Fondato nel 2000 Direttore Responsabile Giuseppe Maria Pisani                  
HomeArgomentiArchivioNewsletter gratuitaChi siamoI nostri serviziContattiSegnala il sito
 
Cerca nel sito
»www.ItaliaEstera.tv
»Paolo Gentiloni é il Ministro degli Esteri italiano
»Emigrazione: Note storiche per non dimenticare - Quanti sono gli italiani all'estero?
»Direzione Generale per gli Italiani all'Estero
»Rappresentanze Diplomatiche - in aggiornamento
»AIRE Anagrafe degli Italiani all'Estero
»Servizi Consolari per gli italiani all'estero
»Autocertificazione
»Patronati italiani all'estero
»Cittadinanza Italiana all'Estero
»Il voto degli italiani all’estero
»COMITES
»CGIE Consiglio Generale degli Italiani all'Estero
»Assessorati Regionali con Delega all'Emigrazione e all'Immigrazione
»IL PASSAPORTO ELETTRONICO
»Viaggi Usa, comunicare i dati in anticipo - Registrazione anche da turisti italiani
»STAMPA ITALIANA ALL'ESTERO: quanta, dove, quanti fondi, chi li prende
»LA CONVENZIONE ITALIA-STATI UNITI PER EVITARE LE DOPPIE IMPOSIZIONI FISCALI
»La convenzione Italia-Canada per evitare le doppie imposizioni fiscali
»Ascolta la radio di New York: ICN
RomaneapoliS
www.romaneapolis.tv


Il voto degli Italiani all'Estero

Elezioni Politiche 2008

Elezioni Politiche 2006


Infocity
Messaggero di sant'Antonio
Italiani d'Argentina
  
08 gen 2011150° UNITA' A Reggio Emilia la prima cerimonia

"Celebrare l'Unità d'Italia, rispettare il Tricolore. No ad impulsi disgregativi che possono minare la coesione della nazione". Bossi:"Festeggiare i 150 anni dell'Unità d' Italia? Sì dopo che sarà approvato il federalismo" 

REGGIO EMILIA 7 GENN 2011 (Italia Estera) - "Vorrei rivolgere un vivo incitamento a tutti i gruppi politici, di maggioranza e di opposizione, a tutti coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni nazionali regionali e locali, perché nei prossimi mesi, al Sud e al Centro come al Nord, si impegnino a fondo nelle iniziative per il centocinquantenario, così da renderne davvero ampia e profonda la proiezione tra i cittadini, la partecipazione dei cittadini, in rapporto ad una ricorrenza da tradurre in occasione di rafforzamento della comune consapevolezza delle nostre responsabilità nazionali". .

"Chi è al governo rispetti il Tricolore". Tutti, ma ancor di più chi ha responsabilità di rappresentanza e di governo, deve rispettare il Tricolore che è un simbolo unitario indicato nella Costituzione, ha detto Napolitano in uno dei passaggi più applauditi del discorso al Teatro Valli. "Non fu per caso - ha detto - che venne collocato all'articolo 12 il riferimento al tricolore italiano come bandiera della Repubblica. Riferimento sobrio, essenziale, ma imprescindibile. I costituenti vollero farne, con quella collocazione nella Carta, una scelta non solo simbolica di principio. E dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei "Principi fondamentali" della nostra Costituzione, ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l'obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti con particolare riferimento all'articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo".

Così il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Teatro Valli di Reggio Emilia ha aperto le celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia nella giornata della Festa della Bandiera. Ai sindaci delle tre città che sono state capitali d'Italia, Torino, Firenze e Roma, Sergio Chiamparino, Matteo Renzi e Gianni Alemanno Napolitano ha consegnato la copia del primo tricolore. Si tratta di una riproduzione della bandiera che venne scelta proprio a Reggio Emilia nel 1797 come vessillo della Repubblica cispadana. Il capo dello Stato ha anche consegnato una copia della Costituzione ad alcuni studenti in rappresentanza delle scuole di Reggio Emilia, quindi ha visitato e inaugurato la mostra "'La bandiera proibita. Il tricolore prima dell'unità".

