Senise ha offeso il Papa mostrando Ratziger che invita Berlusconi a farsi prete, dopo le accuse che gli piacciono le minorenni. Bruno Volpe direttore di un sito cattolico ha denunciato Vauro e per responsabilità indirette, il conduttore Michele Santoro, il capostruttura e il direttore della Rai Mauro Masi ed ha chiesto la sospensione della trasmissione.




 
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