Berlusconi è sicuro di avere i numeri per evitare le elezioni anticipate e finge di ignorare le insidie che minacciano il suo governo
di Alfonso Maffettone
ROMA, 9 GENN 2011 (Italia Estera) - Governo fino alla scadenza del mandato o elezioni anticipate?. L’ attività politica italiana riprende nel 2011 dominata da questo interrogativo di difficilissima soluzione tanti sono i nodi da sciogliere, le inside da superare, le parti da accordare. Una delle scadenze cruciali è in calendario nei prossimi giorni. La Corte Costituzionale deve decidere sul legittimo impedimento. Il provvedimento stabilisce che il premier può ottenere il rinvio dell'udienza dei processi in cui è imputato, perché «legittimamente impedito» dalle sue attività di governo a comparire in tribunale. Se i giudici respingeranno la legge o troveranno soluzioni alternative non favorevoli a Berlusconi saranno guai seri per il governo che deve allargare la maggioranza se vuole proseguire senza rischi di crisi fino alla fine della legislatura. Sebbene vittorioso nell’infuocato confronto con il presidente della Camera Gianfraco Fini, l’esecutivo ha subìto una emorragia di voti a causa della scissione compiuta dall’ex cofondatore del partito di maggioranza il quale ha fatto una nuova formazione - “Futuro e libertà“- e si è portato appresso i suoi fedelissimi deputati usciti dal Popolo delle libertà .
Lo scenario politico è diverso e senz’altro più complesso rispetto al 2010. Esiste ora un terzo polo, che prima non c’era e di cui per la verità non se ne sentiva la mancanza perché il sistema bipartisan ha avuto sempre un clima incandescente per liti, polemiche e chiacchiere velenose che hanno impedito la realizzazione delle riforme avviate. Crescendo il numero dei contendenti in parlamento sicuramente aumenterà il rischio di paralisi delle attività: in Italia il tasso di litigiosità politica non sembra conoscere limiti…
Il nuovo polo, comunque, lo hanno costituito l’Udc di Pier Ferdinando Casini, Futuro e Libertà di Fini nella duplice veste di Leader e detentore della terza carica istituzionale del Paese (quella di Presidente della Camera), e Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli. E’ una coalizione che si dichiara di opposizione moderata e riformista nell’ambito del centrodestra ma i suoi componenti sono molto diversi fra loro per nascita, estrazione culturale e progetto politico. Una bella insalata mista nella quale Berlusconi sta pescando nella speranza di attrarre l’Udc di Casini e i pentiti del Fli con l’obiettivo di allargare la maggioranza, oggi troppo risicata, e assicurare più voti al suo governo fino alla fine della legislatura. “Entro la fine di gennaio avremo i numeri per andare avanti“, dice entusiasta il premier in tv e diffonde ottimismo sulla situazione politica attuale . “Abbiamo molte cose da fare. Se ce lo chiedono tutti i protagonisti più importanti della società, dall’industria alla Chiesa cattolica, vuole dire che è una richiesta fondata. Tutti ci chiedono di fare uno sforzo per evitare le elezioni anticipate".
Berlusconi parla, parla, parla e finge di ignorare le insidie: quella della Corte Costituzionale che se non darà il via libera al legittimo impedimento ridurrà notevolmente i margini di manovra del premier e le altre che si nascondono nella stessa parte politica del centrodestra, assente da tempo l’opposizione di sinistra condotta da un soporifero Bersani. Il maggiore alleato, il leader leghista Umberto Bossi appare chiaro solo sul Federalismo, una scatola vuota, secondo molti osservatori, agitata per attirare acqua al mulino dei Lumbard. "Se non ci sono i numeri preferisco le elezioni, ma se ci sono i numeri facciamo prima il federalismo e poi ci pensiamo", afferma il senatur. Altra insidia è il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, sostenuto dalla Lega, sarebbe entrato in conflitto con il premier. Ma Berlusconi getta acqua sul fuoco. "Sono solo chiacchiere al vento, la maggioranza è solida", dice.
Chiacchiere a parte, la verità è che il 2011 si profila per l’Italia più difficile del 2010. C’è da augurarsi che il buon senso ritorni e che i politici mettano da parte le loro beghe, le loro gelosie ed invidie e agiscano finalmente nell’interesse del Paese che ha bisogno di sviluppo economico, occupazione e soprattutto di un buon governo che riformi il fisco e faccia funzionare Giustizia e Amministrazione pubblica.
Alfonso Maffettone/ItaliaEstera