Napolitano: supereremo le tare del centralismo. Il presidente è tornato a parlare questa sera a Forlì: "Sono convinto che possiamo e dobbiamo celebrare la ricorrenza del 150/o dell'Unità d'Italia in unità di intenti. Nulla è più lontano da me dell'idea di una celebrazione retorica, idilliaca e acritica del Risorgimento". Il movimento unitario, ha aggiunto, ha conosciuto varie fasi, "molte asprezze e contraddizioni, sconfitte e successi. La discussione sul suo valore non è mai cessata, ha accompagnato gli anni della formazione dello Stato unitario e anche quelli successivi, con accenti molto critici da parte di quelle forze che non si riconobbero nell'esito del processo unitario". Quindi non si vuole semplicemente rievocare quei decenni che portarono alla nascita dell'Italia unita, "ma anche il cammino che è seguito tra molte critiche, difficoltà e anche fasi drammatiche. Dobbiamo proseguire il cammino per il superamento dei vizi di origine con cui nacque lo Stato unitario, con un processo avviato con la Costituzione repubblicana che in un articolo valorizza le autonomie, prevede uno sforzo per superare il vizio d'origine del centralismo statale di impronta piemontese. Più recentemente, questo processo è proseguito ed è in corso l'attuazione del Titolo V della Costituzione. Abbiamo ereditato questo Stato unitario con le sue tare. È fondamentale che ci adoperiamo insieme per superarle. Mi auguro che tutti ci ritroveremo in questo spirito".

"Festeggiare i 150 anni dell'Unità d' Italia? Sì dopo che sarà approvato il federalismo - ha detto  Umberto Bossi a proposito del discorso di Reggio Emilia del presidente Napolitano - Se non si attua il federalismo vorrebbe dire che 150 anni sono passati invano. Dobbiamo ricordare quel che disse Cavour a questo proposito. Perchè l'unità d'Italia col centralismo romano non va bene".

Calderoli frena: "Ogni parola di Napolitano è una sorpresa positiva. Oggi non mi ero sbagliato nel ringraziarlo per la sua analisi dell'importante momento storico e le sue parole sulle tare del centralismo ne sono una conferma". Così il ministro leghista ha commentato le parole di Napolitano a Forlì, in evidente frenata sulla sparata pomeridiana di Bossi.

______________________

Era ora, la proverbiale moderazione di Giorgio Napolitano non è venuta meno. Severo, puntuale, misurato, il Capo dello Stato ha affrontato la questione “italiana”. Non settentrionale né meridionale, ma italiana. Il riconoscimento della nazione, dello Stato, della Repubblica italiana. Plaudiamo, da napoletano a napoletano.

Il Presidente della Repubblica si sarebbe assunto la responsabilità di una omissione, anche grave, se non avesse affrontato la questione, diventata “una emergenza” per le dichiarazioni di alcuni Ministri alla vigilia delle manifestazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.    Aprendo le celebrazioni, Giorgio Napolitano non si è limitato a rendere omaggio al Tricolore nato a Reggio Emilia, capitale della Repubblica cispadana, ma ha affrontato il tema in modo solenne, inattaccabile, affermando l’irragionevolezza di forze politiche nazionali in aperto dissenso con le celebrazioni e l’incongruenza di Ministri della Repubblica che manifestano la loro estraneità verso la ricorrenza o la giudicano di alcuna utilità.
Ai Ministri non è dato di scegliere fra la rappresentanza e la non rappresentanza del Paese che governano ; le forze politiche che perorano la causa dello Stato federale commettono un errore mostrando contrarietà verso l’Unità nazionale, perché è grazie ad essa, ad uno Stato forte e coeso, che il federalismo trova le sue ragioni di essere.

Non sarebbe possibile realizzare lo Stato federale se non esistessero uno Stato unito e una nazione consapevole della sua identità. Di più, di fronte alle sfide che provengono dalla globalizzazione, dalla competitività, dall’Europa l’unità nazionale, nota il Presidente della Repubblica, è un punto di forza e di sicurezza per l’economia del Paese.

E’ davvero incredibile che il Capo dello Stato abbia dovuto rimproverare partiti di governo e Ministri della Repubblica per la loro presa di distanza di fatto, un dissenso sull’Unità del Paese: nessun Paese al mondo può permettersi Ministri che minano l’Unità del loro Paese, o permettere a Ministri di non riconoscere lo Stato che governano.

I Ministri ed i parlamentari, è elementare norma costituzionale, rappresentano il Paese e non una parte di esso, l’intera comunità nazionale e non un gruppo sociale, economico, etnico.

Il Tricolore ricordato da Giorgio Napolitano a Reggio Emilia è nato ai confini della Padania, la Cispadania, che l’ha adottato, è esistita prima dell’Italia, la Padania no. L’Italia è nata proprio di fatto in terra padana.
gmp




 
Opzioni


Stampa  Stampa

Invia ad un Amico  Invia ad un Amico


Copyright © Italia Estera 2001- 2014. Tutti i diritti riservati